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Una donna speciale (Roberta Bondioli)

Mi stupisco sempre più della capacità prettamente femminile di vivere situazioni al limite dell’impossibile da sopportare e di avere sempre pronto un sorriso.
Le riconosci da lontano le sopravvissute: hanno rughe ai lati degli occhi derivanti dal sorridere con il cuore, non sorriso di circostanza che mette in moto solo i muscoli labiali, ma quel sorriso che illumina il volto, fa brillare gli occhi e dimenticare i dolori di tutti i giorni.
Mentre mia madre era in ospedale con una grave infezione ho trascorso buona parte della mia giornata seduta su di una sedia, a fianco a lei, a disposizione per le sue necessità.
Di fianco è ricoverata Rosanna, una bellissima signora di circa 76 anni, che ha iniziato a raccontarmi la sua vita.
Storia di ferite mai ricucite, di dolori e di fatiche, quanto è forte questa donna, ormai anziana, malata ma con una energia e una voglia di vivere che non trovo neppure in persone della metà dei suoi anni.
Mi inizia a raccontare della sua infanzia, una storia come tante, figlia di famiglia di contadini che neppure avevano da mangiare tutti i giorni, con un padre rassegnato e che non vede altra alternativa che fare maritare le figlie con un buon partito.
L’amore? l’amore mi dice, si cerca quando la pancia è piena, altrimenti si guarda la posizione, la casa, il lavoro e tutto il resto non importa.
È così che Rosanna si trova sposata a neppure 20 anni con un uomo che le sembra soddisfi queste condizioni.
Già dai primi giorni di vita matrimoniale impara a conoscere il lato arrogante e cattivo di questa persona. Tutto deve essere esattamente come dice lui, lei non ha diritto neppure ad andare a trovare la sua famiglia che abita nel paese vicino.
Diventa schiava, lavora tutto il giorno nei campi e alla sera deve soddisfare le voglie di suo marito che le fa conoscere con prepotenza e senza aspettare che sia pronta cosa vuole dire essere donna.
Lei ascolta ogni sera con tremore e paura l’arrivo di lui, Avrà trascorso una giornata tranquilla?
Altrimenti sono botte ed umiliazioni per ogni presunta mancanza. Più lei cerca di accontentarlo facendosi umile e cercando di non irritarlo, più lui la tratta come l’ultima delle prostitute.
La umilia in infiniti modi; a volte la spinge contro il muro senza una parola e si diverte a violentarla in tutte le forme possibili.
Quando Rosanna si lamenta dicendo che li potrebbero vedere ride a squarciagola dicendo che lei non merita nessuna considerazione; la gente deve capire che razza di puttana si è messo in casa.
Non le resta che tacere, per non provocare ancora di più la sua rabbia, tenendo stretto nel cuore la sofferenza e la frustrazione di questa vita. Ha una gioia nel cuore, sa di aspettare il suo primo figlio.
Lui accoglie la notizia con felicità, finalmente quella stupida di sua moglie riuscirà a fare quello per cui l’ha sposata. Un erede, un figlio naturalmente maschio che lo faccia sentire ancora più uomo ed ancora più forte.
Cessano le botte fisiche in questo periodo per non fare del male a colui che è la dimostrazione della sua mascolinità. Non cessano invece le offese e le sopraffazioni psicologiche, rese più forti dalla difficoltà sempre crescente, man mano che la gravidanza avanza, di compiere i suoi doveri
quotidiani.
In questo periodo Rosanna si accorge che il marito ha un sacco di donne con cui la tradisce;
donnette che vogliono portasi a casa qualche soldo e si lasciano comprare per pochi spiccioli.
Ma per tante donne non vi è altra alternativa se non sfamarsi con il proprio corpo, quando la mente non è altrettanto capace di farlo.
Lei spera solo che la lasci in pace, non si avvicini più a lei come nel passato, con una malignità che non è sicuramente un sentimento umano.
