Porcellino

«Banca di Prato e Bpvi: quante curiose coincidenze»

Tre domande che portano a pensar male. Niente di scontato o di sicuro. Se le pone Francesco Garbin Guarducci, circa il comportamento e il tempismo della Banca Popolare di Vicenza, e il mancato decollo della Banca Popolare di Prato. Sospetti, certo, ma tanti e tali che Garbin Guarducci non può fare a meno, dal suo punto di vista, di scrivere. Va da sé che, fino a prova contraria, i vertici della banca vicentina non hanno fatto lo sgambetto alla nascitura banca pratese e che, nello scandalo di queste ultime settimane, vanno considerati innocenti.
Le domande, e risposte, di Garbin Guarducci sono in ogni caso le seguenti. E servono a sollecitare una “resurrezione” del progetto pratese.

Quale effetto ha avuto l’aumento di capitale voluto dalla Banca Popolare di Vicenza sulla mancata riuscita del progetto Banca Popolare di Prato? Quale la promessa dell’azienda di credito vicentina d’investire 50 milioni di euro a pioggia sul territorio pratese? Quale aver iniziato a chiudere gli sportelli periferici poche settimane dopo il termine ultimo per diventare soci sottoscrittori della Banca di Prato?

Il Comitato Promotore della Banca Popolare di Prato si è spesso interrogato, anche pubblicamente, sul “tempismo” delle azioni della BPV, oggi al centro di un vorticoso scandalo che potrebbe coinvolgere migliaia di correntisti. È innegabile, calendario alla mano, che la strategia della Popolare di Vicenza, almeno per quanto concerne i tempi, abbia ostacolato in maniera evidente il progetto atto a costituire un istituto di credito pensato principalmente per Prato e i pratesi. I promotori e i sostenitori della BPdP, però, non si sono mai espressi in questi termini, ma hanno registrato queste strane coincidenze e ricevuto, durante la fase di raccolta del capitale sociale, tanti no di soci e correntisti della Popolare di Vicenza chiamati a sottoscrivere l’aumento di capitale voluto da Zonin e dal resto del CdA.

“Diventerei volentieri socio della Banca di Prato, ma la Popolare di Vicenza mi ha chiesto di acquistare una grande quantità di nuove azioni e adesso non posso”.

È una frase che tanti promotori della BPdP si sono sentiti ripetere fino allo sfinimento. E i 50 milioni a pioggia per il sistema produttivo pratese dove sono andati a finire? Eppure furono promessi da Zonin in persona, con un evento faraonico, proprio pochi giorni dopo l’avvio delle sottoscrizioni del nuovo soggetto bancario che aveva per slogan “un centesimo raccolto a Prato, un centesimo investito a Prato”.

Il progetto della Banca Popolare di Prato è tramontato lo scorso maggio e nessuno del Comitato Promotore si è mai permesso di pensare male, quando forse qualche stoccata sarebbe potuta essere lanciata all’indirizzo della BPV.

A nessuno dei sottoscrittori del progetto è stato chiesto un solo euro, salvo ai promotori che si sono Il progetto della Banca Popolare di Prato è tramontato lo scorso maggio e nessuno del Comitato Promotore si è mai permesso di pensare male, quando forse qualche stoccata sarebbe potuta essere lanciata all’indirizzo della BPV. A nessuno dei sottoscrittori del progetto è stato chiesto un solo euro, salvo ai promotori che si sono autotassati per promuovere un’iniziativa forse non in grado di risolvere tutti i problemi economici del territorio laniero, ma che oggi sarebbe stata provvidenziale per i correntisti della Popolare di Vicenza, attoniti di fronte allo scandalo che ha investito la banca, con azioni fortemente svalutate e con il timore di veder perdere buona parte dei propri risparmi.

No, la Banca Popolare di Prato non si farà. E il Comitato Promotore non accusa certo la BPV per il mancato conseguimento dell’obiettivo e non punta, e non ha mai puntato, il dito contro le associazioni di categoria cittadine che, unico caso in Italia nei confronti di una nascente banca, hanno negato il proprio appoggio al progetto. Al contrario registra l’insuccesso dell’iniziativa e si dice pronta a regalare all’Amministrazione Comunale, se essa li accetterà, il nome e il simbolo della banca affinché possano essere riutilizzati per ulteriori tentativi. Un Castello dell’Imperatore stilizzato, eretto a simbolo di protezione dei risparmi. Inutile leggere l’ironia della vicenda: oggi molti risparmiatori pratesi avrebbero proprio bisogno di un difensore delle proprie finanze, accumulate sovente con tanti sacrifici.

Stimolati da numerosi ex sottoscrittori della BPdP e da un nucleo d’investitori già attratti dal precedente progetto, alcuni membri del Comitato Promotore potrebbero rimettersi in moto per istituire un nuovo istituto di credito. Al momento, scottati anche dal precedente insuccesso, non vogliono esporsi, ma hanno trovato, nel corso di oltre quattro anni di lavoro e di contatti, numerosi investitori privati intenzionati a collaborare a un progetto bancario. Non più un’azienda di credito di natura popolare, ma pur sempre una banca “pratocentrica” intenzionata a investire realmente sul territorio pratese. Questi ex promotori della BPdP hanno iniziato un percorso di ascolto all’interno del tessuto economico e sociale cittadino, chiedendo se stavolta i tempi siano veramente maturi per restituire a Prato la sua banca.

Francesco Garbin Guarducci
(Comitato promotore Banca di Prato)

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