Nel 1866 la Svezia rilascia il brevetto della dinamite ad Alfred Nobel, futuro creatore dell’omonimo premio.
La dinamite è un preparato destinato a causare un’esplosione, considerato più sicuro (poiché più stabile) degli altri esplosivi in uso all’epoca della sua scoperta. Al tempo, era infatti in uso la nitroglicerina, sintetizzata dal chimico italiano Ascanio Sobrero nel 1847, un liquido instabile molto sensibile alle scosse ed alle variazioni termiche. La dinamite è un derivato della pericolosissima nitroglicerina che, miscelata con sostanze assorbenti neutre come la farina fossile e la silice o attive come la segatura e la cellulosa, dà origine a una miscela solida stabile a temperatura ambiente. Nel periodo in cui la dinamite fu il migliore esplosivo in commercio, il brevetto registrato da Nobel crebbe di valore e fu accompagnato da una successiva serie di brevetti minori, venendo largamente usato nell’industria mineraria e nelle cave, in edilizia, nelle demolizioni e, in misura minore, in campo bellico.
Alfred Nobel (1833-1896), lontano discendente dello scienziato e scrittore svedese del XVII secolo Olof Rudbeck e membro della famiglia Nobel (una eminente dinastia di industriali svedesi), nacque da Immanuel Nobel detto “il Giovane”, a sua volta inventore e ingegnere, e da Karolina Ahlsell. Il padre, dopo una bancarotta, si trasferisce con moglie e figli a San Pietroburgo, in Russia, nel 1838, dove riesce a risollevare le economie di famiglia, entrando nell’industria degli armamenti russi.
In Europa nel 1856, Nobel brevetta una serie di perfezionamenti sulle bombe. Inventa un primo detonatore relativamente sicuro nel 1863, mentre due anni dopo inventa il primo tappo di sabbiatura. Purtroppo, il 3 settembre 1864, Emil, il suo fratello più giovane, perde la vita durante una grave esplosione nel capannone-laboratorio. Altri incidenti meno gravi con la nitroglicerina accadono nei mesi successivi, finché Alfred, in uno stabilimento di Geesthacht, in Germania, riesce a perfezionare l’uso della stessa, attraverso una polvere inerte composta da farina fossile e, in seguito, anche della semplice segatura compressa, rendendo quindi l’esplosivo più maneggevole, solido e stabile. Nasce così la dinamite. L’invenzione gli consente, in breve tempo, di aprire società e laboratori in una ventina di paesi esteri, fra cui uno dei più grandi stabilimenti proprio in Italia, presso la località Valloja di Avigliana, nelle vicinanze di Torino. Assommando la disponibilità dei suoi allora 360 brevetti industriali, Nobel diventa quindi un ricco imprenditore
Nel 1888, il fratello di Alfred, Ludvig, muore mentre si trovava a Cannes. Per errore un giornale francese pubblica il necrologio della morte di Alfred condannandolo aspramente per l’invenzione della dinamite. Il titolo del necrologio recita “Il mercante di morte è morto” (Le marchand de la mort est mort), continuando poi: “Alfred Nobel, che divenne ricco trovando il modo di uccidere il maggior numero di persone nel modo più veloce possibile, è morto ieri“. A seguito di questo episodio, Nobel avrebbe iniziato a preoccuparsi di come sarebbe stato ricordato dopo la sua morte e sarebbe quindi maturata la volontà di lasciare un’eredità migliore. Perciò il 27 novembre del 1895 sottoscrive il suo famoso testamento, con il quale istituisce quei riconoscimenti che sono diventati noti come premi Nobel.
Negli ultimi anni Alfred Nobel fu sinceramente tormentato in coscienza dalle possibili applicazioni belliche e distruttive delle sue scoperte. In tale contesto contraddittorio, istituì quindi il premio Nobel, che rese immortale il suo nome per stimolare con la premiazione la ricerca nei campi che illuminano e aiutano l’essere umano a vivere degnamente. Ebbe anche delle velleità letterarie, scrisse infatti un certo numero di poesie e drammi e pensò anche di dedicarsi esclusivamente a questa attività. Non si sposò mai, tuttavia, dal 1876 circa, il suo grande amore fu l’austriaca Sofie Hess.
Nel 1896 Nobel muore per un’emorragia cerebrale in Italia. Oggi è sepolto al Norra begravningsplatsen, cimitero di Stoccolma