Ghiacciaio

Il ghiacciaio sta per crollare per colpa del clima. Ecco il punto della situazione dell’Arpa

La notizia dell’atteso e preoccupante collasso del ghiacciaio di Planpincieux sul versante italiano del Monte Bianco (Comune di Courmayeur), che in questi giorni occupa ampi spazi sui principali notiziari nazionali ed internazionali, giunge con prepotenza all’opinione pubblica pochi giorni dopo l’approvazione da parte del IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) dello Special Report on the Ocean and Cryosphere in a Changing Climate.

Il rapporto, focalizzato sugli impatti del cambiamento climatico su oceani e criosfera, mette in evidenza quanto sta accadendo a livello planetario e sottolinea i preoccupanti effetti intensi, e irreversibili nel breve periodo, del riscaldamento globale. Tuttavia si tratta di dinamiche la cui gravità è denunciata da decenni dagli scienziati di tutto il mondo che quotidianamente lavorano per perfezionare la conoscenza di tali fenomeni e comporre il quadro complessivo dello stato di salute del nostro pianeta.

Quanto sta accadendo attorno al Monte Bianco, montagna emblematica per l’alpinismo e simbolo dell’alta quota e dei ghiacciai perenni, è la conferma dell’impatto significativo e particolarmente pronunciato del climate change sulle Alpi. Il riscaldamento globale si sta manifestando, proprio in queste zone, con intensità superiore alla media dell’intero globo e determina cambiamenti repentini del territorio interessando i delicati equilibri che ne sono una caratteristica distintiva.

L’impatto suoi ghiacciai alpini è solo uno degli effetti di tale dinamica: il ritiro delle fronti glaciali, la riduzione della massa per intensa fusione e la destabilizzazione di interi apparati sono i fenomeni oggi oggetto di interesse da parte degli organi di informazione e del grande pubblico, ma sono il campo di lavoro quotidiano degli enti che hanno il compito istituzionale di monitorare il territorio e di acquisire gli elementi conoscitivi utili per la sua gestione e preservazione.

In tale contesto opera il Sistema Nazionale di Protezione dell’Ambiente (https://www.snpambiente.it/) attraverso lo studio e l’analisi dei diversi comparti ambientali, assicurando un presidio efficace e adeguato del territorio.

Sul tema ghiacciai e alta montagna, ARPA Valle d’Aosta è stata fra le prime Agenzie ad istituire un’apposita struttura deputata al monitoraggio dell’effetto dei cambiamenti climatici sul territorio e analizza regolarmente le variazioni di alcuni ghiacciai valdostani, studia l’impatto del riscaldamento globale sul permafrost e sugli ecosistemi alpini mettendo in campo tecnologie avanzate e competenze adeguate alla complessità dei fenomeni e alla severità degli ambienti.

La conoscenza approfondita, ancorché non esaustiva, dei territori di alta quota e della loro dinamica evolutiva è l’elemento basilare per una corretta gestione delle risorse ed è imprescindibile nel processo di adattamento ai nuovi scenari indotti dal global change che impegna attualmente le amministrazioni ai diversi livelli.

Le situazioni di “crisi”, come quella che interessa in questi giorni il versante meridionale del Monte Bianco, impongono la messa in campo di soluzioni specifiche di monitoraggio, controllo e gestione da parte delle strutture competenti in materia ma beneficiano della conoscenza costruita nel passato, della capacità di osservare i fenomeni e della predisposizione di scenari futuri, ove disponibili.

In tale contesto la Valle d’Aosta sta per concludere l’analisi degli scenari di impatto dei cambiamenti climatici sull’area del Monte Bianco, con particolare riguardo all’ambiente naturale e alle attività umane, nell’ambito del progetto AdaPT Mont-Blanc (il 1^ Rapporto, pubblicato a gennaio 2019, sarà aggiornato con questa ulteriore analisi).

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