TANTA PIOGGIA E NEVE AL SUD, NORDOVEST ANCORA PIEGATO DALLA SICCITA’ – “La cronaca degli ultimi giorni ha evidenziato un’Italia meteorologicamente spaccata a metà: al Sud vi sono state diverse occasioni per precipitazioni anche abbondanti e con nevicate a bassa quota” – spiega il meteorologo di 3bmeteo.com Edoardo Ferrara – “Menzione particolare per Sicilia e bassa Calabria ionica dove l’ultimo episodio di maltempo ha portato precipitazioni eccezionali (sul Siracusano in tre giorni caduta la pioggia di quasi un anno, con oltre 500mm) e nevicate abbondantissime sui rilievi anche a quote basse: sull’Etna ancora si lavora per liberare le strade e le baite dalle metrate di neve caduta la scorsa settimana. Anche il Centro Italia è stato periodicamente interessato da discrete precipitazioni e in particolare il lato Adriatico dalla Romagna in giù. Per contro il Nord continua a soffrire un serio deficit pluviometrico e in particolare ancora una volta il Nordovest, dove di fatto da oltre un anno mancano fasi piovose significative e la siccità assume ancora connotati gravi (situazione in diversi casi drammatica sul Piemonte, specie sud-occidentale). Le riserve idriche sono così in decisa sofferenza, così come laghi e fiumi, con pochissima neve sulle Alpi e quella poca caduta rapidamente fusa da temperature eccezionalmente miti in quota in questi ultimi giorni. Per contro invece gli enormi apporti nevosi sull’Etna assicureranno un buon approvvigionamento idrico sulla Sicilia in vista della prossima fusione. Due estremi diametralmente opposti da Nord a Sud, apparentemente bizzarri, ma trovano una spiegazione in un unico protagonista.”
COSA STA ACCADENDO – “Il grande protagonista dell’anomalia meteo-climatica che penalizza diverse aree d’Europa è sempre lui: l’anticiclone subtropicale ora di matrice azzorriana ora di matrice africana.” – prosegue Ferrara di 3bmeteo.com – “La sua frequente espansione sull’Europa centro-occidentale ostacola l’ingresso delle piovose perturbazioni atlantiche anche sul Mediterraneo. Un pattern barico sempre più frequente e duraturo negli ultimi anni ma che ha trovato massima espressione dall’autunno del 2021 ad oggi.
Le regioni settentrionali risultano così le più penalizzate in quanto le perturbazioni, per aggirare il muro anticiclonico, sono spesso costrette a entrare da Nord o da Nordest. In questo contesto la barriera alpina blocca i fronti e contestualmente vengono meno le umide correnti sciroccali che determinano una piovosità significativa su queste regioni. In definitiva, affinchè piova in modo serio al Nord, le perturbazioni devono entrare senza ostacoli da Ovest-Sudovest, fatto sempre più raro negli ultimi mesi salvo rare parentesi (come quella della prima parte dello scorso dicembre). Per contro però il Centro e soprattutto il Sud Italia possono in alcuni casi ricevere precipitazioni anche importanti, in virtù della formazione di basse pressioni mediterranee o nord-africane, per interazione con le correnti da Nord-Nordest. E’ quanto ad esempio accaduto con l’ultimo episodio di maltempo: una particolare interazione tra un profondo ciclone mediterraneo formatosi sulle coste libiche e in risalita verso Malta, con le correnti gelide provenienti dai Balcani e pilotate dall’anticiclone, ha permesso l’episodio di notevole rilevanza tra Sicilia e bassa Calabria (a seconda delle aree più esposte alle correnti). Di fatto, si tratta quindi di due facce (diametralmente opposte) della stessa medaglia… anticiclonica.”
CONSIDERAZIONI CLIMATICHE – “Rimane sempre fondamentale capire che la variabilità meteorologica e il clima agiscono su scale temporali sostanzialmente differenti: la prima nell’arco di pochi giorni, la seconda in decenni.” – proseguono gli esperti di 3bmeteo.com – “ll fatto che faccia freddo anche intenso e per qualche giorno su alcune aree, rientra nella variabilità meteorologica; il fatto che mediamente faccia più caldo ovunque e che le ondate di calore stanno aumentando di frequenza e intensità negli ultimi decenni, è un segnale climatico. A livello globale, considerando le anomalie termiche sia su terraferma che oceano, il clima risulta infatti chiaramente votato al riscaldamento, nonostante il sistema Terra sia oggi sottoposto a variazioni climatiche molto marcate (anche in senso opposto, ossia al raffreddamento locale) che avvengono su tempi brevi. La scienza afferma che esiste una relazione di causa-effetto tra l’aumento dei gas serra di origine antropica e l’aumento delle temperature globali, come confermato dai rapporti dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC). La variabilità naturale non può spiegare da sola le rapide variazioni climatiche che stiamo registrando, né tanto meno può essere utilizzata per sminuire o peggio ancora negare l’esistenza dei cambiamenti climatici legati all’effetto antropico (ad esempio qualche giorno di temperatura sotto media, seppur anche marcata per via di un fronte freddo, indotto da un pattern meteorologico che però non ha nulla a che fare con un trend climatico).
Ci sono prove evidenti che il riscaldamento globale causi effetti sulla circolazione atmosferica (quindi anche sugli anticicloni di blocco come quello europeo), sui ghiacci e sull’innalzamento del livello del mare. Sul singolo evento meteorologico la questione si complica; ma più che porsi la domanda se il singolo evento estremo sia causato dal cambiamento climatico, c’è da valutare se il cambiamento climatico abbia inciso sulla sua frequenza o sulla caratteristica. Va evidenziato, ad ogni modo, che in un quadro di anomalie termiche spesso positive e diffuse, non mancano anche aree del globo in cui le temperature risultano al di sotto della media. Tuttavia gli episodi termici sotto media sono nettamente inferiori a quelli caldi, non solo come frequenza ma anche come durata.”
L’ASPETTO PLUVIOMETRICO – “Discorso a parte va fatto anche per le precipitazioni: la siccità che quest’anno ha interessato vaste porzioni d’Europa e Nord Italia non è statisticamente significativa per poter stabilire un trend. In un quadro di riscaldamento globale infatti negli ultimi anni non si è rilevato un trend pluviometrico che abbia valenza statistica in Europa, anche perché per sua natura la distribuzione della pioggia risulta estremamente irregolare e disomogenea non solo a livello territoriale ma anche spaziale. Se ad esempio prendiamo il caso di Milano, che sta sperimentando un periodo particolarmente secco, si evidenziano annate altrettanto secche anche in passato, mentre in diverse aree del Sud Italia e delle Isole Maggiori si registrano surplus pluviometrici. La distribuzione delle precipitazioni è a carico di pattern sinottici e meteorologici che esulano dai trend climatici e che agiscono su scale temporali differenti: in parole povere non vale l’equazione riscaldamento globale = siccità, quest’ultima dipende semmai da pattern meteorologici, questi si influenzati dal riscaldamento globale (in alcune aree può infatti piovere di più del normale).”