Il virus dell’influenza, a cominciare da un nuovo ceppo pandemico, può essere trasmesso a molte più persone, e in definitiva diffondersi molto più velocemente nella popolazione all’inizio dell’epidemia rispetto a quanto predetto dalla teoria tradizionale. Le cause di questa accelerazione sono da ricercarsi nella struttura dei contatti tra individui: con quante persone veniamo in contatto in un giorno, per quanto tempo, dove. Queste strutture, poi, cambiano da persona a persona.
Lo dice uno studio di due ricercatori della Fondazione Bruno Kessler (Fbk) di Trento, Stefano Merler e Marco Ajelli, pubblicato dalla rivista scientifica Pnas, Proceedings of the national academy of sciences.
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