Eh… beate le api che nascono sapendo esattamente cosa devono fare…
Ho finito le sigarette.
Il tabacchino dovrebbe essere aperto.
Diciannove e venticinque.
È aperto.
Puzzo.
Fa niente, non c’è tempo per lavarmi.
Indosso le scarpe.
Esco.
C’è una nuova, sta servendo un cliente. Mi fa un cenno di saluto da lontano, mi vede e nota che la sto guardando, e mi dà le spalle come per mostrarmi il fondoschiena. Bel paniere, a metà strada tra quello di Scarlett Johansson e quello di Jennifer Lopez, ma io non posso fare pensieri sudici perchè prima di uscire stavo leggendo i saggi di Noam Chomsky sulla guerra. Azzero il mio desiderio sessuale come fa un tassista col tassametro; non posso pensare al sesso in questo momento. Il mondo ha davanti a sé una grande bugia, un indottrinamento costante pompato giorno e notte dalle istituzioni, dai tg e dalle pubblicità che rendono le persone intelligenti abbastanza da saper fare un lavoro e stupide quanto basta per non capire quanto in fondo al culo lo stanno prendendo dallo stesso sistema che li ha generati e allevati, e vengono così direzionati, meccanicamente, verso futili quesiti e desideri effimeri, tenendo ben nascosti i veri problemi, e la verità. Pasolini ci era arrivato, ma lui, come dire, mi aveva donato un quadro che dovevo completare da solo. E io sto cercando di completarlo. Non si riesce a capire come in una civiltà detta avanzata si debba spendere denaro pubblico per lo studio di armi “intelligenti” e che per assurdo tutti siano d’accordo o indifferenti riguardo la cosa; sono convinto che una bomba potrebbe avere pure il cervello di Einstein, ma a nulla serve se chi decide di azionarla e spedirla verso l’obbiettivo ha il cervello grande quanto una nocciolina. Sovraffollamento da record, povertà ai massimi storici, precariato, suicidi, analfabetismo del nuovo millennio, criminalità in aumento e quegli imbecilli spendono 65 milioni al giorno di soldi pubblici per lo studio di armi avanzate. D’accordo che con qualche bomba si potrebbe limare il problema del sovraffollamento, ma sessantacinque milioni al giorno mi sembrano un po’ tantini. Tralasciando anche quel piccolo affare che ammortizza i costi per i cari produttori di armi, che rivendono sotto banco armi obsolete a popolazioni circondate dal deserto, con il paradosso che quelle stesse armi sono poi usate anche contro di chi gliele vende, che, tanto, ha quelle più avanzate. È lì il bello.
Ora la barista mi sorride, vuole capire se ho interesse per lei. Cara, in un’altra occasione ce l’avrei anche ma non ora che sto per arrivare alla verità. Sono un ex dandy e il profumo di dandismo mi è rimasto addosso, lo so, non si può togliere fascino a chi ne ha, ma non distrarmi, per favore. Ci sarà tempo anche per te, forse, un giorno, se non verrai licenziata. Ma per ora il licenziato sono io e il tempo che ho a disposizione non lo spenderò certo per corteggiarti, anche perché soldi per portarti a cena non ne ho, contando pure che potresti essere una di quelle rare creature che non scrocca come fanno i bambini con gli adulti.
Così mi faccio dare le sigarette, pago, prendo il resto e con totale indifferenza me ne vado senza nemmeno guardarla negli occhi. Ci sarà rimasta male. Voleva sentirsi attratta, voleva uno sguardo di compiacimento. Ma ora non ho tempo per lei e il mio glaciale distacco dovrebbe aver suscitato ulteriormente la sua attenzione.
Dio, che cosa grandiosa lo stereo in macchina, se non esistesse credo che ne sentirei comunque la mancanza. È una goduria indescrivibile quella di sedersi al volante avendo il diritto di poter scegliere cosa ascoltare. E visto che posso scegliere, oggi scelgo Miles Davis. Il cd è tarocco ma solo perché in negozio costa venticinque sacchi. E se devo spendere venticinque sacchi preferisco spenderli per l’erba. Poi il cd me lo masterizzo, così lo ascolto mentre fumo.
Ora devo concentrarmi.
In casa faccio per mettermi alla postazione: libro, quaderno per gli appunti, matita temperata, blues in sottofondo, concentrazione…
Cristo, però, aveva davvero un bel culetto quella ragazza.
