Funziona sui #macachi, che come l’uomo appartengono all’ordine dei primati, il candidato #vaccino ottenuto e sperimentato da un team di scienziati cinesi. I ricercatori hanno lavorato su ceppi isolati da 11 pazienti ricoverati in diversi Paesi, Italia compresa. Il candidato vaccino è stato ricavato da virus inattivati purificati.
Nei primi test preclinici condotti sugli animali, e in particolare sui macachi, ha funzionato proteggendo i primati dall’infezione da Sars-CoV-2. I ricercatori riportano che quando il vaccino è stato testato sui topi si è rivelato in grado di suscitare circa 10 volte più anticorpi contro la proteina spike del virus (chiamata così per la forma a spuntone che caratterizzata la corona sulla superficie di questo microrganismo) rispetto a quelli trovati nel siero dai pazienti guariti da Covid-19.
I dati sul vaccino sono stati pubblicati sulla rivista Science. Nei topi, nei ratti e nei primati non umani, ha indotto anticorpi che hanno neutralizzato diversi ceppi di Sars-CoV-2. Questo senza portare a un fenomeno noto come potenziamento dipendente dall’anticorpo (Ade), sul quale precedenti report avevano sollevato preoccupazioni. Il candidato vaccino si chiama PiCoVacc e sulla base delle osservazioni svolte gli autori lo definiscono sicuro nei macachi e suggeriscono che debba essere esplorato negli studi clinici sull’uomo.
I test clinici con PiCoVacc sull’uomo dovrebbero iniziare entro l’anno. I virus inattivati purificati, spiegano gli autori, «sono stati tradizionalmente usati per lo sviluppo di vaccini, sono sicuri ed efficaci e sono stati usati per la prevenzione di malattie causate da virus come quello dell’influenza e della polio». Per sviluppare modelli preclinici per questo vaccino contro il Sars-CoV-2, Qiang Gao di Sinovac Biotech (Pechino) e colleghi hanno isolato una serie di ceppi virali da 11 pazienti ospedalizzati provenienti da Cina, Italia, Svizzera, Regno Unito e Spagna.
Un ceppo è stato selezionato e sviluppato in un candidato vaccino purificato e inattivato, PiCoVacc appunto. Nei topi e nei ratti vaccinati e infettati tre settimane dopo con i dieci ceppi virali rimanenti il vaccino ha neutralizzato tutti i ceppi, affermano gli autori. Successivamente il team ha vaccinato i macachi a dosi di 1,5 microgrammi o 6 microgrammi tre volte nel corso di due settimane. Successivamente infettati da ceppi Sars-CoV-2, gli animali che hanno ricevuto la dose di 6 microgrammi hanno mostrato una protezione completa e senza Ade osservabile. La possibilità che questo processo possa manifestarsi dopo non può essere esclusa in questo studio, puntualizzano gli autori. (AdnKronos)