In primo piano il Porrajmos, l’olocausto zingaro. Sullo sfondo un affresco della cultura rom, la magia delle sue musiche e dei suoi spettacoli di un tempo, tra gioia di vivere e difficoltà di confrontarsi con il pregiudizio. In programma venerdì 25 gennaio (ore 21) al Teatro delle Arti di Lastra a Signa, Zingari lager di Teatro Bertolt Brecht svela una delle pagine meno conosciute della storia recente. Scritto da Alessandro Izzi e diretto da Maurizio Stammati, lo spettacolo vede in scena lo stesso Stammati, affiancato dai musicisti Marian Serban, Petrika Namol e Mitika Namol.
Si narra la storia del grande Manush, il saggio buffone che sa rispondere a tutte le domande del mondo, obbligato a montare il tendone del suo circo nell’orrore del campo di concentramento di Auschwitz. Un pagliaccio che ridendo riesce a dire le più grandi verità, anche se fanno male, portavoce di un laico inno alla tolleranza e al rispetto reciproco.
Il circo è la magia del mondo zingaro e la musica è il linguaggio della sua straordinaria universalità: circo e musica aprono e chiudono lo spettacolo all’insegna dello sberleffo, della fantasia, della gioia di vivere, mentre il campo di sterminio è solo la parentesi dolorosa del racconto di un mondo alla rovescia, un circo dell’orrore dove le giostre si ribaltano in un doppio mostruoso.
Così e solo così un circense può trovare le parole per raccontare l’inenarrabile.
Al centro anche l’indifferenza con la quale guardiamo al mondo, senza renderci conto di come il nostro non prendere posizione si trasformi troppo spesso in complicità. Nella speranza che ricordare aiuti a far sì che tali mostruosità non siano più.
I libri di storia dedicano poche righe al Porrajmos, per lo più occupate da cifre: 500.000 rom e sinti sterminati nelle camere a gas. Ma la questione zingara era problematica in tutta Europa e anche l’Italia cominciò a risolverla con la segregazione da molto prima delle leggi razziali del 1938.
Gli scritti sul Porrajmos si contano sulle dita di una mano. Una scarsità che deriva principalmente dal fatto che la cultura zingara è prevalentemente orale.
Solo negli ultimi dieci anni un’attenzione crescente ha portato alla creazione di un sito web – porrajimos.it – che contiene molti documenti anche di rilevante importanza e alcune testimonianze filmate che raccontano in maniera più o meno diretta l’orrore delle deportazioni e la partecipazione dell’Italia al cono d’ombra dello sterminio zingaro.
Zingari Lager, che pure è una fantasia teatrale che cerca toni lievi e l’allegria della musica zingara, attinge a queste e ad altre testimonianze reinventandole in una chiave fantastica capace di entrare in sintonia anche con le esigenze di un pubblico scolare dai 10 anni in su.
Per questo gran parte dello spettacolo è dedicato al tema del circo, della musica, dello spettacolo, realtà, queste, nelle quali gli zingari ebbero modo di esercitare la propria arte ed esprimere la propria personale visione del mondo. Una visione libera, viaggiatrice, scevra da ogni concetto nazionale di confini o limiti.
Biglietti 15/13/8 euro, riduzioni per per over 65, under 26, soci Coop, soci BCC, soci Biblioteca Comunale e Amici del Museo Caruso. Prevendite online su www.boxofficetoscana.it e www.ticketone.it e nei punti vendita dei circuiti Boxoffice Toscana www.boxofficetoscana.it/punti-vendita, compresa la Coop Lastra a Signa.
Per chi lo desidera, la sera dello spettacolo dalle 19.45, c’è l’aperitivo teatrale, con buffet e drink 6 euro (prenotazione consigliata entro il giorno precedente lo spettacolo – 055 8720058 – 331 9002510 teatrodellearti.lastraasigna.fi@gmail.com).
Come di consueto, è disponibile su prenotazione un servizio navetta dal capolinea Villa Costanza della tramvia, a Scandicci, e ritorno.