Il 6 giugno 1944 avviene il D-day, lo sbarco alleato anglo-americano in Normandia, con la più grande forza di sbarco navale della storia, il cui successo farà da testa di ponte per la liberazione della Francia dall’occupazione nazista.
Lo Sbarco in Normandia, nome in codice Operazione Neptune, era la parte marittima di una più ampia operazione, l’Operazione Overlord, la quale identificò il piano di invasione alleato dell’Europa, iniziato appunto con lo sbarco del 6 giugno, il cui obiettivo era quello di stabilire una testa di ponte sulla terraferma per poi invadere la Normandia e, quindi, liberare la Francia. Inizialmente il nome in codice Overlord (Signore Supremo) venne usato per designare sia l’operazione generale di attraversamento della Manica sia lo sbarco vero e proprio in ben determinate aree; con il progredire della pianificazione, per esigenze di sicurezza venne ristretto il numero di persone che avevano accesso alle informazioni sullo sbarco e quindi venne definito un nuovo nome in codice, Neptune, per designare questa fase specifica lasciando Overlord per il concetto generale e la divulgazione più ampia tra il personale interessato.
Il termine D-Day con cui lo Sbarco è chiamato dagli inglesi, deriva dal suo uso presso i militari anglosassoni per indicare semplicemente il giorno in cui si deve iniziare un attacco o un’operazione di combattimento.
Lo Sbarco in Normandia fu facilitato notevolmente dal successo dell’Operazione Bodyguard, il nome in codice della più estesa operazione di inganno militare della seconda guerra mondiale, il cui scopo era impedire che i tedeschi scoprissero l’esatto luogo e data dell’apertura del “secondo fronte”, tramite una serie di operazioni subalterne a Bodyguard stessa. La pianificazione di Bodyguard cominciò nel 1943 per mano di un dipartimento segreto il cui scopo era confondere i tedeschi sui piani alleati: il London Controlling Section (LCS). L’obiettivo principale era convincere i tedeschi che l’invasione dell’Europa nordoccidentale sarebbe avvenuta più tardi di quando fosse programmato nella realtà, lasciando loro il dubbio sul luogo dello sbarco: se presso il Passo di Calais, nei Balcani, nella Francia meridionale o in Norvegia e dell’eventualità di un attacco sovietico in Bulgaria e nella Norvegia settentrionale. L’Operazione Bodyguard fu un successo, anche grazie alla decriptazione dei codici militari tedeschi, da parte dei britannici, e dalla compromissione di tutte le spie nel Regno Unito. L’inganno funzionò infatti alla perfezione, facendo si che al momento dello Sbarco in Normandia la crème dell’esercito tedesco presente nella Francia occupata fosse lontano dalla Normandia.
L’invasione iniziò nelle prime ore di martedì 6 giugno 1944 quando toccarono terra nella penisola del Cotentin e nella zona di Caen le truppe alleate aviotrasportate, che aprirono la strada alle forze terrestri. All’alba del 6 giugno, precedute da un imponente bombardamento aeronavale, le fanterie sbarcarono su cinque spiagge. Esse si trovavano all’interno di una fascia lunga circa ottanta chilometri sulle coste della Normandia: nel settore statunitense dell’invasione, tre divisioni di fanteria presero terra alle ore 06:30 sulle spiagge denominate Utah e Omaha, mentre nel settore anglo-canadese, un’ora più tardi, altre tre divisioni sbarcarono in altrettante spiagge denominate Sword, Juno e Gold. Le truppe che toccarono queste spiagge subirono la reazione nemica, che in diversi settori (soprattutto a Omaha e Juno) fu molto pesante e causò gravi perdite. Dopo essersi attestati sulle spiagge e aver violato le difese del cosiddetto Vallo Atlantico durante lo stesso D-Day, gli uomini sarebbero dovuti avanzare per dirigersi il più velocemente possibile verso obiettivi situati più in profondità (le cittadine di Carentan, Saint-Lô e Bayeux) per rafforzare la testa di ponte e minacciare le vie di rinforzo nemiche.
Il successo dello Sbarco in Normandia permise l’avvio della parte terrestre dell’Operazione Overlord, parte denominata anche Battaglia di Normandia, in cui le armate alleate poterono rafforzare ed espandere la testa di ponte nella Francia occupata, conquistare i principali porti nord-occidentali della Francia e spingersi verso l’interno fino a liberare Parigi. Da qui le forze alleate avrebbero in seguito continuato la loro avanzata per spingere i tedeschi oltre la Senna, minacciando direttamente il territorio tedesco in concomitanza con l’avanzata sovietica ad est, e concorrere all’invasione della Germania e alla sconfitta del Terzo Reich.
Oggi i visitatori della Normandia trovano molti ricordi di quel 6 giugno 1944. I più notevoli sono le spiagge, che vengono ancora indicate sulle cartine e sui cartelli con i nomi in codice assegnati durante l’invasione; sulla costa sono inoltre visibili diversi bunker del Vallo Atlantico e i Mulberry Harbour con i loro frangiflutti Phoenix, presso Arromanches. Nella regione sono stati istituiti numerosi cimiteri di guerra anglo-americani e tedeschi: a Colleville-sur-Mer file di identiche croci bianche e stelle di David commemorano i morti statunitensi. A Bayeux il cimitero di guerra del Commonwealth, mantenuto dalla Commonwealth War Graves Commission, raccoglie le spoglie di 4 648 soldati britannici e, accanto, sorge il più grande cimitero della Normandia, il La Cambe German war cemetery in cui riposano 21 222 soldati tedeschi.