Invano, nonostante le dimensioni ormai raggiunte, non le lascia tregua.
Non si tratta ancora di atti di violenza fisica, ma le parole lasciano delle ferite nell’ anima che non si riescono a rimarginare.
Arriva Edoardo, primogenito maschio come nei suoi desideri. Rosanna spera di averlo, almeno per una volta, reso felice.

Per una donna la nascita del primo figlio è un passaggio fondamentale; occorre che nasca la “mamma”.
La natura ci dona la capacità di entrare in simbiosi con il proprio cucciolo, di capirne i pianti ed i bisogni, ma è un passaggio difficile.
Rosanna non ha il sostegno di nessuno; lui non vuole che i genitori di lei si avvicino a casa loro e la lascia giorno e notte sola con il piccolo pargolo.
Torna a casa che puzza di alcool e profumo femminile e la umilia di nuovo in mille modi, facendola sentire brutta e incapace di farsi apprezzare dal marito.
Io la interrompo nel racconto, le chiedo come ha fatto a resistere in queste condizioni.
Mi dice con voce rassegnata e un sorriso di chi ha vissuto intensamente i dolori della vita e non lo vuole mostrare a nessuno: «Cara mia, tu sei giovane ed hai un tuo lavoro, hai una casa e hai studiato. Io non avevo nulla di questo, come avrei fatto a crescere il mio bambino? Non avevo scelta, solo il pane e il tetto che mi dava bastava per restare!»
E ancora una volta una donna si sacrifica per il proprio cucciolo, sperando sempre in un miracolo.
E in questo modo i figli diventano tre, sempre amati e voluti da lei, sempre maltrattati e non rispettati da lui.
La vita passa e finalmente diventano grandi; sono bambini cresciuti prima del tempo.
Si legge sul loro viso la tristezza della vita famigliare che hanno dovuto subire.
Le paure vissute quando di notte il padre rincasa e ubriaco prende a pugni la moglie, colpevole di non avere pulito a fondo la cucina o del fatto solo di esistere.
Una notte lui ha bevuto più del solito, entra rumorosamente in casa e il piccolo, spaventato, si mette a piangere in modo irrefrenabile. Antonio la spinge giù dalle scale e prende a schiaffi il bambino, mentre con un pugno spacca un vetro ed inveisce contro il mondo intero.
Interviene il fratello maggiore, ormai adolescente e ne esce una zuffa che viene sedata dai
poliziotti chiamati dai vicini preoccupati della situazione.
Rossana capisce che deve andare; questa situazione porterà alla morte di uno di loro, non può continuare questa vita, i suoi figli hanno diritto ad una vita migliore.
Hanno bisogno di avere la tranquillità e l’amore di cui tutti i bambini necessitano per crescere e lei non può vederli ancora circondati di odio e di rancore, rischiando la vita giorno per giorno.
Senza dire nulla al marito, riesce a prendere la patente, prima tappa per potersi rendere indipendente.
Non ha studiato ma è una persona intelligente. Analizza le proprie capacità e capisce che potrebbe offrirsi come cuoca, essendo la sua dote migliore unitamente alla cordialità e semplicità che la fanno apprezzare da tutti.
Finalmente l’occasione: il ricovero poco distante da casa loro cerca una donna esperta in mansioni femminili ed in modo specifico che sappia cucinare per la mensa interna.
I figli grandi sono ormai maggiorenni e si riescono a prendere cura del piccolo, ormai adolescente.
Un giorno di primavera, il 21 marzo, data simbolica di rinascita, lascia la casa del marito e si avvia per una nuova vita, finalmente limpida e serena anche nella fatica che si deve sobbarcare per la gestione dei figli e del nuovo lavoro.
Ha già trovato da tempo una sistemazione in affitto da una amica ed ora si sente finalmente pronta!
Antonio torna a casa e non trova nessuno.
Non può nemmeno pensare di essere abbandonato, si dispera alla ricerca di quanto è successo e quando capisce cosa è avvenuto, non riesce a capacitarsi della cosa.