Perché non riesco a limitare come voglio il mio istinto primordiale, perché sento pulsare questa esigenza fisiologica? Perché ora che sono qui davanti alla verità vorrei essere seduto di fronte al culo di quella barista? Siamo davvero una specie intelligente come dicono? E se siamo così intelligenti perché non riesco a non pensare alle sue natiche? La fisica quantistica non ha ancora saputo dare una risposta concreta a riguardo e Freud non mi ha convinto. Quella scienza inizialmente proclamata rivoluzionaria, che avrebbe dovuto cambiare il mondo migliorando l’esistenza, che avrebbe compreso e diffuso cosa fosse davvero la psiche mi avrebbe convinto se non avessi visto come ha ridotto e quanto ne dipende uno come Woody Allen; e non perché si è scopato la figlia adottiva. Quello è il meno, probabilmente l’avrei fatto anche io.
Vorrei essere asessuato almeno per un giorno. Se glielo dicessi ai miei penserebbero che sono frocio e a dire il vero non avrebbero tutti i torti. Ma mica perché sono frocio, ma perché la loro eterosessualità li porterebbe a storcere il naso davanti a qualsiasi altra forma sessuale che non sia la loro. Io potrei dire che sono asessuato, omosessuale o leopardato che per loro sarebbe la stessa cosa. Basterebbe un orientamento differente dal loro, qualunque esso sia. Anche con sguardo scientifico è esattamente così che funziona. L’asessualità è stata distinta e catalogata insieme alle altre forme di sessualità. Quando ho letto la notizia ho pensato se essere etero fosse davvero un pregio dal valore inestimabile. Stare sempre lì a rincorrere uno sguardo, un sorriso, un culo. Magari riesco a raggiungerlo, mi spremo di energia, dono il mio tempo, vado in rosso come al solito, e poi? E poi la psiche femminile ti uccide come una siringa piena d’aria che tu stesso ti farai sparare in vena, e avrai il sorriso sulle labbra, e dovrai essere abbastanza sveglio da andartene prima che il suo orologio biologico si metta a bussare se vuoi evitare l’incremento di inutili vite umane in un mondo non ancora all’altezza di ospitarle. Ma i miei li capirei, anni e anni a immaginare una vita per un figlio che poi cresce e ti sembra che provenga da un altro mondo; cosa che, per altro, già pensano.
Se fossi asessuato non cadrei nella trappola della tentazione come un pivello. Che poi non si tratta nemmeno di tentazione, è un pensiero fisso, costante, eterno come la stupidità di mia zia Flora o come il debito pubblico. Da asessuato non l’avrei nemmeno degnato di uno sguardo il culo di quella barista e adesso non ce l’avrei scolpito nel cervello. Che poi aveva anche la fede al dito. Se una pollastra mi mostra volutamente e voluttuosamente le sue rotondità posteriori con malizia per farsi guardare, io non resisto, guardo. Sono nato anche per questo. Magari non ci penso, non vorrei pensarci, anzi penso ad altro, poi ne vedo uno e sono fottuto. Allora non sono poi così evoluto come pensavo. Però sono stato bravo ad andarmene in quel modo, anche se adesso non riesco a pensare che a quelle forme tondeggianti, a quella carne formosa, sinuosa, succosa e invitate, ondulata come le onde del mare…
No, così non va bene. Non può essere ridotto tutto al pansessualismo. Devo sopprimere il mio istinto e mettermi con cura a leggere la verità lapalissiana, che è l’unica cosa che tiene in vita la mia fiamma che brucia ardente, la voglia di sapere. C’è solo un modo per placare il mio animo in questo momento: devo masturbarmi.
Tutto ciò è assurdo, uno si applica tanto, desidera fermamente conoscere la verità e per colpa di una simpatica e attraente barista tutto si frantuma. Chissà i miei antenati come si eccitavano, chissà quante erezioni ci sono state prima della mia, chissà da chi si sta facendo montare quella cagna della mia ex. Solitamente, senza masturbazione, ho dalle quindici alle venti erezioni al giorno. Invece con una lucidata di quelle come si deve riesco ad averne solo tre, quattro al massimo. Questi non sono dati effettivi e perenni, sono dati che variano in base ai molti fattori che incidono.
Anche se mi impegno a dimenticarmi di questo pezzo di carne che ho in mezzo alle gambe, nonostante i miei sforzi, a un certo punto, può essere per un particolare strofinio coi boxer, o per le carezze con la mia mano mentre leggo, o il pensiero di una barista senza vestiti, questo pezzo di carne si fa vivo, esulta, vuole essere preso in considerazione. E allora tutti i discorsi sulla verità cadono come un vetro che si schianta in terra, la concentrazione scappa come un coniglio inseguito da un leone, e io non devo fare altro che masturbarmi, per poi, dopo aver eiaculato tutto quello che c’è da eiaculare, tornare sui miei passi, dopo quella pausa non calcolata e nemmeno cercata, e poi stare bene, essere libero, fino a un nuovo sussulto da parte di questo pezzetto di carne.
