27 anni, nero carbone, 2 lauree, denti bianchi accecanti, faccia da bravo ragazzo, se fosse stato bianco non avrebbe trovato difficoltà a trovare lavoro ovunque, parla correttamente tre lingue inglese, francese, italiano e la sua lingua madre .
Si presentò in ufficio dopo aver letto l’annuncio su portaportese… impresa costruzioni cerca maestranze qualificate per montaggio e smontaggio ponteggi in giunto tubo…leggo il suo curriculum… a me serve un operaio… «e io ho bisogno di lavorare» dice e sorride .
Assunto, inizi dopo le visite mediche, cantiere aeroporto Leonardo da Vinci, Fiumicino, domani vai al centro medico e fai visita oculista, poi a seguire elettrocardiogramma ecc… paga base, contratto nazionale edilizia, circa 1300.000 lire al mese, ti brillano gli occhi, anche loro neri come il carbone, con quei soldi puoi fare un sacco di cose al tuo paese, soprattutto puoi far mangiare tua madre e tuo padre, i tuoi fratelli, i nipotini, puoi farli studiare, con quei soldi puoi dargli la possibilità di vivere.
Arrivi in cantiere, vai a cambiarti, metti gli indumenti da lavoro, scarpe antinfortuniste, hanno la soletta e il puntale rinforzato, tuta antistrappo, casco, guanti, mascherina antipolvere, siamo in aeroporto, il rumore dei motori degli aerei è assordante, cuffie, poi hai gli attrezzi da lavoro , chiavi inglesi, martello, borsa porta attrezzi, sembri un astronauta… nero.
Prima busta paga, 950 mila lire, 20 giorni di lavoro, sei raggiante, ne mandi subito 500 a tuo padre, mi chiedi se puoi fare qualche straordinario, si il sabato si può, cominci il prossimo, 4 sabati? Circa 360 mila lire in più al mese, significa che i tuoi nipotini potranno veramente studiare, quattro maschi e due bambine.
Si, le bambine dalle tue parti sono considerate come schiave…tu però le farai studiare le tue nipotine.
Hai vinto una borsa di studio, sei venuto a Roma con la voglia di fare, laurea in ingegneria idraulica.
Al tuo paese c’è la guerra tra tribù, da prima che nascesti, stupri , violenza di ogni genere, arti mozzati, il machete è come la playstation da noi, si regala ai bambini per farli giocare, tu però hai studiato, tuo padre ti ha portato al villaggio dei Frati di San Francesco, ti ha lasciato li, eri triste quel giorno, volevi stare con la tua famiglia, i tuoi fratelli, tua madre piangeva ma ti diceva di andare, «studia figlio mio, ma non abbandonare la tua terra, torna quando sarai istruito e potrai fare del bene per noi e per il tuo paese».
Hai scritto a Padre Michele, gli hai raccontato del tuo lavoro, dei soldi che guadagni, di come non finirai mai di ringraziarlo, lui ti ha fatto da padre e da madre quando ne avevi bisogno, sempre presente, ti ha mandato a Parigi a studiare al liceo, università a Roma, lingua inglese, «ho una stanza in affitto con altri due ragazzi a Roma in periferia, Magliana».
«Mando i soldi a Padre Michele, anche le lettere che scrivo ai miei, poi pensa lui a portarle a loro, mia madre non sa leggere, nessuno dei miei, Padre Michele deve rileggere le mie lettere anche tre volte di seguito, e ogni volta ridono ,si abbracciano e piangono di gioia, per me, per loro, per il presente e il futuro che li aspetta, i miei nipotini ora hanno i libri e i quaderni, il più grande, Martin, il primo figlio di mia sorella, ha 7 anni, e da grande vuole fare l’astronauta, ha visto la foto che ho mandato, l’hanno scattata i miei colleghi di lavoro, operai come me, ero sul ponteggio con le cinture legate al ponteggio sembrava fossi sospeso nel vuoto», voglio fare il lavoro di zio … l’astronauta.
