A cosa servono gli occhi è una raccolta di sei racconti di Laura Del Lama. Di che cosa parlano? Trovo noiose le descrizioni dei volumi di racconti dove si elencano i contenuti di ogni singolo testo; forse meglio cercare di rendere una visione d’insieme del lavoro o del perché l’autore ha scelto di esprimersi attraverso il racconto, genere spesso poco considerato dal mondo editoriale e ignorato da tutti gli altri mondi.
Non ricordo il nome, ma un tale dice i racconti brevi sono derivati dal cinema e tendono a soddisfare le esigenze di una generazione cresciuta col cinema e la televisione e dunque tesa a respingere le esposizioni descrittive e impaziente di avere un intreccio istantaneo. Per convalidare questa tesi fa notare che spesso le presentazioni dei film, rapide, scattanti, allusive, sono più accattivanti di tutto il film. Mentre a detta di Alberto Moravia, e qui ricordo bene, l’abilità dell’autore di racconti sta nel saper staccare la pena al momento giusto, più che nel terminarli per filo e per segno.
Lo sa bene Laura Del Lama, come sa, sin dalla prima frase, entrare subito mel cuore della narrazione. Senza preamboli, ci troviamo davanti a personaggi tanto irrisolti quanto umani, lontani dai clichè di cui è piena tanta narrativa odierna, i cui limiti e mancanze, nell’immediatezza della forma breve, partecipano quasi fino a specchiarsi nel vissuto di chi legge.
«Mi pento di aver voluto un figlio a tutti i costi», dice la protagonista di Il filo sottile; nel racconto La cagna leggiamo «solo un avvertimento: le cause delle nostre sofferenze non si possono imputare agli altri».
Come in una rissa da bar, in un racconto, devi afferrare al volo un posacenere una bottiglia e colpire per primo, chiudere veloce la questione; diverso il romanzo, più simile a un incontro di pugilato in piena regola e nel rispetto delle regole, dove il pugile, a un certo punto della preparazione, cancella dalla testa l’avversario e si allena, fatica… combatte contro se stesso: fino al giorno del match, il pugile; fino alla fine del romanzo, il romanziere.
Il grande Stephen King paragona il romanzo a un matrimonio e il racconto a una scappatella. Bel guaio: come fa uno scrittore/scrittrice a dire alla propria compagna/o che predilige il racconto? Cavoli suoi.
Non è il problema di Laura Del Lama, ne approfitto così per ricordare che ha esordito nel 2009 col romanzo Non so dove ho sbagliato ri-uscendo indenne anche dal corpo a corpo con sé stessa.
A cosa servono gli occhi di Laura Del Lama, Noripios, 2017.
Laura Del Lama è nata nel 1975 a Firenze ed è operatore tecnico comunicazione LIS (Lingua dei Segni Italiana). Ha pubblicato il romanzo Non so dove ho sbagliato (Cult/Barbes, 2009) oltre a racconti su riviste e antologie tra cui Drugs (Guanda, 2011) ed È tutta una follia (Guanda, 2012).
Lorenzo Mercatanti