Oggi, quarant’anni fa, moriva Gianni Rodari, un celeberrimo scrittore italiano, noto per essersi occupato soprattutto di narrativa e poesia per l’infanzia. La sua unica, e celebre, opera teorica è Grammatica della Fantasia, del 1973, tratta dell’arte di inventare storie.
Fu l’unico italiano a vincere il prestigioso premio Hans Christian Andersen, una sorta di piccolo premio Nobel relativo alla letteratura per l’infanzia.
A Rodari sono stati dedicati centinaia di parchi, circoli, biblioteche, ludoteche, strade, e scuole materne. Decine di opere sono state scritte su di lui.
Quest’anno, il 23 ottobre, sarà anche il centenario dalla sua nascita, avvenuta nel 1920.
Tra le sue opere sono molto amate le numerose filastrocche, delle quali ne riproponiamo una riguardante il cielo, sotto il quale speriamo di poter tornare a camminare presto, quotidianamente, dopo questa emergenza.
Il cielo è di tutti
Qualcuno che la sa lunga
mi spieghi questo mistero:
il cielo è di tutti gli occhi
di ogni occhio è il cielo intero.
È mio, quando lo guardo.
È del vecchio, del bambino,
del re, dell’ortolano,
del poeta, dello spazzino.
Non c’è povero tanto povero
che non ne sia il padrone.
Il coniglio spaurito
ne ha quanto il leone.
Il cielo è di tutti gli occhi,
ed ogni occhio, se vuole,
si prende la luna intera,
le stelle comete, il sole.
Ogni occhio si prende ogni cosa
e non manca mai niente:
chi guarda il cielo per ultimo
non lo trova meno splendente.
Spiegatemi voi dunque,
in prosa o in versetti,
perché il cielo è uno solo
e la Terra è tutta a pezzetti?
Gianni Rodari