L’Orchestra della Toscana si avvicina a festeggiare i suoi 40 anni di vita. Guardando indietro ci rendiamo conto di tutta la strada che abbiamo fatto, ma è pensando in avanti che stiamo disegnando dove vogliamo andare. Il programma di questa inaugurazione racconta in parte la nostra evoluzione. Nata come orchestra da camera, l’ORT ha fatto della qualità, della curiosità e della sfida continua le sue scelte stilistiche. Usciti dalla comfort zone del repertorio di riferimento abbiamo esplorato il mondo, le sue innumerevoli sfaccettature, ci siamo misurati (e lo facciamo anche questa volta) con programmi sinfonici. Abbiamo flirtato con il pop senza sentirci sminuiti, siamo stati protagonisti, e continuiamo a esserlo, nel campo della musica contemporanea. Merito dei nostri professori, dei tantissimi artisti – direttori e solisti – che ci hanno accompagnato, del nostro pubblico. Siamo cresciuti insieme.
Il programma inaugurale mette insieme brani del Novecento, compreso quello Also Sprach Zarathustra che pur essendo stato scritto nel 1896 si lascia in qualche modo l’Ottocento alle spalle e prelude al
nuovo secolo. Anche se siamo in territorio tardo romantico, si avvertono i segni che qualcosa sta cambiando, una rivoluzione che per Richard Strauss si sarebbe compiuta qualche anno dopo con Salomè. L’attenzione che quest’opera ha suscitato a decenni di distanza in altri artisti e altre forme di spettacolo (da Stanley Kubrick a Tim Burton, da Eumir Deodato, ai Green Day) è l’ulteriore segno della sua modernità. Il frenetico nuovo secolo avrebbe portato nuove invenzioni come la radio e il fonografo. Nulla sarebbe stato più come prima. La tradizione classica viene messa in discussione avviando
un radicale cambiamento estetico che sfida e ridefinisce i princìpi strutturali, tonali, melodici e ritmici consolidati nel Classicismo. Si apre un mondo di nuove sonorità che scandalizza quelli che le ascoltano per primi. Questo appare ancora più evidente nell’opera di Igor Stravinskij che ascolteremo
in questa occasione. La storia del burattino Petruška, innovativa per l’uso dell’armonia bitonale e degli accordi di scale contrastati, è stata composta appena prima di quella Sagra della primavera che avrebbe scatenato la più famosa sommossa della storia della musica classica.
C’è poi un fil rouge che lega Stravinskij a Maurice Ravel ed è la danza. Questa forma espressiva condizionerà l’opera di molti musicisti dei primi del Novecento. In fondo inebriarsi dei ritmi e dello spirito
della danza era per loro un modo per reagire alla pesantezza ritmica della tradizione sinfonica classico-romantica. Se “il modo migliore per assimilare una cultura è crescere al suo interno” Ravel è stato un grande realista della musica del XX secolo. La Valse ha la funzione di tonico infallibile nelle sale da concerto per il suo potere di accontentare simultaneamente tutti i tipi d’ascoltatore, che possono scoprirvi le infinite e preziose meraviglie timbriche e armoniche della raffinata tavolozza di Ravel o lasciarsi semplicemente andare al suo effetto trascinante.
Ultimo nella segnalazione ma primo nell’esecuzione il brano fresco d’inchiostro In centri concentrici di Caterina Di Cecca. A lei l’ORT ha affidato una della quattro commissioni vincitrici del bando Siae Classici di oggi, nel solco dunque della vocazione che abbiamo, per la musica del nostro tempo. Solista la prima tromba dell’ORT Donato De Sena.
Il concerto fiorentino cade in concomitanza con la Giornata Mondiale della Polio, evento per il quale migliaia di Rotary Club di tutto il mondo organizzano eventi e raccolta fondi per riconoscere i grandi progressi effettuati nella lotta per l’eradicazione della poliomielite.
Per l’occasione la Fondazione ORT ha messo a disposizione un quantitativo di biglietti a prezzo agevolato ai Rotary Club dell’Area Medicea, che devolveranno il ricavato della vendita alla Polio Plus.