La parata del Toscana Pride di Pisa

Almeno 15.000 persone al Toscana Pride di Pisa

Almeno 15.000 persone d’ogni età, comprese intere famiglie e a prescindere dall’orientamento sessuale, stanno prendendo parte al Toscana Pride di Pisa. Colorata e portatrice di istanze differenti, ma con la matrice unica dei diritti civili, la manifestazione si è svolta in un clima di festa e sotto un preciso manifesto politico, a 40 anni dal primo Gay Pride italiano che si tenne proprio a Pisa.

La manifestazione è iniziata poco dopo le 16, chiamata a rappresentare l’orgoglio LGBTQIA+*, sigla che intende sottolineare un movimento vasto, lesbico, gay, bisessuale, transgender, queer, intersessuale e asessuale. Una parata, quella di questa prima domenica di luglio, che ha chiuso gli eventi del Toscana Pride riuniti sotto lo slogan Favolose ribelli.

Almeno 10.000 i partecipanti secondo fonti ufficiali, 15.000 o 20.000 secondo gli organizzatori. «Oggi a Pisa eravamo 20mila. Sapevamo già che saremmo volati molto oltre i numeri delle precedenti edizioni e molto vicini ai risultati del primo Toscana Pride ma non ci aspettavamo una partecipazione fuori regione così ampia», scrivono gli organizzatori.
Chiaro, oltre la festa, il significato della parata. «Grazie a tutte le Favolose ribelli che scendendo in piazza hanno occupato uno spazio pubblico e politico, dando una risposta colorata e pacifica a chi ci descrive come una minaccia all’ordine pubblico e al pubblico decoro, a chi ci vorrebbe silenti e conformi».

Per le strade della città, tanti pisani, tantissimi studenti e anche tanti turisti. Alla testa del corteo, a tenere lo striscione del comitato organizzatore, c’erano anche Porpora Marcasciano attivista transfemminista e presidente onoraria del Mit-Movimento Identità Trans e Andrea Pini, attivista del Collettivo Orfeo che coordinò l’organizzazione del corteo del 24 novembre 1979 a Pisa. Con loro, i rappresentanti delle 90 istituzioni che hanno dato il patrocinio alla manifestazione, molti dei quali con fascia tricolore e gonfalone.

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