L’83% della popolazione europea percepisce disinformazione e fake news come un problema per la democrazia. Non solo, rivela che il 37% si imbatte ogni giorno in notizie false e un altro 31% almeno una volta alla settimana. Stesso discorso vale per l’Italia, dove secondo un’indagine Doxa, un italiano su due, nell’ultimo anno, ha creduto ad almeno una bufala. L’82%, secondo Infosfer, non distingue una notizia vera da una falsa.
Il sociologo della comunicazione Andrea Fontana, grande conoscitore dei meccanismi della narrazione e delle fake news, ha stilato nel suo ultimo libro Fake news:sicuri che sia falso? un sentiero specifico per riconoscere il fake. In particolare, fornisce un decalogo anti-bufale.
Eccolo.
- Diffidare dai titoli sensazionalistici con troppi esclamativi: spesso, sono specchietti per le allodole.
- Leggere l’intera notizia non solo stralci. Così facendo si può capire se la storia riportata è chiaramente falsa o no.
- Fare attenzione a citazioni e foto discutibili. Capita di imbattersi in dichiarazioni vere attribuite erroneamente a figure di spicco. È il caso delle frasi false associate a Einstein. Allo stesso modo, è facile prendere la foto di un evento, di un luogo, di una città e associarla ad un diverso contesto. Il consiglio è fare una ricerca “a ritroso” su Google o altri motori di ricerca o servirsi di strumenti come TinEYE per risalire alla sua fonte originaria.
- Verificare le firme degli articoli o dei link: chi sono gli autori e che eventuali interessi hanno nel dire o scrivere il loro articolo o pezzo. Questo per capire se la notizia può essere strumentalizzata o no.
- Controllare più fonti: oggi più che mai avere punti di vista diversificati è fondamentale.
- Verificare la data perché spesso si diffondono per nuove notizie vecchie che assumono tutt’altro significato in un diverso contesto.
- Esaminare le estensioni dei siti. Alcuni, ad esempio, sono noti per essere “untori delle fake news”. In molti casi i loro indirizzi internet terminano con l’estensione .lo o .com.co. In questi casi è utile (dopo aver confrontato e verificato la notizia su altre fonti) dare uno sguardo alla sezione Chi siamo del sito in questione.
- Osservare la grafica: se risulta poco professionale o improvvisata potrebbe essere un segnale di inattendibilità.
- Siamo di fronte a un linguaggio d’odio? Parole, discorsi e immagini hanno lo scopo di esprimere disprezzo, intolleranza, denigrazione verso una persona o un gruppo sociale? Potremmo essere di fronte a una news deformata. Spesso la polarizzazione dei linguaggi nasconde false verità.
- Ricordiamoci dei pregiudizi di conferma. Veniamo coinvolti nella lettura da notizie che rinforzano la nostra visione del mondo o il nostro pensiero su determinati argomenti. Non sempre quello che leggiamo, anche se ci piace e corrisponde ai nostri valori, è scritto correttamente ed è oggettivo.
Riportato il decalogo, facciamo conoscenza con il suo autore. Andrea Fontana, premio Curcio alla cultura 2015, è TEDx Speaker e autore Hoepli. Ha introdotto in Italia il dibattito teorico e operativo sulla “narrazione d’impresa”. Imprenditore innovativo, è amministratore delegato del gruppo Storyfactory, direttore didattico del master di I livello in marketing utilities & storytelling techniques all’Università di Pavia, docente di corporate storytelling presso la stessa università. Direttore scientifico del semestrale Narrability Journal e presidente dell’Osservatorio storytelling.