Ha ragione Dawkins quando dice che noi siamo macchine da sopravvivenza, robot semoventi programmati ciecamente per preservare quelle molecole egoiste note sotto il nome di geni; e se penso allo schifo da cui proviene l’umanità e le difficoltà a sopravvivere in un mondo ostile o anche solo che Hawking è riuscito ad avere dei figli essendo paraplegico, completamente incapace di muovere un muscolo ma in grado di avere erezioni abbastanza potenti da permettere alla moglie di infilarsi l’uccello dentro per farsi ingravidare, il discorso di Dawkins diventa più che credibile.
Forse siamo come le api. Sappiamo cosa si deve fare ma i sogni, le ambizioni e l’ego annebbiano il vero compito che ognuno ha sulla Terra. Altrimenti la costante e perpetua voglia di scopare mia e di tutti quelli che conosco non si spiegherebbe. Pensiamo che desideriamo solo scopare perché il nostro corpo è programmato per riprodursi, non per scopare come pensiamo; che sia bello scopare è solo un’illusione biologica, infatti si dice che solo i delfini, le scimmie Bonobo e noi godiamo scopando; a parte le donne frigide, ma quello è un incidente di percorso che può capitare e per fortuna queste sfortunate creature non sono molte, fanno parte di una cerchia molto esigua. Spero.
Il sesso per gli uomini è come un ritardo mentale. Io potrei anche pensare alla verità e a come risolvere i problemi del mondo, ma quando vedo un culo non riesco a pensare ad altro. E se fosse questa la chiave per risolvere le cose? Serve un ricatto. L’uomo è schiavo dei propri impulsi sessuali, cosa che per la donna invece non è, e se lo è non in questa forma così spiccata e animalesca. E se la donna usasse questo a suo vantaggio? Se le mogli dei guerrafondai dicessero «Se tu e i tuoi amichetti fate sganciare le bombe in quel Paese arretrato per avere più interessi economici di quante ne avete, io non solo non te la darò più ma chiederò il divorzio, dirò a tutti che mi picchiavi e che ce l’avevi piccolo, mi procurerò dei lividi con la borsa di Gucci che mi hai regalato e avviserò ogni donna che incontrerai di questo, e anche loro non te la daranno, per solidarietà femminile. E così tu non scoperai più per tutta la vita perché ti toglierò tutto quello che hai al punto da non poterti nemmeno permettere un pompino in macchina da una prostituta». E se fosse questa la chiave per far finire le guerre? «Se fai la guerra non te la do». Purtroppo non sono una donna e non potrei costatare se una cosa così funzionerebbe, ma contando come mi ricattava sessualmente la mia ex quando voleva che le comprassi un vestitino del cazzo da trecento euro, e contando pure che ci cascavo sempre, potrebbe funzionare. O forse no, forse sto sbagliando tutto. Probabilmente gli uomini fanno le guerre perché la loro donna la sera prima non gliel’ha data e così sfogano la loro frustrazione su piccole nazioni in via di sviluppo e addestrando i figli dei proletari che non trovano lavoro promettendogli lo stipendio se si fanno addestrare per togliere vite su comando in nome della “patria”. Ma no, probabilmente ho sbagliato ancora; fanno la guerra perché dicono il contrario di quello che ho detto: «Se vuoi scoparmi fammi vedere che sei un uomo, manda i tuoi in guerra, e vincimela!». Sinceramente non so se qua c’ho azzeccato, so solo che pur avendo le stesse esigenze di tutti gli uomini, molte cose non le capisco. In ogni caso penso che le donne hanno più potere di quanto pensano, se solo non lo usassero per ottenere casa, cibo, vestiti e scarpe gratis.
Nel brodo primordiale le prime forme di vita unicellulari erano asessuate. Lo dice da qualche parte Darwin. Nonostante questo si sono riprodotte ugualmente, grazie ai replicatori, questo lo spiega bene Dawkins. È colpa di quei bastardi di replicatori se siamo arrivati a questo? Forse a quest’ora non sarei qui a trastullarmi con questi pensieri con una imperiosa erezione, non conoscerei Shakespeare o Hemingway, non avrei mai visto un film di Sergio Leone, non avrei mai sentito “Imagine”, non avrei mai provato l’emozione di un pompino fatto ad arte, Freud non avrebbe mai constatato che un bambino avrebbe il piacere di defecare in faccia a qualcuno, nessuno avrebbe capito che siamo su una palla che gira su se stessa e attorno a un’altra palla che ci riscalda la pelle e illumina i giorni, nessuno avrebbe elaborato la teoria del multiverso e non sarebbe mai esistito un fattone sdraiato sulle scale del municipio alle tre di notte che si chiede «Dove siamo?», nessuno avrebbe inventato la lampadina o la manina grattaschiena, ma sicuramente quelle cellule devono esser state perfette. Credo che fossero energia pura. Perfette. O forse sono io che mi faccio distrarre così tanto dal culo di una barista. L’eccitazione sessuale causata dalle natiche… pigofilia! Deve essere quella. O forse ha ragione Sartre in quella frase che faceva tipo “La patria, l’onore e la libertà non sono niente. L’intero universo gira intorno a un bel culo”.
