I cittadini devono essere partecipi dei soldi spesi: è su questa linea che si fonda l’idea del Movimento 5 stelle di ampliare i processi partecipativi. «Vogliamo coinvolgere nelle scelte deliberative e politiche tutti i toscani. A inizio anno avvieremo una serie di incontri con le associazioni del mondo del commercio, dell’artigianato e dell’industria – spiega il consigliere regionale Gabriele Bianchi – per far sì che anche l’investimento privato possa giovare del processo partecipativo e del dibattito pubblico»
L’obiettivo è rendere l’amministrazione regionale trasparente e partecipata, sottolineano i consiglieri regionali del M5s in un comunicato.
«Già nel nostro programma elettorale del 2015 – prosegue Bianchi – avevamo previsto la digitalizzazione di tutti i documenti amministrativi e l’abolizione del quorum per referendum di tipo legislativo, propositivo e confermativo. Intanto adesso andiamo avanti con un primo importante passo, quello della presentazione di una proposta di legge destinata ad allargare il coinvolgimento della gente nelle scelte della vita di tutti».
Oggi in Toscana tutto è regolato dalla legge 46 del 2013 che ha istituito l’Autorità per la partecipazione, realtà che ha il compito di gestire tutti i processi partecipativi. Dopo 5 anni, così come previsto dall’articolo 24 della legge, il Consiglio regionale effettua una valutazione degli effetti della norma per migliorarne i processi.
«A oggi – rileva ancora Bianchi – sono stati 228 i progetti gestiti su oltre 470 richieste. Qui la prima criticità che sarà risolta grazie alla proposta di legge del M5S: se metà delle idee restano fuori significa che occorrono risorse, fondi in grado da soddisfare la domanda».
«Altro punto cardine della nostra legge è quello riequilibrare le remunerazioni e i rimborsi dei componenti dell’Autorità per la partecipazione – prosegue – Occorre inoltre formare il personale degli enti locali per poter condurre certi processi partecipativi e migliorarne i risultati».
Il Movimento 5 stelle punta anche a uno snellimento delle procedure: «La raccolta firme dei cittadini che vogliono proporre un processo partecipativo – sottolinea Bianchi – dev’essere resa semplice, anche con l’introduzione di firme digitali. Inoltre pensiamo sia importante abbassare da 50 a 25 milioni di euro la soglia d’investimento economico che prevede il dibattito pubblico per investimenti (pubblici o privati che siano) che abbiano un reale interesse regionale. Sì, perché il dibattito pubblico porta al risparmio. Paesi come la Francia attuano da molto tempo un ampio processo partecipativo. E i risultati sono di tutto rispetto».
Un ultimo punto della Pdl del Movimento 5 stelle – definito prezioso – riguarda l’introduzione della possibilità di sottoporre a percorsi partecipativi i beni confiscati alle mafie e una nuova definizione dei criteri di priorità tra le domande ammesse dando la precedenza alle richieste di cittadini e imprese su progetti che possono avere ripercussioni positive su ambiente e paesaggio.