Il 14 maggio 1638 a soli 4 anni, Luigi Deodato di Borbone(1638-1615), sale al trono del regno di Francia come Luigi XIV. Membro della casata dei Borbone, fu il sessantaquattresimo re di Francia e quarantaquattresimo di Navarra. Per la sua durata quello di Luigi XIV è stato classificato come il regno più lungo della storia, egli infatti regnò per 72 anni e 110 giorni, dal 14 maggio 1643, quando aveva meno di cinque anni, fino alla morte nel 1715.
Figlio di Luigi XIII di Francia e di Anna d’Austria, Luigi nacque il 5 settembre 1638 nel castello di Saint-Germain-en-Laye. Aveva quasi cinque anni quando suo padre, il Re Luigi XIII, morì improvvisamente e il piccolo Luigi venne chiamato ad ereditare il trono di Francia, venendogli affiancata la madre che gestì de facto il potere assieme al Primo Ministro, il cardinale Giulio Mazzarino. Questi resse le sorti della Francia per molti anni e fu così influente che solo alla sua morte, avvenuta il 9 marzo 1661, Luigi poté assumere effettivamente i poteri.
Il rapporto di Luigi con sua madre era straordinariamente affettuoso per l’epoca. I contemporanei e le malelingue riportarono in più occasioni come la sovrana trascorresse la maggior parte del proprio tempo con Luigi, trascurando spesso gli affari di stato. Il rapporto tra i due fu tale che Luigi XIV riportava in un passo del suo diario personale:
«La natura fu responsabile dei primi nodi che mi legarono a mia madre. Ma i legami instauratisi successivamente furono qualità di spirito che andavano ben oltre i legami di sangue.»
L‘educazione del giovane Luigi fu responsabilità, tra gli altri, di Mazzarino e della madre. Il piccolo re fu istruito in latino, storia, matematica, italiano e disegno, sebbene Luigi non sia mai stato uno studioso modello. Seguendo l’esempio di Mazzarino che era stato un notevole collezionista d’arte del suo tempo, Luigi XIV si dimostrò sempre molto sensibile alla pittura, all’architettura, alla musica e soprattutto alla danza che per l’epoca era considerata essenziale per l’educazione di un aristocratico: si esercitò infatti nella danza per due ore al giorno dai 7 ai 27 anni. Ebbe anche un’educazione sessuale straordinariamente moderna per l’epoca: sua madre predispose che la Baronessa di Beauvais (soprannominata “Cateau la Borgnesse”) si “accertasse” se e quando il Principe avesse raggiunto la maturità sessuale.
Il 10 marzo 1661, alla morte del cardinale Mazzarino, Luigi XIV prese personalmente il potere senza nominare alcun primo ministro: la sua presa di potere segnò la fine delle grandi rivolte nobiliari, parlamentari, protestanti e contadine che avevano segnato i decenni precedenti. Luigi impose l’obbedienza a tutti gli ordini della popolazione e il controllo anche sulla religione, condannò infatti il giansenismo nel 1660 e il protestantesimo, revocando l’Editto di Nantes nel 1685 e sostituendogli l’Editto di Fonteinbleau il quale toglieva ogni limitata tolleranza religiosa ai protestanti. Espulse anche tutti i sudditi ebrei dal regno. Ciò causò l’espulsione dalla Francia centinaia di migliaia di persone tra protestanti ed ebrei che dovettero riparare in stati vicini che li avrebbero accolti e rappresentò un danno economico significativo per la Francia. Durante il suo regno Luigi rafforzò inoltre l’influenza della Francia in Europa e nel mondo, combattendo tre grandi conflitti; ma oltre che militarmente la cultura francese fu sovrana in Europa durante il suo lungo regno. Fino alla morte convinto assertore di una monarchia di tipo assolutistico e della legittimità dei diritti divini del monarca.
Continuò inoltre l’opera dei suoi predecessori nel tentativo di creare uno Stato sempre più centralizzato governato direttamente dalla capitale: Parigi. Cercò di eliminare gli ultimi resti dell’antico feudalesimo medievale persistente in alcune parti della Francia con il trasferimento dal 1682 della corte intera alla reggia di Versailles, il grande palazzo da lui fatto realizzare in aperta campagna con il preciso scopo di incantare l’aristocrazia francese e costringerla a vivere lontana dalla vera politica che si dibatteva nella capitale. Con questi mezzi consolidò il sistema della monarchia assoluta in Francia, la cui supremazia, che non teneva in nessun conto l’opinione dei sudditi, perdurò sino alla rivoluzione francese.
Alla sua morte gli succedette il bisnipote di appena cinque anni, che assunse il nome di Luigi XV, dal momento che tutti gli eredi intermedi gli erano premorti: suo figlio Luigi, il Gran Delfino, il primogenito del delfino Luigi, duca di Borgogna e anche il figlio di questi, Luigi, duca di Bretagna (fratello maggiore di Luigi XV)