Manodopera a nero, operai cinesi senza permesso di soggiorno, condizioni igieniche precarie e l’abitazione nella quale viveva con la moglie trasformata in dormitorio. Quanto basta perché i carabinieri arrestassero il responsabile, un imprenditore cinese di 38 anni. È successo a Vaiano, alle porte di Prato, al termine di un controllo in un’azienda tessile.
I carabinieri della Stazione di Vaiano, nell’ambito dei controlli interforze predisposti dalla prefettura di Prato, sono intervenuti nell’azienda, in località La Tignamica, insieme alla polizia municipale, al personale dell’Asl, dell’Innps, dell’Alia – l’azienda che smaltisce i rifiuti – e ai colleghi dell’Ispettorato del lavoro.
Al termine del controllo e di successivi accertamenti, i militari hanno arrestato in flagranza di reato per impiego della manodopera clandestina il titolare della ditta e hanno denunciato sua moglie. L’accesso alla ditta ha consentito di accertare che erano stati impiegati ben 10 lavoratori irregolari su 12, tutti cinesi. Questi ultimi, sprovvisti dei necessari documenti di soggiorno, sono stati denunciati per immigrazione clandestina ed è stato avviato l’iter per l’eventuale espulsione, da parte della questura.
I carabinieri dell’Ispettorato del lavoro hanno elevato una sanzione amministrativa di oltre 85.000 euro e deciso la sospensione dell’attività.
L’abitazione posta al piano superiore della ditta è stata sequestrata dalla polizia municipale mentre i carabinieri hanno sottoposto sotto sequestro il capannone che ospita la fabbrica.
Specifici controlli sono stati, peraltro, compiuti da tutti i qualificati enti partecipanti al servizio, ciascuno per gli aspetti di propria specifica competenza, che potranno produrre ulteriori risultati sanzionatori al termine degli accertamenti documentali.