Malgrado i decenni trascorsi e le conquiste civili e sociali – almeno sulla carta – , certi schemi del passato e un arretramento sul fronte dei diritti e dell’equità hanno determinato una derive fasciste, che si va evolvendo rispetto ai regimi dittatoriali del ventennio.
A preoccupare l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, che ha lanciato la Giornata Antifascista per sabato 27 maggio, non sono solo i nostalgici, che cercano riferimenti osceni in situazioni globali e locali altrettanto critiche, ma le derive xenofobe, intolleranti e violente di gruppi neofascisti, sempre più dilaganti.
Altrettanto allarmante appare l’inadeguatezza delle istituzioni e della società a reagire a queste nuove minacce.
Non c’è infatti un’identica sensibilità a contrastare l’apologia di fascismo – sebbene la legge ‘Scelba’ sanzioni certi atti e la legge ‘Mancino’ contrasti manifestazioni autoritarie e violente – e forse nemmeno un’autentica repulsione popolare per la barbarie che quei simboli rappresentano.
La giornata rilanciata anche dal comitato provinciale di Prato su “BASTA FASCISMI!” pone dunque anche un’altra questione e cioè: “cosa vuol dire essere antifascisti oggi? Basta essere contrari a quelli che fanno il saluto romano o c’è ancora spazio nella società per rivendicare e praticare i valori come la libertà di espressione, della convivenza plurale e pacifica e della giustizia sociale?”
La stessa società – sempre più precaria e frammentata – vive in uno stato di individualismo indifferente e impotente, che influisce su relazioni interpersonali, tendenti alla contrapposizione e alla prevaricazione sul prossimo. Così, mentre gli interessi organizzati speculano anche sui disastri del nostro paese, si scatenano guerre fra poveri, dimenticando un elemento fondamentale per un popolo che può definirsi tale: la solidarietà.
In un contesto simile si insidia facilmente l’idea dell’uomo forte al comando, la propaganda identitaria di tipo reazionario e di stampo nazionalista, perpetrata da movimenti qualunquisti e da partiti di sempre meno liberali e più marcatamente liberisti o addirittura liberticidi.
Anche a Prato, gli stessi tentativi di censura di un cantante discutibile ma innocuo, a confronto di chi si fregia di ‘orgoglio nazionale’ chiamando a sé gruppi estremisti e violenti, che come Casapound hanno collezionato centinaia di denunce e condanne nel solo anno 2016, sembra dimostrare l’importanza dell’impegno contro tutte le discriminazioni, i conflitti e le ingiustizie; per la salvaguardia dei beni comuni e per la convivenza pacifica e plurale, valorizzando la nostra Costituzione.
C’è un’intensificazione del fenomeno neofascista che fa spesso il paio con le politiche di governi sempre più autoritari, fautori di leggi speciali o di stati d’emergenza. Non sono solo i casi dell’Ungheria, dell’Austria o dei successi elettorali di destre xenofobe nei Paesi Bassi e in Francia, ma la diffusione capillare di un sistema predatorio che si auto-alimenta.
Ancora più grave è l’impatto sulle giovani generazioni delle dimostrazioni d’odio che imperversano in modo particolarmente preoccupante nel web, e che l’ANPI ha censito con il dossier su ‘La Galassia Nera’ .
Proprio per questo la giornata antifascista di sabato 27 maggio a Prato si è distinta in un un doppio appuntamento, iniziato con il presidio informativo e musicale in piazza delle Carceri, che ha visto la partecipazione di CGIL, Arci e Libertà & Giustizia; insieme alle performace dei Fratelli Rossi, del poeta di Ottave Rime ‘Giovanni da Prato’ dell’artista turco Murat Oeznul.
In serata poi spazio all’approfondimento su “Derive nazionaliste e neofasciste e prospettive dell’antifascismo oggi” , patrocinato dalla Provincia di Prato e arricchito dagli interventi di storici locali, sociologi, ricercatori esperti di neofascismi e contributi di referenti del mondo dello sport e della scuola.
Una giornata Anpi contro i neofascisti
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