La ferrovia che s’arrampica sull’Appennino e l’attraversa, la prima a collegare Toscana ed Emilia, al centro di un lavoro teatrale. Parliamo della Porrettana e di un progetto della compagnia teatrale Gli Omini, nata nel 2006 e composta da quattro attori intraprendenti, venuti da compagnie diverse, piccole ma di giro, che hanno sperimentato molti generi ma che alla fine hanno focalizzato tutto il loro lavoro sull’ascolto, la rielaborazione, la riscrittura e messa in scena delle storie dell’Altro, ovvero di tutte le persone che incontriamo quotidianamente e dalle quali si possano estrapolare racconti interessanti. Un metodo nuovo, antropologico e sociale, che è stato applicato dalla compagnia in molti territori italiani da loro visitati, ma che vede in questo caso la Porrettana come un contenitore perfetto di storie particolari quanto le persone che la abitano.
Della ferrovia bisogna pur parlare
La Porrettana, non una semplice linea ferroviaria, con 150 anni di storia che viaggiano sui suoi vecchi binari lunghi 99 km, valica interamente la dorsale appenninica, collegando Bologna a Pistoia.
L’impresa ingegneristica della linea fu puro azzardo, considerando anche l’enorme dislivello di 550 metri nel tratto Pracchia –Pistoia, ma i treni della Porrettana hanno percorso per anni questo terreno impervio attraversando una miriade di ponti,gallerie e viadotti, offrendo ai viaggiatori pittoreschi spettacoli naturalistici, immergendosi nella natura aspra e verdissima dell’Appennino Tosco-Emiliano, e sostando in luoghi insoliti o sperduti. Questi percorsi su strada ferrata hanno costituito e rappresentato l’asse portante di comunicazione fra il nord e sud Italia e fra l’Italia stessa e l’Europa, sono stati punti d’incontro e di unione fra viaggiatori di ogni genere, età ed etnia.
L’interesse al profitto, il progresso e l’ingegneristica moderna hanno portato la “transappenninica” quasi all’oblio e i vagoni della Porrettana prima ricchi di bagagli traboccanti di storie si sono svuotati e nel 2014 per un periodo lungo circa un anno la loro corsa secolare si è fermata.
Ma nel 2015 la Porrettana riapre le sue porte, riprende il suo percorso con il suo inconfondibile rumore di ferraglie a cui si uniscono molte altre voci, quelle di un tempo, ricercate e ritrovate fra le panchine delle fredde stazioni di montagna, fra i consunti sedili dei vagoni o fra le porte in chiusura al momento di una delle tante partenze.
Il progetto “T”
Il Progetto T , “Transappeninica” ricerca i luoghi, le conversazioni, le storie di tutti coloro che hanno vissuto la Porrettana e la riportano alla sua luce originaria offrendo al pubblico istantanee di viaggi nella memoria.
Dopo il debutto, nel Luglio 2015, dello spettacolo “Ci scusiamo per il disagio”, fondato su testimonianze raccolte dopo giorni di ricerche presso la Stazione di Pistoia, “Gli Omini” prendono il treno e spostano la loro indagine sulla tratta Pistoia/Porretta.
Da qui nascono i due “Desinari”, ovvero incontri conviviali domenicali, uno già avvenuto il 15 maggio, con fermata a Piteccio, un altro previsto per il 12 Giugno con fermata presso la spiaggia del Parco Pluviale di Molino del Pallone.
Lo spettatore diventa un compagno di viaggio degli Omini e percorre la tratta con loro fino alla fermata che è stata scelta come destinazione dove, dopo un ricco pranzo, ha la possibilità di mettersi in contatto in maniera molto confidenziale con le varie e multiformi realtà rilette e reinterpretate dalla compagnia e da vari artisti chiamati per l’occasione, quali ad esempio i poeti e scrittori Paolo Albani (presente al primo dei Desinari) e Alessandro Riccioni (presente il 12 Giugno).
Verso lo spettacolo finale
Gli incontri sono preparatori allo spettacolo finale “La Corsa Speciale”, che andrà in scena alla fermata Castagno tutte le sere dal 14 al 23 luglio e che sarà la messa in scena di tutte le testimonianze raccolte in treno.
Un treno, in questo caso davvero speciale, partirà ogni sera, in questi 10 giorni, e porterà il pubblico nel luogo dello spettacolo.
Gli Omini raccontano così la loro esperienza
«La Porettana è stato un po’ questo per noi: un treno strano, un treno popolato da persone che hanno storie particolari da raccontarti e che saranno i protagonisti di quella che sarà la Corsa Speciale, un lavoro che è frutto di una ventina di giorni in cui siamo stati a bordo senza mai scendere dal treno, intervistando quasi tutte le persone che salivano, dalla mattina alle 6 fino alle 19».
Un appuntamento e un viaggio da intraprendere; quindi meglio essere puntuali, pena rischiare di perdere “La Corsa Speciale”.
Lavinia Arduino