Giornali

Esistono eroi silenziosi

Sono proprietario del marchio Nuovo Paese Sera, negli ultimi anni alla guida del rilancio dello stesso che oggi è presente con grande successo in Toscana.

Abbiamo lasciato la vecchia e precedente fase elettorale caratterizzata da grande speranza di rinnovamento, di cambiamento, di spinta in innovazione ed entusiasmo giovanile. Condotta in seguito non senza idee, capacità comunicazionale ed un’energica spinta positiva che non guasta ad una ricrescita della positività in genere, anche ai fini dello sviluppo economico.

Abbiamo determinato questo cambiamento giustificandolo con una necessità perentoria di rottura. Di rottamazione. Ma rottamazione di cosa? È giusto chiedere a cuori di non battere? A professionisti di non pensare più e di non esercitare il loro diritto ad insegnare, a trasmettere agli altri quello per cui tutta la vita hanno lavorato? Come cercare di fermare il vento.

Per gli ultimi 25 anni della mia vita mi sono occupato di impresa. E l’uomo, la sua intelligenza, è stato sempre al centro della mia curiosità e della mia fortuna realizzativa, laddove sono riuscito ad impiegarlo al meglio, a creare squadra, a creare un’identità di obiettivo comune. Condiviso. D’insieme.

Dispiace oggi vedere nel centro sinistra cosa è successo. Da imprenditore e non da politico avrei valorizzato i più bravi del presente ma anche quelli del passato con un grazie per l’impegno profuso. Persone capaci di assumere impegni istituzionali così importanti vanno salvaguardate anche se poi si salvaguardano da soli. Distruggiamo statisti pensando che eliminandoli, facendo leva sul loro amor proprio, sia innovare?

Abbiamo scoperto un grande poeta, disperso il valore del buon senso contadino che ammiro. In questi giorni mi chiedevo se noi tutti non abbiamo sbagliato qualcosa. Veramente dobbiamo distruggere per costruire? Quanti leader potenzialmente bravi abbiamo affossato e quanti ne affosseremo, inclusi i presenti, gli attuali?

Premetto che con ho mai scritto su un giornale, mai sul mio. Ma in questi giorni, alle soglie delle nuove elezioni, in questo clima così confuso, divisorio, a rischio del pressappochismo, dell’incompetenza, della pur giusta ambizione politica, sono stato portato a fare un paragone.

Lo scorso lunedì, per problemi improvvisi di salute, mi sono trovato nella necessità impellente di un intervento chirurgico. Fortuna vale nella vita avere amici che ti vogliono bene. Io mi sono recato da un grande professionista del settore, che in poche ore ha organizzato ciò che era meglio fare per la risoluzione. Con grande professionalità, umanità, affetto e navigata esperienza lui in team con un grande talento del suo stesso settore, a sua volta assistito da altri due giovani professionisti, davano vita ad una brillante performance chirurgica. Un intervento di squadra. Di insieme. Un mix che attraverso il valore in campo dell’esperienza e della competenza mi ha ridato vita due volte restituendomi fiducia su come si fanno le cose e i valori in campo che occorrono per conseguirle.

Dicevo ad uno dei giovani medici che mi ha seguito per tutto il tempo: “Io ho fatto diverse cose nella vita per il piacere di costruire e per la realizzazione personale, mai avrei potuto fare il suo lavoro!”. Lui mi rispondeva che lo ha voluto e si è preparato per questo durante tutta la sua vita.

Perché chi ha fatto politica tutta la vita con passione dovrebbe fermarsi? Oppure ciò che è importante è la qualità delle cose che si fanno. Delle idee. Delle soluzioni. Delle analisi possibili di mediazione per realizzarle. E dell’impegno continuo per non deviare i percorsi. Se parti per Milano e ti ritrovi a Lecce hai sbagliato qualcosa. Come politico sicuramente. La politica non può essere che una grande passione che necessita cultura, visione, capacità.

I talenti ci sono e non solo nella professione medica. Nascono. Maturano, se la fretta non è cattiva consigliera. I più anziani, i più esperti lavori no con i più giovani. Si confrontino per il bene del paese. Ci sarà spazio per tutti i capaci di assumere responsabilità così importanti.

Ma noi con grande tristezza purtroppo, siamo quelli che devono assistere a non veder più giocare, a non poter più godere del grande talento di Totti che arricchiva il nostro animo, sempre nel segno di un’idea distruttiva che per cambiare bisogna rottamare. Mentre Roger Federer, la più grande icona di tennis vivente all’età di 36 anni torna n. 1 al mondo. Non stiamo sbagliando qualcosa? Personalmente in futuro lavorerò affinché il rilancio del nostro giornale possa essere una voce che unisca, che dia volume ai veri problemi del cittadino, dell’uomo, dell’imprenditore, del contribuente vessato, di chi è schiacciato dalle ingiustizie e non ha voce.

Dalla Sicilia al Nord saremo la voce dei leader di tutti i partiti, delle idee, della ricerca delle soluzioni. Confronto e parole. Perché è la qualità dell’uomo e delle sue idee che ci ridarà la voglia di politica e di costruzione di una identità futura che unisca i valori del nostro passato con le sfide attuali e quelle del futuro che verrà.

Non l’ho mai fatto. Non lo farò mai più. Ma permettetemi oggi un grazie al prof. Natale di cui mi onora la grande amicizia. Grazie al Prof. Angelo, Grazie al Dott. Gianluca e al Dott. Francesco. Grazie a tutto lo staff medico ed infermieristico che in un momento imprevisto e difficile di vita personale mi ha donato calma e sorriso. Esistono eroi silenziosi. Li vorrei così al governo del paese.

Giuseppe Deiana

 

 

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