Per la presa in carico socio-sanitaria delle donne che vivono una particolare situazione di vulnerabilità, la Regione Toscana ha approvato la seconda fase del progetto Persefone dell’Asl centro, stanziando 81 mila euro per i tre anni di durata degli interventi, che saranno messi in campo dal Servizio sanitario regionale in collaborazione con le associazioni del Terzo Settore.
Il progetto, finalizzato all’individuazione e presa in carico di donne migranti vulnerabili, vittime di grave violenza, tratta, tortura e trattamenti inumani e degradanti, rappresenta la seconda fase di un intervento sperimentale avviato nel 2019 dall’unità funzionale complessa delle attività consultoriali della Asl centro insieme alle reti sanitaria territoriale e dell’associazionismo di settore. La sinergia, che è venuta a crearsi fra i partner del progetto, ha permesso il raggiungimento di risultati tali da prevedere ulteriori sviluppi per il perfezionamento di questo percorso di assistenza e presa in carico.
Il Consultorio Persefone è stato avviato il 18 gennaio 2019 nel territorio di competenza della Asl centro, e grazie all’unità funzionale consultoriale è aperto un giorno alla settimana, avvalendosi di un’équipe multidisciplinare, composta da operatori dell’azienda sanitaria (due ostetriche) e da personale del privato sociale: un’operatrice esperta in materia di tratta e mediatrici linguistico culturali (cooperativa sociale Cat), una psicologa (di Medici per i diritti umani onlus). La metodologia di lavoro messa in campo mira a integrare e a valorizzare i diversi approcci professionali e le differenti competenze, nell’ottica di un’efficace gestione delle dinamiche culturali e interculturali, che coinvolgono principalmente persone rese vulnerabili dalla loro precarietà di vita o dall’appartenere a gruppi particolari, religiosi o etnici, o dallo stesso evento migratorio.
Durante il primo periodo di attività del progetto Persefone sono state prese in carico 36 donne ed erogati 174 interventi (colloqui al consultorio e di presa in carico di natura psicologica e anti tratta, relazioni medico legali-psicologiche-anti tratta, invii a servizi). La seconda fase del progetto, della durata triennale, prevede la presa in carico di almeno 50 donne, nell’arco di un anno, e 200 interventi.