A Figline di Prato, verranno ricordati il 6 settembre, anniversario della Liberazione della città ma, anche, dell’eccidio nazista del quale finirono vittime. Si chiamavano Bruno Cialdini Bruno, Giovanni Giraldi, Leonetto Lippini, Quinto Martini, Umberto Ridolfi, Lorenzo Risaliti, Rolando Pagli, Adolfo Toccafondi, Domenico Ventura, Benito Ventura, Elio Danesi, Dino Pizzicori, Dino Benincasa, Guido Staicovik, Guido Giunti, Fiorenzo Mugnaini, Natale Ciampi, Gustavo Delfini, Marcello Panconi, Manfredo Pasquinelli, Fernando Rapezzi, Fiorello Bini, Mario Tronci, Alessandro Vannoni, Attilio Spano, Bruna Zucca, Nicolaief, Mauro Marradi. A loro, due dei quali sovietici, si aggiunge un altro giovane, sempre sovietico e rimasto ignoto.
Sono 29 ragazzi uccisi barbaramente dai nazisti.
Prato fu liberata il 6 settembre 1944, dopo un intero anno d’occupazione. Quel giorno le truppe tedesche lasciarono la città, ma prima di abbandonare definitivamente il campo portarono a termine un eccidio efferato: 29 giovani partigiani catturati alla fine di uno scontro a fuoco avvenuto nella notte precedente furono impiccati nel paese di Figline, sotto l’arco di via Maggio.
L’eccidio di Figline ricordò a tutti che la guerra continuava e per l’Italia non era ancora giunto il momento di festeggiare la pace.
Non più di 15 giorni fa è stato deturpato il bassorilievo di Leonetto Tintori sul cippo che ricorda proprio l’eccidio nazista.
Forse neanche adesso, a oltre mezzo secolo di distanza, non è l’ora di festeggiare la pace, visti anche i numerosi atti simili che sono stati compiuti in varie parti d’Italia insieme alle tante manifestazioni di intolleranza fascista fomentate da una destra che appare sempre più forte e minacciosa nel Paese e in tutta Europa.
Per questo la memoria di Bruno, Giovanni, Leonetto e gli altri diventa memoria di un futuro che ha ancora bisogno di voci democratiche. Il 6 settembre, come ogni anno, si celebrerà il ricordo di quei ragazzi e la ritrovata democrazia. Quel giorno forse in tanti sentiranno la responsabilità di contribuire a una nuova Resistenza per difendere i valori della nostra Costituzione e sconfiggere ogni nuova forma di neofascismo.