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Binge-watching, quando le serie tv creano dipendenza

Si chiama binge-watching e consiste nel guardare in via consecutiva e costante le diverse puntate di una serie televisiva. A volte, può divenire una dipendenza o somigliarvi molto. Persino le forme di dipendenza si sono del resto adattate al mondo odierno, così sopraffatto dalla tecnologia: alcuni trascorrono la giornata con lo smartphone in mano navigando sui social network, altri preferiscono alleggerire il portafoglio ipnotizzati dalle slot machine e poi ci sono quelli che, una puntata dopo l’altra, non riescono a smettere di guardare le loro serie tv preferite.

Neuromarketing Labs ha condotto (su commissione, tra le altre, di Fox) una ricerca per dimostrare come certe serie tv possano provocare sintomi simili a quelli causati dall’assunzione di sostanze stupefacenti: aumento del battito cardiaco, sudorazione, variazioni nei livelli ormonali, aumento della temperatura corporea e così via. In alcuni casi sono state registrate attività ormonali e reazioni cerebrali simili a quelle che si hanno durante un orgasmo.
Certi effetti, tuttavia, sarebbero scatenati esclusivamente da serie TV in grado di provocare un potente coinvolgimento emotivo, e soprattutto attraverso episodi non autoconclusivi: l’insoddisfazione creata dal non poter sapere immediatamente come proseguirà la vicenda genera un bisogno nello spettatore.

Le soap opera avevano anticipato questo meccanismo: già i primissimi teleromanzi creavano su misura situazioni di suspense al termine di ogni episodio per tenere viva l’attenzione del telespettatore fino a quello successivo.
La diffusione di quei siti internet che offrono l’accesso in streaming a tutte le puntate di una serie ha rivoluzionato la spirale di attesa, frustrazione e desiderio: adesso, al termine di un episodio, è possibile avere immediatamente a disposizione quello successivo, innescando un processo definito “binge watching”, che in italiano potrebbe essere tradotto come “visione compulsiva”.
Chi è affetto da binge watching sente il bisogno di guardare per ore e ore ogni giorno, una dopo l’altra, le puntate della serie tv del cuore, causandosi spesso disturbi del sonno. Generalmente si parla di compulsione quando si guardano più di tre puntante di seguito.

In base ai dati diffusi dal sito Netflix, che carica nello stesso momento tutte le puntate di una serie, in modo da far decidere al cliente/spettatore come e quanto vederle, ben 600.000 persone hanno visto i tredici episodi della seconda stagione di “House of cards” nel giro di un unico fine settimana.
TiVo, società che produce gli omonimi videoregistratori digitali, ha commissionato un sondaggio per stabilire quali show, nel 2014, hanno spinto gli spettatori al binge watching più frenetico: al primo posto si è piazzata “Breaking Bad”, la serie che racconta le avventure del chimico Walter White, seguita da “House of Cards”, “Il trono di spade” e “Walking dead”.
Secondo lo stesso sondaggio, il 90% degli intervistati pensa che il binge watching sia una modalità assolutamente comune di vedere le serie TV, e dichiara di farlo soltanto per mettersi in pari con gli episodi già usciti. Eppure il 30% dello stesso campione dichiara che preferisce non guardare la puntata nel momento in cui esce per aspettare che se ne siano accumulate diverse.

Sono sempre stata una grande consumatrice di serie tv: la prima che ricordo con affetto è senza dubbio “Beverly Hills 90210”, che risale ai primi anni ’90. Tuttavia il fenomeno del binge watching si è diffuso in maniera consistente in anni più recenti, quando gli show televisivi hanno raggiunto livelli qualitativi altissimi. La prima volta in cui sono caduta vittima del binge watching è stata sicuramente per “Lost”, ma l’abbuffata è proseguita senza ritegno con gran parte delle dei miei show preferiti: alla fine della quarta serie de “Il trono di spade”, il pensiero di dover aspettare un anno per sapere come sarebbe proseguita la storia è stato talmente insopportabile da indurmi a comprare tutti i libri (in Italia sono 12 quelli editi fino a questo momento) da cui è tratta la sceneggiatura, non cominciando in ordine cronologico ma da quelli sui cui si sarebbe basata la nuova serie.

Volete sapere se anche voi siete affetti da binge watching? I sintomi si riconoscono facilmente: non ci si rilassa più nella vasca da bagno piena di schiuma o sorseggiando la bevanda favorita, ma si preferisce sprofondare sul divano dedicandosi esclusivamente alla serie tv che ci ha stregati; due puntate diventano magicamente quattro o cinque, finché ci si accorge con orrore che l’orologio segna le tre di notte; l’idea di uscire a bere una birra in compagnia perde di fascino se paragonata alla possibilità recuperare i nuovi episodi della serie; si attende con ansia, di settimana in settimana, l’uscita della nuova puntata e ci si fa cogliere dalla disperazione al pensiero di dover aspettare quasi un anno per la serie successiva; si prova una vaga sensazione di lutto quando lo show si conclude o il nostro personaggio preferito rimane ucciso tragicamente; il pensiero di perdere la caparra già versata per l’affitto della casa al mare passa in secondo piano rispetto al terrore degli spoiler.

Annalisa Sichi

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