Titoli di coda

Europa e Grecia: chi è ai “Titoli di coda”?

In queste ore del post referendum greco, che rende l’Europa nervosa e piena di dilemmi, non trovo libro migliore da consigliare che Titoli di coda (Bompiani), ultima opera dello scrittore ellenico Petros Markaris.
Titoli di coda, a ben guardare le vicende di questi mesi, è un titolo evocativo. Cosa accadrà adesso che ad Atene ha vinto il no ad un’idea di Europa che misura tutto in termini di soldi e di alchimie finanziarie? Siamo ai titoli di coda per la Grecia che cerca un futuro dignitoso per il suo popolo? O siamo invece ai ‘titoli di coda’ di un’Europa unita che si preoccupa moltissimo di economia e finanza e pochissimo di cittadini e democrazia?
Per meglio capire il dilemma che a tutti sta di fronte, forse serve ricorrere all’asserzione fondamentale di uno dei primi filosofi dell’umanità, il presocratico Protagora. Affermava Protagora: “L’uomo è la misura di tutte le cose”. Più di duemila anni dopo, invece, l’Europa afferma: “Il denaro è la misura di tutte le cose”.
Ecco la grande dicotomia che il referendum greco ha, finalmente, fatto esplodere in tutta la sua essenza. E forse è giusto che proprio la Grecia, in quanto patria della democrazia, debba giocare il ruolo di voce della coscienza dell’Europa.
Intendiamoci, che la Grecia – il potere politico greco, per l’esattezza, – abbia avuto colpe tutte sue nell’aver aggravato internamente la crisi economica e sociale che ha travolto tutto il mondo occidentale è innegabile. Ma è altrettanto innegabile che l’Europa, con la sue rigide ricette di austerità, ha colpe altrettanto gravi nell’aver determinato il crollo dell’economia greca.
Per capire un po’ meglio le cose, guardandole dal punto di vista dei cittadini normali, quelli che ogni giorno devono fare i conti per arrivare alla fine del mese, il romanzo “Titoli di coda” di Markaris è un ottimo viatico. È un bel romanzo giallo – ma di grande spessore sociale – che chiude una tetralogia dedicata alla crisi greca (gli altri titoli sono “Prestiti scaduti”, “Resa dei conti” e “L’esattore”). Protagonista, ancora una volta, il commissario Charitos.
In “Titoli di coda” la vicenda inizia con un imprenditore greco-tedesco che si uccide ad Atene. “Ma all’ambasciata tedesca giunge un biglietto, firmato ‘I Greci degli anni ’50’, in cui si sostiene che si è trattato di un omicidio. Ed ecco verificarsi altre morti a breve distanza di tempo: il proprietario di una scuola privata, un faccendiere che faceva da mediatore tra gli imprenditori e gli amministratori intascando e distribuendo bustarelle, e infine due proprietari agricoli. Ogni volta la rivendicazione via Internet arriva puntuale. Il commissario Charitos ha nuovo pane per i suoi denti. E adesso deve anche proteggere la figlia, aggredita da membri di “Alba dorata” a causa del suo impegno a favore degli immigrati”. In sottofondo, ma nemmeno poi tanto, la crisi greca, la stretta finanziaria dell’Europa, il cupo passato della guerra civile e della dittatura militare in cui la Grecia precipitò all’indomani della Seconda guerra mondiale. Un sottofondo che spiega bene le dinamiche che hanno permesso alla Grecia di ritrovare una convivenza civile, che oggi viene rimessa in discussione proprio dal braccio di ferro tra la patria di Pericle e l’Europa.
Insomma, un giallo tutto da leggere. Scoprirete l’assassino dei delitti sui quali Charitos indaga, ma resterà irrisolto il giallo che in questi giorni vede protagonisti la Grecia e l’Europa.

Luca Martinelli

Su Luca Martinelli, giornalista, scrittore, critico, conoscitore profondo del mondo dell’editoria, rinviamo al blog personale dedicato a Shelorck Holmes – libriconsherlockholmes.altervista.org – del quale ha per altro scritto nuove storie apocrife.

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