Operaio in un cantiere

Un morto sul lavoro ogni 5 giorni in Toscana, 77 lavoratori deceduti in un anno

77 morti sul lavoro in Toscana significa che davanti ai nostri occhi muore una persona ogni 5 giorni, domeniche e feste incluse. «È una strage che continua inesorabile e che sembra quasi figlia del destino. Invece ogni infortunio sul mondo del lavoro e tanto più ogni infortunio mortale ha dietro di sé cause ben precise e note a tutti: il mancato rispetto delle procedure previste dalla legge, la voglia di ridurre i costi di produzione, la necessità dettata dal bisogno di lavorare che fa accettare anche condizioni inaccettabili pur di portare uno stipendio a casa». Così Giacomo Martelli, presidente di Acli Toscana commenta il rapporto Inail sugli infortuni sul lavoro in Toscana.

«Pensiamo solo che quello studio è basato, va ricordato, solo su denunce certificate e forse sottostimato visto che chi è costretto a lavorare al nero senza contratto va a denunciare oppure no. E calcola circa 50mila denunce di infortuni nel 2017 – prosegue il presidente – Si tratta di una città dalle medie dimensioni che ogni anno si fa male sul lavoro. Sono quasi 137 persone al giorno. Ogni giorno contando anche le domeniche, Natale e Pasqua. Il numero rimane quasi invariato anche nei primi 9 mesi del 2018 dato che a settembre già dovevamo contare oltre 36mila infortuni. È evidente che siamo davanti a un’emergenza senza che però ci sia da parte delle istituzioni e del mondo delle imprese un’adeguata consapevolezza del problema».

«Il piano della Regione è una buona notizia – prosegue Giacomo Martelli – è certamente servirà almeno a aumentare la consapevolezza fra i toscani dell’ampiezza del problema. Ed è buon segno che tutti i soggetti del mondo del lavoro l’abbiano firmato assumendosi così un impegno di fronte a tutta la Toscana per non far restare belle intenzioni gli obiettivi del piano. Ma certo non basta». «L’impegno che in questi anni la Regione ha messo sul tema le fa certamente onore, il problema è che i risultati sono inferiori alle attese se è vero che gli infortuni in genere stanno calando ma a ritmi lentissimi mentre, purtroppo, quelli molto gravi e mortali non accennano a diminuire», conclude il presidente delle Acli.

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