Mentre si discute andremo in spiaggia separati da pannelli di plexiglas, c’è un settore che nella filiera del turismo sta subendo una crisi gravissima. Quello delle agenzie di viaggio.
«Stiamo pagando un prezzo elevatissimo e, nonostante si parli di una filiera che rappresenta il 13% del Pil, nulla è stato fatto. Nessuno ne dice niente, cosa ancor più grave. Si parla del turismo solo per quanto riguarda l’incoming, di turisti che entrano in Italia, ma nulla degli italiani che si spostano e che fanno vacanze. Le liste di nozze in agenzia, i viaggi fotografici, culturali e religiosi che noi siamo stati costretti ad annullare per tutto il 2020?».
Sono le parole di Meri e Miriam Gacci titolari dell’agenzia di viaggio Itcamp Travel, di Calenzano, in provincia di Firenze, che insieme ad altre 250 agenzie, oltre ad un video denuncia, ha pronta una lettera da inviare al premier Conte, al presidente della Toscana Enrico Rossi per chiedere prestiti a tasso zero garantiti della Regione o dallo Stato da restituire fino a 24 mesi con data di pagamento della prima rata da gennaio 2021, contributo per i titolari pari a 1.000 euro al mese, cassa integrazione straordinaria in deroga per i lavoratori dipendenti, esonero pagamento contributi Inps e tasse locali per almeno sei mesi.
«In questi giorni di prigionia forzata – continua una delle due titolari – faccio indigestione di talk show, tg e rubriche varie che parlano naturalmente dell’argomento, ma a parte l’aspetto sanitario che è sicuramente argomento importante e primario soprattutto per il rispetto delle persone che hanno contratto il virus nessuno poi ha mai affrontato i problemi del turismo in un modo serio e corretto. Il ministro Franceschini – precisa Miriamm Gacci – si è riferito a noi agenti di viaggio con l’appellativo di “Quelli che vendono i viaggi”, ma noi siamo molto di più, noi facciamo continui corsi di aggiornamento, studiamo le destinazioni per dare ai clienti le informazioni che non si limitano a nozioni tecniche di come fare check-in o quali documenti occorrono per raggiungere un paese. In questo possiamo tranquillamente essere sostituiti da internet. Il plus che noi diamo ai nostri clienti sono le emozioni, che suscitiamo nel momento in cui descriviamo il colore rosso del sole in un tramonto africano, i vestiti sgargianti delle donne in India, il ruggito di un leone durante un safari nel masai Mara in Kenya. Ecco questo è il nostro lavoro e questo vogliamo ricominciare a fare».
In questo momento il fatturato delle agenzie è completamente azzerato ed il lavoro degli agenti riguarda soprattutto tranquillizzare i clienti che sarebbero dovuti partire aiutandoli a spostare la data o addirittura , come nel caso di viaggi di nozze, traslare completamente il viaggio al prossimo anno. «A fronte di un lavoro già svolto, dobbiamo nuovamente riaprire la pratica e lavorare su due fronti, non far perdere soldi versati dai clienti e contenere le richieste esose di vettori e corrispondenti che applicano penali anche in questo momento molto particolare», spiegano Meri e Miriam Gacci.
«Come agenzie, chiediamo al governo di ascoltare il nostro appello disperato, perché la nostra attività non è meno importante di un’altra, perché come per i bar, i ristoranti, gli istituti di bellezza, le cartolerie ci sono famiglie che vivono di questo e verso le quali noi titolari abbiamo delle responsabilità – concludono – Finita la cassa integrazione come possiamo assicurare loro il posto di lavoro, come possiamo pagare stipendi a fronte di zero incassi?».