La sua Rosanna, i suoi figli, lo hanno lasciato!
Promette di cambiare, giorno dopo giorno, mattina dopo mattina si reca davanti alla nuova casa
della moglie con la scusa di vedere i figli.
In realtà vuole di nuovo riconquistare il potere che ha perso, non può accettare di essere stato respinto da una nullità come la moglie.
Lui non conosce amore. Conosce possesso, piacere fisico, piacere nel vedere la sua famiglia tremare davanti a lui.
Si sente potente, si riscatta da una vita che lo ha deluso, si sente qualcuno in questo mondo dove non è rispettato e ricercato da nessuno.
Sono i deboli e gli insicuri che si rafforzano mostrando il proprio potere su chi è indifeso e bisognoso.
chi possiede una grande forza interiore e una propria dignità non ha bisogno di questi mezzi per sentirsi pulito e di valore.
Amore è volere il bene dell’altro, rispettare le diverse individualità e mediare i propri bisogni con quello dell’amato, per creare un nuovo modo di essere unici.
Rossana, come la maggior parte delle donne, lo ha nel sangue il bisogno di dare amore e di
creare le condizioni per fare crescere la famiglia in modo sano.
Resiste per settimane, lui viene davanti alla nuova casa tre volte al giorno, le manda fiori, le scrive poesie, la fa sentire come mai prima.
Tutti le dicono che è una donna senza cuore, non pensa al bene della famiglia?
Lui è un bravo uomo, lavora molto e nel tempo è riuscito a mettere da parte un piccolo patrimonio.
Lei non considera queste cose? Ha comprato un appartamento ad ognuno dei figli, che nel frattempo si sono allontanati da questi luoghi di dolore, chi sposandosi, chi accettando un lavoro presso la vicina città.
Poi le dicono i vicini, alla fine ti vuole bene, ti ha mantenuto fino a che i figli sono stati autonomi,
non ti ha fatto mancare nulla, tu che non hai un titolo di studio o una rendita di famiglia.
Lei cede, si illude delle belle parole di Antonio, dimenticandosi dei momenti di terrore vissuti in precedenza.
Lo riprende in casa. Dopo un primo periodo da regina, tornano ad esserci i primi screzi, le prime
subdole offese e mancanza di considerazione del proprio valore.
Di nuovo le solite frasi cattive che la tormentano. «Donna senza cuore, gli ha allontanato i figli,
lo ha fatto passare per un violento, addirittura offendendolo davanti alle forze dell’ordine.
Lei che non vale nulla, cosa pensava di fare senza di lui?»
Io interrompo Rosanna e le chiedo: «Ma perché di nuovo?»
lei mi risponde: «Cara mia, certe persone non possono cambiare, c’è chi nasce naturalmente buono e chi nasce naturalmente cattivo. Stai attenta tu che sei giovane ai segnali che un uomo ti manda:
se ti senti manipolata, prima amata e subito dopo offesa, se piano piano ti fa pensare male di te stessa e disintegra lentamente la fiducia che provi nelle tue capacità, allontanati subito!
Scappa, finché sei in tempo! ti può invischiare con le sue armi seduttive e in men che non si dica ti troverai schiava di te stessa, presa nella sua ragnatela e ti trascinerà sempre più nel buco nero.
Amati, leggi, acculturati, non lasciarti dominare. sii te stessa, nel bene e nel male e non permettere che nessuno si prenda il permesso di giudicarti e di criticarti.
comportati con coscienza e non avere paura di nessuno. Se sarai te stessa e fiera di esserlo, ti rimarranno vicino solo le persone migliori. I codardi, i manipolatori, quelli che si sentono forti dalla tua debolezza spariranno. Si, si allontaneranno, incolpandoti di tutti i difetti possibili, non non averne a male, sarà la tua salvezza.
Vedrai, rimarrà solo chi vale!! e che ventata di energia nella tua vita! bisogna circondarsi di persone curiose, vitali, che si mettano in gioco e ti spronino a diventare una persona migliore».