Ho perfino dovuto togliere dallo schermo lo sfondo della Joanson in costume, girata di spalle. La foto l’avevo scaricata da un blog che mostrava primi piani della cellulite di donne famose, tra queste anche Scarlett. Si vedeva che erano contro, che volevano sminuire quelle donne solo perchè avevano un filo di cellulite. Qualcuna ne aveva di più, e allora? Se io fossi una diciottenne fragile, stupida e superficiale avrei l’incubo della cellulite dopo aver letto quell’articolo. Sono cose che non capisco, fanno male. È così affascinante la cellulite in una donna. Direi che è anche qualcosa di più e credo che sia un problema solo quando questa, la cellulite, raggiunge la fronte, ma per il resto non trovo motivi per stare a preoccuparsi. Anzi, proprio per questo ho dovuto togliere la foto. Guardavo i documentari di Moore, leggevo on line gli articoli di Internazionale o di Repubblica ma ogni volta che il mio sguardo finiva sullo sfondo dovevo masturbarmi. Questo non solo perché Scarlett è una delle donne più affascinanti al mondo, ma anche perché quel lieve strato di cellulite su quei fantastici glutei mi fa perdere la testa. La leccherei tutta, dalla testa ai piedi, la mia Scarlett, e la sua cellulite; in molti la criticano, la cellulite, ma io la vedo come in quella canzone che fa «Sono un povero esteta, maestro del piacere, delle regole analfabeta».
Che invidia però. Vorrei regredire fino a quel momento per raggiungere quel tipo di perfezione che avevano i replicatori nel brodo primordiale per non lasciarmi distrarre dal culo di una sconosciuta visto per la prima volta. In quello stato potrei trovarla la fottuta verità, forse potrei addirittura commettere un omicidio senza venire arrestato, sempre se non mi sia arruolato nell’esercito, ovviamente. Ma non credo sia possibile pensare alla verità senza una corteccia cerebrale e tutto il resto, ma chissà, forse quella sarebbe stata la verità senza il bisogno di doverci pensare. Forse sarei stato in mezzo alla verità. Ma anche adesso lo sono, solo che non è facile comprenderla. Alcuni credono di averla compresa e invece, nonostante il vantarsi di aver compreso una cosa che non hanno compreso, non ci hanno capito granché, altrimenti non terrebbero nella stessa macchina un navigatore satellitare e una croce di Cristo annodata allo specchietto, e non crederebbero che sia giusto addestrare dei soldati per uccidere quante più persone possibili mentre un solo cittadino non può ammazzare neanche il tizio che si è scopato sua moglie. Come potrei nutrire anche un solo briciolo di rispetto per queste scimmie sull’altalena? «Credi in quello che ti diciamo di credere, impara quello che ti insegniamo, compra quello che ti diciamo di comprare, lavora quanto ti diciamo di lavorare e paga le tasse per finanziare l’esercito!», e loro, con fare scimmiesco «Va bene…»
Non devo lamentarmi, non posso cincischiare su questi pensieri.
Eiaculo cercando di non sporcare in giro, mi do una rinfrescata per togliermi l’odore antico di sudore, caffè, bombetta d’erba che non ha mai ucciso nessuno e mi metto col capo sui libri. Voglio essere pronto e lucido e mi ritengo fortunato. La masturbazione non si deve corteggiare, non bisogna spendere nemmeno un centesimo, e, una volta completata l’opera, non c’è bisogno nemmeno delle coccole e di inutili parole. Basta un fazzoletto, che per fortuna non parla. E questo non lo dico perché preferisco stare da solo o cosa, ma ho iniziato a dirlo da quando non ho più conosciuto donne interessanti al punto da non farmi pensare in questo modo, quindi, se devo stare con una tanto per starci, meglio farmi una sega.
Un ex dandy alla ricerca della verità o trova quella che ne vale la pena o si masturba.
Credo che Boudelaire mi darebbe ragione e pure Gaber sarebbe d’accordo.
Ora posso continuare, in totale mansuetudine, senza distrazioni, fino alla prossima erezione.
Vincenzo Spinelli