Il granchio nella buca, il nuovo noir onirico ambientato in Toscana

Nella Toscana degli anni Sessanta, il destino del giovane Muccio pare segnato. Suo padre infatti ha una grande fabbrica di mobili e, per convincerlo a seguire le sue orme, lo manda in un paesino sulla costa a trovare una cliente, una vecchia signora che ha fatto un ordine eccezionale. Ma quando Muccio arriva la donna è scomparsa senza lasciare tracce. Il ragazzo, con un colpo di testa che mai avrebbe immaginato di saper fare, decide di mentire al padre e trattenersi in paese con una scusa per indagare sulla scomparsa.
Fa così la conoscenza degli strani abitanti del borgo, e del loro curioso modo di vivere che sembra nascondere mille segreti. Tra tutti c’è Vera, la cameriera della locanda, che somiglia molto a Liz Taylor e di cui lui immediatamente si innamora, ricambiato.
Muccio passa le sue giornate in una specie di limbo, tra passeggiate sulla spiaggia insieme a un ragazzino che fa l’accompagnatore di un giovane pazzo e il proprio sogno da novello Maigret che indaga sulla scomparsa della donna.
Il clima si fa sempre più onirico e inquietante fino a quando a Muccio sembra di vedere da lontano l’auto del padre, che però non riesce a raggiungere. Mentre in un centralino, tra due telefoniste, si consuma una tragedia che chiarirà l’epilogo della storia.
«Con questo libro celebro la mia Toscana e le sue persone, quelle che ho conosciuto durante la mia infanzia o che hanno fatto parte della mia famiglia. Con le loro rughe, i detti e i tratti caratteriali, che rimangono vivi anche se loro non ci sono più. Celebro la voglia di mistero che mi ha sempre pervaso fin dalla scoperta di Philip K. Dick e dei suoi mondi, costruiti da forze ineffabili per imprigionare l’uomo, all’oscuro del fatto che l’universo in cui si muove è solo una messinscena costruita ad arte per fini imperscrutabili. Che poi è l’essenza della letteratura, e ciò che ogni scrittore tenta di compiere nei confronti dell’ignaro, ma complice, lettore».

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