Un fascicolo per omicidio colposo, al momento senza indagati, è stato aperto in seguito alla morte, nei giorni scorsi a Prato, di Antonio Cecchi, pensionato disabile rimasto ucciso nell’incendio dell’appartamento popolare che condivideva con il fratello e la cognata. Il caso è seguito dalla pm Carolina Dini. Lo si apprende dallo Studio 3A-Valore, specializzato in infortunistica, malasanità e incendi. Ad esperti e professionisti, si sono rivolti i congiunti della vittima, sopravvissuti al rogo e attualmente sistemati in un alloggio provvisorio.
La tesi della famiglia, al vaglio della procura pratese, è che l’incendio, pur accidentale, sia scaturito per un corto circuito o comunque per un problema elettrico. «Da tempo i residenti segnalavano all’amministratore di quel condominio dell’Ater anomalie dell’impianto elettrico, in particolare “scosse” e come dei “friggimenti” quando inserivano le spine alle prese della corrente – si sottolinea nella nota di Studio3A-Valore – Ed è proprio per fare piena luce sui fatti che il fratello della vittima e la cognata, attraverso il consulente personale Massimiliano Bartolacci» hanno contattato la società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, che si è già attivata «per acquisire tutta la documentazione, e poi farla vagliare ai propri esperti».
Secondo quanto ricostruito da chi assiste la famiglia, Antonio Cecchi nel 2009 era stato colpito da un ictus che gli aveva causato pesanti problemi di deambulazione: camminava a fatica e con l’ausilio di un bastone. Il sessantanovenne, che non aveva moglie né figli, da un paio d’anni, avendo bisogno di assistenza continua, era stato accolto nella loro casa dal fratello Lamberto, di 71 anni, e dalla moglie. Non bastassero tutti questi impedimenti, la vittima è stata anche sorpresa dalle fiamme, sprigionatesi in tarda serata, dopo le 21,30, nel sonno. Non stava guardando la televisione, com’è stato riferito: l’unica tv dell’alloggio si trova in cucina ed era spenta. Al momento nell’appartamento non vi erano elettrodomestici accesi, se non il frigo. Antonio Cecchi si era già coricato nel soggiorno del piccolo appartamento, dove dormiva abitualmente. Lamberto, che stava andando a letto con la moglie, ha sentito odore di bruciato e ha fatto un giro di controllo, ma senza scorgere nulla. E quando, dopo una decina di minuti, ha visto scoppiare l’inferno dovunque, ha fatto l’impossibile per salvare il fratello, lo ha chiamato ripetutamente, senza però ottenere risposta, e ha lanciato tutti i secchi d’acqua che poteva, ma il fumo e le fiamme erano sempre più alti, non consentivano neppure di vedere all’interno delle varie stanze, oltre che di respirare. Non gli è quindi rimasto che correre fuori e mettere intanto in salvo la moglie, come hanno fatto gli altri condomini, per poi tornare indietro e tentare di richiamare ancora il fratello, ma purtroppo senza esito. I vigili del fuoco lo hanno trovato senza vita nel suo divano letto, soffocato dal fumo: inutili i tentativi di rianimarlo da parte dei sanitari.
Domani, i familiari prenderanno congendo dalla salma, ora alle cappelle del commiato della Pubblica Assistenza L’Avvenire, che sarà tumulata nel cimitero di Casale-Tobbiana, con la sola benedizione come previsto dalle stringenti norme per arginare il coronavirus.