Nel 1792 un ufficiale del genio militare, il compositore e poeta Claude Joseph Rouget de Lisle, compone L’inno di guerra dedicato al maresciallo Luckner, che sarà in seguito conosciuto in tutto il mondo come La Marsigliese, l’inno nazionale francese. L’inno nazionale francese non nacque infatti come tale. Esso fu originariamente composto dal poeta Riuget de Lisle su commissione del sindaco di Strasburgo, barone di Dietrich, nel contesto seguente alla dichiarazione di guerra della Francia all’Austria. Rouget de Lisle raccontò che la sera del 26 aprile 1792, tornando a casa in rue de la Mésange, ebbe l’ispirazione e compose L’inno di guerra dedicato al maresciallo Luckner. In effetti ai tempi era proprio il bavarese Nicolas Luckner che comandava l’Armata del Reno. Ironia della sorte: sia Luckner che il barone Dietrich furono ghigliottinati pochi anni dopo. Il giorno seguente, Rouget cantò proprio a casa del barone, per la prima volta, l’inno che sarebbe diventato presto La Marsigliese. Il nome originale era Chante de guerre pour l’Armée du Rhin (Canto di guerra per l’Armata del Reno). Questa scena è immortalata nel quadro di Isidore Pils, esposto al museo di Belle Arti di Strasburgo. L’inno divenne la chiamata alle armi della Rivoluzione francese e in questo contesto assunse il nome di Marsigliese perché cantata per le strade dai volontari (fédérés) provenienti da Marsiglia al loro arrivo a Parigi. Presso i patrioti marsigliesi il canto aveva infatti raggiunto grande popolarità nel mese precedente. La Convenzione decise che La Marsigliese divenisse l’inno nazionale con un decreto del 14 luglio 1795, ma in seguito la canzone fu messa al bando da Napoleone I, Luigi XVIII e Carlo X, rimanendo così soppressa dal 1807 al 1831. Nel periodo di restaurazione borbonica si usava come omaggio al re la melodia “Le Retour des Princes français à Paris“, senza testo, composta ancora nel 1700 da Francois-Henry Castil-Blaze. Solo dopo la rivoluzione del 1830 La Marsigliese fu nuovamente in voga dal 1831 al 1852 e Hector Berlioz ne elaborò una versione orchestrale. Anche durante il Secondo Impero fu ritenuta inappropriata e l’inno nazionale divenne Partant pour la Syrie, aria composta da Ortensia di Beauharnais, la madre di Napoleone III. A dire il vero, come dimostrato da seri studi musicologici, il vero compositore di questo brano fu Louis Brouet, che però fu “politicamente” messo da parte in favore della madre di Napoleone III, che nutriva ambizioni musicali senza esserne veramente dotata. In seguito al crollo del Secondo Impero, nel 1870, non mutò subito la situazione e soltanto nel 1876 La Marsigliese fu nuovamente considerata inno nazionale di Francia. La Marsigliese è rimasta in seguito l’inno nazionale francese fino ad oggi, con la breve interruzione della seconda guerra mondiale, durante la quale con l’occupazione nazista del territorio francese, i tedeschi vietarono l’esecuzione della Marsigliese nella Francia occupata, mentre nella Francia di Vichy, pur continuando ad essere inno nazionale de iure, si usava spesso in sua sostituzione la canzone Maréchal, nous voilà !.
La Marsigliese
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