La lunga vicenda del Panificio Toscano, tra scioperi, manifestazioni e anche scontri tra lavoratori e forze dell’ordine, si sblocca sul piano politico. Lo fa in Consiglio regionale, dove
la vertenza sindacale con PT Holding s.r.l, già Panificio Toscano, azienda con un centinaio di addetti impegnati nel settore della panificazione con sedi a Prato e Collesalvetti, è al centro di due mozioni approvate dal Consiglio regionale per impegnare direttamente la Regione sulla vicenda, presentate rispettivamente da Tommaso Fattori e Paolo Sarti (Sì-Toscana a sinistra) e da Irene Galletti (M5S). Entrambe le mozioni sono state approvate così come emendate su proposta del Pd, illustrata da Francesco Gazzetti, ovvero subordinando l’istituzione del tavolo regionale in quanto ‘ne facciano richiesta le organizzazioni sindacali’ (anche una sola di esse, come convenuto con Sì-Toscana a Sinistra).
La mozione illustrata dal capogruppo di Sì-Toscana a sinistra, Tommaso Fattori, impegna la Giunta regionale, attraverso l’Unità di crisi lavoro regionale “o comunque gli strumenti ritenuti più adeguati”, per giungere a un esito positivo della vertenza dei lavoratori di PT Holding srl, già Panificio Toscano, “contribuendo a dare piena applicazione alle conclusioni dell’accertamento svolto dall’Ispettorato del lavoro di Prato e Pistoia”, in particolare per l’applicazione del corretto contratto nazionale di riferimento e del loro inquadramento contrattuale e “l’appropriata titolarità del rapporto”.
Anche la mozione illustrata da Irene Galletti (M5S), cita le risultanze dei verbali dell’ispettorato e impegna presidente e Giunta ad attivarsi per l’apertura del tavolo istituzionale per risolvere positivamente la vicenda “con la corretta applicazione del contratto collettivo di riferimento” e un “adeguato inquadramento contrattuale”.
In aula l’illustrazione dei fatti che si sono susseguiti, a partire dalla denuncia di lavoratori che figuravano alle dipendenze della cooperativa Giano che, ha ricordato Fattori “aveva un contratto di appalto per servizi di facchinaggio con Panificio Toscano, mentre in realtà, come emerso in sede di accertamento, i lavoratori esercitavano l’attività di panificazione all’interno”.
Al centro della vertenza, non solo il passaggio dei lavoratori dalla cooperativa alle dipendenze del panificio, ma anche l’inquadramento contrattuale riservato alla panificazione artigianale anziché a quella industriale: “un chiaro espediente per riconoscere livelli contributivi inferiori” da parte dell’azienda, secondo Fattori. Lo stesso verbale dell’ispettorato del lavoro di Prato e Pistoia “ha riconosciuto esperienza e anzianità di servizio nei lavoratori auditi, molti dei quali conoscevano tutte le attività e le operazioni che sono svolte in ogni settore dello stabilimento. Molti di essi – ha aggiunto Fattori – sono risultati sottoinquadrati”. Il consigliere ritiene che “la Regione deve intervenire, perché qui è in gioco non solo il diritto dei lavoratori, ma il rispetto della legalità e dignità dei lavoratori su tutto il territorio toscano”.
Passaggi comuni anche al testo e alle dichiarazioni di Irene Galletti, che in aula ha parlato di “mozione sui generis ma particolarmente importante”, perché si stanno moltiplicando i casi di “aziende che si comportano ai limiti della legittimità verso i propri dipendenti. La Regione Toscana deve stigmatizzare certi comportamenti e farsi carico della situazione”, secondo Galletti, e quindi “convocare un tavolo, manifestare solidarietà ai lavoratori e chiamare l’azienda al rispetto dei diritti”.
In evidenza anche quanto sarebbe emerso circa il trasferimento dell’attività da parte della società Panificio Toscano srl alla società del gruppo PT Holding e, dal 30 settembre, “di tutti i suoi 139 addetti senza che le rappresentanze sindacali ne fossero informate con formale comunicazione come previsto dalla normativa”.