Non Linear Spatial Normalizations

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FuturDome presenta, per la prima volta in Europa, l’opera e il perscorso di Ricardo Carioba (São Paulo, 1976). All’interno degli spazi saranno presentati quindici installazioni interamente attraversabili, una serie di lavori fotografici e un progetto specificatamente creato per FuturDome. Nell’oscurità del piano interrato, Ricardo Carioba amplifica la percezione dei legami tra suoni e immagini, basandosi sulle informazioni visive derivanti tanto dallo sguardo quanto dall’acustica sonora. Il livello armonico e il piano visuale creeranno una connessione stereofonica tra i nostri occhi e le nostre orecchie, dispiegando le fondamenta della spazialità e della percezione.
L’intento è di rivelare le frequenze di onde sonore e luminose, nel vuoto, attraverso l’imma- gine dello spazio e la sua narrazione. Il nuovo video verrà disposto attraverso un’intrigante struttura circolare, suddivisa in due parti, con l’intento di far dialogare indipendentemente i due emisferi del cervello umano. Il suono sarà alla ricerca di onde sinusoidali disegnate in strutture armoniche, così come ambienti scultorei ed interventi ritmici. In fine, il video analizza il suono in tempo reale e crea uno stato di sincronizzazione latente fra le frequenze In Non Linear Spatial Normalizations, il contesto diventa l’opera, non per estendere lo spazio artistico o pervadere la città, ma per trovare un tempo e un luogo assieme a coloro che attraverseranno il percorso, là dove ogni significato del suono e della luce tenderà a riformularsi.

Il titolo della mostra fa riferimento alla tecnica di Normalizzazione Spaziale, che viene spesso eseguita nel neuroimaging funzionale, adoperato nella scansione cerebrale.
Il ricercatore la esegue per determinare quali siano le aree che comunemente si attivano quando molteplici soggetti umani eseguono gli stessi compiti o vengono stimolati allo stesso modo. La ripiegatura non lineare, si attua invece a posteriori per poter contrastare la deformazione che le immagini del paziente possono presentare (a causa della respirazione, alterazioni anatomiche, movimenti e molti altri fattori).

Se nell’imaging neuro-medico, il confronto tra aree di percezione simili è ampiamente utilizzato, la scelta di una particolare modalità di misurazione delle similitudini è un parametro anche assimilabile alla pratica di Ricardo Carioba.

Nel suo lavoro il visitatore diventa un co-costruttore che conferisce un’identità innata al connubio tra suono e luce. Questo approccio offre tanti livelli di lettura quante saranno le persone che interagiscono con esso. Perché Carioba cerca una lingua che potrebbe vivere in uno spazio determinato e artificiale in grado di collegare tra loro persone che non si conoscono, all’interno di ambienti inquietantemente familiari.

In Non Linear Spatial Normalizations, le rifrazioni della luce come in Sem título (2014), potranno essere manipolate in termini di velocità, grazie alla posizione geometrica del foro al centro di ciascuna proiezione; di conseguenza, le singole unità acustiche intrinsecamente autonome, formeranno un registro visuale infinitamente variabile. La struttura artistica delineerà una fornitura di materia selettiva; quel che poi accadrà con questo materiale, quali suoni veranno prodotti utilizzandolo, non è prevedibile, ma ogni volta si conformerà come il prodotto unico del caso. Carioba ha sviluppato, infatti, un sistema di notazione radicale e minimalista per questo lavoro: una grammatica visiva in cui il linguaggio è presentato come una disposizione di spettrografie non lineari.

L’artista ha concepito un campionamento e un paesaggio visivo, studiati site-specific per l’edificio di FuturDome: lo spazio principale mostrerà progetti audiovisivi, orchestrati come un insieme sinfonico, testando i limiti della percezione e visualizzando i flussi di dati invisibili che permeano il nostro mondo. Per la sua prima mostra monografica in Europa, Carioba compone in modo elaborato suoni, elementi visivi, materie invisibili, fenomeni fisici e nozioni matematiche secondo installazioni avvolgenti e foto inedite. Accanto a puri ambienti musicali, Carioba ha lavorato a progetti di installazione a lungo termine: Perspectiva Sobre Fundo Negro (2010) composto da immagini in movimento, sculture, suoni e nuovi media che esplorano il modo in cui le visioni astratte della realtà vengono utilizzate per codificare, comprendere e controllare l’universo del vuoto. Mentre la serie Nervo (2017) è costituita da interventi su larga scala che impiegano un’intensa luce bianca come materiale scultoreo, in grado di trasformare diversi luoghi privati in dimensioni pubbliche, come accaduto in Brasile.

All’interno degli spazi FuturDome, la dialettica tra suono e luce nella pratica di Ricardo Carioba assume un’ulteriore concretezza, in particolare nelle sculture diffuse di Horizonte Negro (2013) che mettono in contatto le speculazioni matematiche e geometriche neoplatoniche del profilo del mondo con il dibattito contemporaneo sulle dimensioni acustiche dell’architettura. Il letterale e il metaforico, la mente e il mondo, la scienza e l’arte rinascono. Allo stesso tempo scientifico ed estetico, questo percorso di Carioba attraversa il divario tra suono e visione guidato da epifanie che sono direttamente fisiche, accessibili al pubblico e che rimangono manifestamente sensoriali. Éter (2011) si presenta come il coronamento del procedere sinestetico di Carioba, moltiplicando intuizioni poetiche e storiche all’ennesima potenza.

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