Conservare e valorizzare le specie autoctone legate agli ambienti acquatici. Un obiettivo che la Provincia di Prato ha fatto suo attraverso un progetto che, grazie all’attenzione della Commissione europea, è stato finanziato con oltre un milione di euro.
L’Unione Europea ha investito 540 mila euro, a 150 mila euro ammonta il cofinanziamento della Provincia di Prato, altri 150 mila euro sono risorse della Regione Toscana e 75 mila del Comune di Prato. Partner anche l’Ente gestore per i parchi e la biodiversità dell’Emilia Orientale. Il progetto “Life Natura – SCI d’acqua”, partito nel 2009, si è concluso proprio in queste settimane con l’approvazione da parte della Provincia del piano di conservazione, che garantisce continuità alle azioni e cura nel tempo attraverso azioni di monitoraggio e consolidamento del progetto svolte dal servizio Aree Protette.
Molte le azioni di riqualificazione ambientale e le misure di salvaguardia e monitoraggio biologico a favore di specie e habitat di interesse europeo presenti nel territorio provinciale che il piano è riuscito a mettere in campo. Fra questa anche la designazione di un nuovo Sito di importanza Comunitaria “Appennino pratese” e l’ampliamento di una Zona di protezione speciale, già istituita in precedenza, “Stagni della piana fiorentina a pratese”, inclusa nella rete ecologica europea “Natura 2000” per garantire il mantenimento a lungo termine degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciati o rari. L’area degli Stagni della piana copre infatti 1.900 ettari e si estende lungo i territori di due province, quella pratese e quella fiorentina. Nella nostra provincia interessa circa 570 ettari e comprende ad esempio i laghetti artificiali di Pantanelle e Ombrone e quello di Bogaia con la zona delle Cascine di Tavola.
Gli interventi nell’area umida sono stati coordinati da un piano di gestione, concretizzato dalla Provincia attraverso quattro fasi e un confronto aperto con soggetti interessati e cittadini. Dal quadro conoscitivo con lo studio dell’habitat e delle specie, si è passati all’analisi delle possibili minacce alla salvaguardia e quindi agli obiettivi per il mantenimento dello stato di conservazione e alle azioni concrete da realizzare.
Nell’area umida di Pantanelle la riqualificazione ambientale ha puntato alla salvaguardia di specie preziose, migliorando l’approvvigionamento idrico del laghetto di Pantanelle e realizzando altre opere in tema di tutela ambientale e fruizione dell’area. Il rilascio delle acque del laghetto è stato ottenuto grazie a una derivazione dal fosso Calicino e a un’opera per la restituzione delle acque al fosso stesso. E’ stata anche creata una fascia tampone di vegetazione, compresa tra la tangenziale e il laghetto, con la piantumazione di specie autoctone. Per favorire la sosta e la nidificazione di alcune specie di uccelli come aironi, garzette e simili sono stati realizzati degli isolotti nel lago. Infine sono state create anche due pozze a margine del lago, parzialmente protette dalla predazione, per agevolare la riproduzione degli anfibi.
Anche per il lago Ombrone, che si trova in località Le Vanne, è stata realizzata una fascia tampone di vegetazione, un boschetto umido con alberi e arbusti posizionato tra il laghetto e l’argine del fosso Ficarello, e creata un’area per la riproduzione degli anfibi con alcuni stagni e un boschetto con specie autoctone che favoriscano sosta e nidificazione. Sistemati anche alcuni piccoli dissesti lungo l’argine occidentale del lago.
Il lago Bogaia alle Cascine di Tavola, al confine con la cassa di espansione di Ponte Attigliano, è stato ampliato, le sponde sono state piantumate con specie autoctone per creare una fascia di vegetazione tra la strada e il laghetto. Anche qui ci sono isolotti per favorire la sosta e la nidificazione degli uccelli e un’area per la riproduzione degli anfibi. Grazie all’intervento la stessa cassa di espansione si è trasformata in un ambiente umido, presidio idraulico e al tempo stesso area di salvaguardia faunistica.
Il progetto LIFE ha riguardato anche il parco regionale di Suviana e Brasinome (nel frattempo diventato Ente di gestione per l’Emilia orientale). E se al “Molino della sega” , nel comune di Cantagallo, sono state realizzate delle rampe di risalita per la fauna ittica (pesci e gamberi di fiume) che consentono di ricostituire il continuum fluviale interrotto dalle briglie presenti in quel tratto, alcuni incubatoi sono stati realizzati a Camugnano e Suviana.
Una delle specie favorite dagli interventi è il “Cottus gobio”, meglio conosciuto come brocciolo o scazzone, che abita i tratti fluviali interessati dai lavori. In Italia la riduzione delle popolazioni di questa specie in particolar modo nelle acque di risorgiva, ha portato l’attenzione su questo piccolo pesce che, per le rigide esigenze di temperatura e purezza dell’acqua necessarie alla sua sopravvivenza, è divenuto un importante indicatore della qualità delle acque fluviali.
Ambiente, a Prato conclusi i lavori nelle zone umide
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