E’ domenica, il cielo è azzurro, un azzurro che scalpita nell’aria scanzonata della domenica. Il mio ricordo inizia dallo sguardo di quella bambina che sedeva, in un giorno d’estate, sul greto del Rio Salto vagheggiando su ciò che poteva esserci al di là della fossa, oltre le mura della Torre. Ricordo la nonna Caterina quando, negli anni 60, attraversava la Via Bellaria, con una bacinella di Moplen appoggiata sul fianco per scendere “nel re1” e lavare i panni. Ero una bimba, però mi sembrava, particolarmente strana la sua ostinazione a lavare gli indumenti nella fossa. Definire il Rio Salto fiume è azzardato, definirlo fossa è riduttivo quindi il lo chiamerò “e’ re” 2come viene nominato da tutti .
Fanciullina
(…) ma voi solo vedevo, amici pioppi!
Brusivano soave tentennando
lungo la sponda del mio dolce fiume.3
Le trecce scomposte, i piedi scalzi infilati nelle ciabattine di plastica e il vestito smanicato fanno l’estate: un giorno
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Loretta Buda