Provenivano da Prato e dintorni le centinaia di chilogrammi di rifiuti tessili sui quali hanno posato lo sguardo i carabinieri e la Divisione distrettuale antimafia di Bologna.
Il blitz che ha portato all’individuazione di due italiani, ritenuti gli elementi di spicco di una più ampia organizzazione, è stato condotto dai carabinieri forestali di Modena.
I militari hanno trovato scarti tessili contenuti in sacchi neri per l’immondizia abbandonati in capannoni industriali all’insaputa, con qualche eccezione, dei proprietari.
Il traffico illecito di rifiuti speciali, diretto in Emilia, riguardava sostanze molto costose da smaltire e provenienti dal comparto di Prato: i militari hanno eseguito due misure cautelari di arresti domiciliari disposti dal Gip del Tribunale di Bologna a carico di due italiani considerati appunto a capo dell’organizzazione criminale che aveva avviato una sorta di attività imprenditoriale.
Sono 18 gli indagati nell’inchiesta della Dda che ha portato anche alla perquisizione e al sequestro di 24 siti.
Tutto è partito da un controllo del luglio 2018 a Pavullo (Modena): i Forestali trovarono in un capannone industriale circa 2.500 metri cubi di rifiuti tessili. Il successivo approfondimento investigativo ha consentito di accertare che questi erano smaltiti anche in altre numerose località del centro-nord Italia, principalmente del Veneto.
Rifiuti tessili da Prato all’Emilia: 2 arresti
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