Molti eventi famosi sono successi il 16 aprile
- Nel 1828 muore il celeberrimo pittore spagnolo Francisco Goya. Francisco José de Goya y Lucientes(Fuendetodos, 30 marzo 1746 – Bordeaux, 16 aprile 1828) , nato da padre maestro doratore e da madre appartenente alla piccola nobiltà aragonese, è stato uno dei pittori più celebri di sempre. Vissuto tra il neoclassicismo e l’inizio del romanticismo, attraversò periodi turbolenti come la brutalità portata dalle guerre napoleoniche seguita dalla brutalità della repressione restauratrice. La versatilità dell’estro creativo di Goya ha fatto comunque sì che egli sia stato un artista inseribile nello stile romantico. I quadri di Goya, infatti, risentono congiuntamente delle sue aspirazioni illuministe-razionali e di impulsi irrazionalistici già romantici. L’artista è ben consapevole di questo suo dualismo tra sentimento e ragione e si propone così di superare il perfezionismo tipico dello stile neoclassico e di raffigurare scene tratte dalla realtà quotidiana o dalla sua immaginifica fantasia, aprendo così la strada al Realismo e al Romanticismo. È in questo modo che Goya matura uno stile molto autonomo e originale, svincolato dagli schematismi accademici e animato da una grande libertà d’espressione e da un linguaggio grintoso, pieno di vigore, sottilmente ironico. La parte piu celebre delle opere di Goya riguarda quelle del suo periodo “scuro”. Un totale cambiamento di stili e temi si ebbe infatti nell’artista con la misteriosa malattia del 1792-1793, doloroso spartiacque dell’esistenza di Goya. Questo drastico mutamento tematico, oltre che dalle drammatiche vicende personali, gli fu imposto anche dal grande sconvolgimento politico sofferto in quegli anni dall’Europa, segnata dall’ascesa al trono di Carlo IV, uomo inetto subentrato al ben più illuminato Carlo III, e soprattutto dagli eventi legati alla Rivoluzione Francese e alla successiva epopea napoleonica. Nel 1792 Goya abbandonò i toni distesi della gioventù e approdò a uno stile onirico, visionario, facendosi interprete della parte «nera», dannata, dolorosa dell’essere umano e rendendola, in dipinti celebri quali “Saturno divora i suoi figli“, con «chiaroveggenza di sonnambulo» come ha affermato José Ortega y Gasset.
- Il politico americano Bernard Baruch nel 1947 conia il termine “guerra fredda” come definizione della tensione tra le due super potenze, americana e sovietica, nel dopoguerra. Fu intorno al 1947 infatti che dopo il breve periodo di cooperazione, i vincitori della seconda guerra mondiale, USA e URSS, iniziarono un lungo periodo di contrapposizione politica, ideologica e militare che sarebbe finito soltanto con la dissoluzione dell’Unione Sovietica nel 1991. Presto si giunse alla divisione dell’Europa in sfere di influenza e alla formazione di blocchi internazionali ostili, denominati comunemente come Occidente (gli Stati Uniti, gli alleati della NATO e i Paesi amici) ed Oriente, o “blocco comunista” (l’Unione Sovietica, gli alleati del Patto di Varsavia e i Paesi amici), oltre a tutti i Paesi non allineati del resto del mondo. La tensione che ne risultò, durata circa mezzo secolo, non si concretizzò mai in un conflitto militare diretto. Proprio da questa mancanza di concretizzazione in una guerra aperta, deriva il termine “fredda” usato per descrivere un’ostilità che non sembrava più risolvibile attraverso una guerra frontale tra le due superpotenze, dato il pericolo per la sopravvivenza dell’umanità rappresentato da un eventuale ricorso alle armi nucleari. La tensione tra i due blocchi si sviluppò nel corso degli anni incentrandosi sulla competizione in vari campi (militare, spaziale, tecnologico, ideologico, psicologico, sportivo) contribuendo almeno in parte allo sviluppo ed evoluzione della società stessa con l’avvento della terza rivoluzione industriale.
Leonardo Panerati
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