Queste parole mi entrano nel cuore, mi sento come se tutta la tensione e i miei problemi quotidiani fossero rinchiusi in un angolino con la paura che mi sfuggissero… ed ora. questo sguardo amorevole che sembra mi voglia accarezzare, questi insegnamenti di vita… ne avevo bisogno, sono arrivati al momento giusto.
Incito Rosanna a continuare la sua storia: sono curiosa di sapere, mi sembra di esserci dentro.
Antonio non riuscirà mai ad amarla come donna, con i limiti ed i pregi delle persone umane.
Lui la considera solo come riflesso della propria potenza ed il terrore che vede nei suoi occhi quando la umilia e la picchia lo fa sentire vivo e potente.
Rosanna è forte, la forza che si forma nelle persone che escono indenni da situazioni impossibili.
Il suo dolce sorriso, la sua mitezza ed allegria riescono a smuovere le montagne.
Un mattino, sempre in primavera, perché’ significa rinascita per lei, fa le sue valigie e parte definitivamente.
Un figlio la accoglie in casa ed inizia una nuova vita.
Diventa la nonna adorata ed onnipresente nella nuova famiglia, continuando il proprio lavoro ed i propri interessi.
Ha ora un gruppo di amiche con le quali sentirsi sé stessa. Si gioca a Pinacolo, serate passate a fare tortellini per la festa del paese.
Poi musica e balli, lei che ha sempre vissuto in un’atmosfera di penitenza e silenzio se non di
paura e terrore.
Ed Antonio? dopo mesi trascorsi davanti alla porta del figlio, porta che resta irrimediabilmente chiusa, si rassegna.
Ancora la vacua soddisfazione di donnine che si prestano per pochi spiccioli, ma le manca lei,
il fulcro della sua vita, colei che amata o odiata, sempre è stata sua.
Si lascia andare, la casa diventa sempre più sporca e lui annebbia il suo dolore nell’alcool e nelle prostitute.
Poco a poco il denaro svanisce e rimane solo, ormai anziano, a raccattare i pezzi della sua vita che non stanno più insieme.
Ciò che si costruisce da giovani lo si gode in tarda età. Così gli affetti, gli amici, il bene che uno ha fatto più si va avanti con gli anni più acquista valore.
Lui non capisce il suo malessere, ora che ha perso i figli e la moglie, è veramente solo.
Si avvicina ai 70 anni ed iniziano i disturbi cognitivi; a volte non mangia neppure e si dimentica di lavarsi.
Lo trovano i vicini in condizioni paurose, sembra un barbone e sta delirando.
I figli decidono di metterlo in casa di cura. A Rosanna piange il cuore a vederlo in queste condizioni e lasciando perdere tutti i dolori del passato, si reca a trovarlo ogni settimana.
Lo pulisce, gli fa la barba, lui ora un bambino nelle sue mani.
Lei è tornata finalmente da lui, ed ora nella sua mente contorta, è forse per la prima volta nella sua vita, felice.

Rosanna ha perdonato quest’uomo che nel dolore e nella gioia ha percorso con lei un pezzo di vita donandole tre figli meravigliosi.
Ora, anziana e malata di diabete si sente comunque una donna libera, felice di esistere e di poter continuare ad essere di aiuto per la sua famiglia e per il mondo intero.
Il racconto termina ed io mi metto a piangere, quei sentimenti che avevo rinchiuso in un angolo del mio cuore si sciolgono e mi sento coinvolta totalmente in questa vicenda.
È un archetipo questa vita, dal dolore e da chi ti prende energie bisogna scappare, difendersi.
La vita è un sola, mi dice Rosanna, non sprecarla!!
Ed io mi avvio verso casa, ormai è notte, e mi porto nel cuore questo insegnamento di cui voglio fare buon uso per la mia vita futura, perché le sofferenze di Rossana non vadano perse.

Roberta Bondioli

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