Resto qui, appoggiata alla parete scrostata della mia camera, con il vento primaverile che filtra tra le tende della finestra e mi accarezza i capelli, facendomi sentire viva, nonostante tutto.
Voglio godermi questa tranquillità straordinaria, questo silenzio rotto solo di tanto in tanto dalle grida e dagli schiamazzi dei bambini che giocano e saltano tra le macerie e i residui di bombe inesplose.
Per un attimo la quiete è totale e la mente è libera di vagare e fantasticare come penso facciano le ragazze e i ragazzi di tutto il mondo. Almeno spero che sia così. Mi dimentico perfino del muro della vergogna, che potrei vedere benissimo se solo mi affacciassi dalla finestra qui davanti a me.
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