Impegnato nella caccia alla volpe e costretto a rinunciare al suo fucile perché col porto d’armi sospeso dopo l’abbattimento di animali protetti, fu morso dal cane di un compagno di battuta ma disse di essere stato aggredito da due lupi.
Ottenne così l’intervento dell’elicottero Pegaso per il trasporto dei vaccini e dei carabinieri che, dopo venti giorni, lo hanno smascherato. Disse di essere stato colto di sorpresa dai lupi, durante una semplice passeggiata. Non era vero niente.
Protagonista un cacciatore maremmano che dovrà rispondere a un giudice del suo comportamento, con l’accusa di procurato allarme.
Lo hanno accertato i carabinieri forestali di Paganico con la collaborazione dei colleghi di Roccastrada, Grosseto e di Somma Marittima, del Nipaaf, della sezione operativa antibracconaggio di Roma e del nucleo operativo di Grosseto.
Dal suo racconto, sono subito emerse forti contradizioni benché la notizia fosse stata intanto riportata dalla stampa anche a livello nazionale. Il cacciatore, in realtà, non stava compiendo una passeggiava ma stava partecipando alla battuta di caccia alla volpe.
Da qui, il morso di un cane, peraltro vaccinato, mentre aiutava i compagni di caccia a farlo salire su un’automobile.
«Resta da chiarire perchè lo stesso abbia dichiarato – dicono i carabinieri forestali – di essere stato morso da lupi, ingannando anche i medici, poichè non esiste nemmeno una esauriente documentazione medica sulle ferite provocate da questi animali, data la rarità dell’evento».