É primavera, ormai sono 6 mesi che sei nella mia azienda, grande lavoratore, educato instancabile, sei un punto di riferimento anche per altri miei dipendenti che lavorano insieme a te, voglio regalarti un biglietto aereo per mandarti a trovare la tua famiglia, è Natale e diventiamo tutti più buoni, tu non ci credi… «per me un biglietto aereo , regalo dell’azienda, grazieee boss…» io non sono il tuo boss, «quando posso partire? Lunedi ?! si , non vedo l’ora, gli farò una sorpresa , grazie capo…» e il tuo sorriso è il mio regalo.
É successo nel 95, tu non sei più tornato in Italia, mi hai scritto una lettera, quando ho finito di leggerla ho capito che non saresti tornato più, qualche giorno prima di Natale, poco prima della tua partenza, gli uomini di una tribù con la quale eravate da decenni in lotta, avevano fatto irruzione nel vostro villaggio ed avevano fatto una strage, quella stessa notte sono morti tuo padre e tua madre, 4 dei tuoi nipotini e le mogli dei tuoi fratelli, loro si erano salvati perché erano lontano, erano andati a caccia nella foresta, quando sono tornati al villaggio il giorno dopo hanno trovato tutti morti, solo tua sorella e due suoi figli Martin e Jara, si sono salvati, erano andati al fiume e quando hanno sentito le urla si sono nascosti li sino al mattino. Purtroppo però non è finita li, i tuoi fratelli per vendicarsi, sono andati al villaggio di quella tribù, hanno ucciso quanti più potevano ma poi sono stati uccisi dalla milizia del dittatore di turno.
Ora tua sorella era rimasta sola con due bambini da crescere , aveva perso il marito già prima della strage, e si nascondeva dai frati Francescani.
Tu hai continuato a scrivermi, ogni anno a dicembre mi arrivava una tua lettera, padre Michele era morto tu avevi trovato lavoro con una compagnia mineraria australiana, grazie alla tua seconda laurea, lavoravi a tre ore dal villaggio dei Francescani, Martin si era laureato ormai da 4 anni, grazie alla compagnia Australiana con cui lavoravi, aveva potuto studiare a Sydney, laurea in medicina, non potendo fare l’astronauta aveva scelto la professione di medico chirurgo, oggi che sto scrivendo, ha 30 anni, come mio figlio Federico, ambedue nati nel 1988, lavora come medico chirurgo nell’ University Hospitals Pitiè Salpétrieré Charles Foix di Parigi, è francese di adozione ma pensa sempre al suo paese in Congo, vorrebbe ritornare li per lavorare dove già è stato per un periodo di tre mesi con Medici senza frontiere nell’ospedale di Rutshuru.
Jara invece è a Londra, si è laureata lo scorso anno, economia e commercio , lavora presso la più grande società del mondo, Amazon, si è fidanzata con un ragazzo Italiano e non appena potrà verrà in Italia a trovarmi .
Quando conobbi Michael avevo 35 anni e i miei due figli Federico e Fabrizio avevano 7 e 4 anni, ero un giovane imprenditore che voleva conquistare il mondo, se allora avessi avuto un po’ più di esperienza forse non avrei fatto gli errori che invece ho fatto.
Hai preferito l’apparire all’essere, così mi ha detto una volta mio figlio Federico, ed aveva ragione, Michael che era più giovane di me, ha rinunciato senza indugio ad una vita più agiata, è tornato nel suo paese in un momento difficilissimo e si è rimboccato le maniche, ha fatto studiare i nipoti e sta lavorando nel suo paese, insegna gratuitamente nella scuola dei Francescani, non si è mai sposato, la sua famiglia oltre a i nipoti, sono tutti i bambini che la mattina per imparare a scrivere e leggere si fanno 15 km a piedi.
Pietro De Carlo