Stop in Italia al doppio tampone negativo. A chiedere a Governo, ministro della Salute, Comitato tecnico scientifico per l’emergenza coronavirus e istituzioni di abbandonare questo criterio – in base al quale “in Italia un paziente Covid-19 viene considerato contagioso finché per due volte il tampone dia esito negativo, con conseguenze spesso paradossali per la durata della quarantena” – sono gli scienziati del Patto trasversale per la scienza (Pts), che rilanciano l’appello arrivato qualche settimana fa dagli autori della pagina social ‘Pillole di ottimismo’, nel giorno in cui il Cts valuta la riduzione a 10 giorni della quarantena per i contatti.
Da tempo l’Organizzazione mondiale della sanità “ha abbandonato questo criterio – sottolineano – in base ad una crescente e ormai consolidata evidenza scientifica: il periodo di contagiosità, che inizia circa 48 ore prima della comparsa di sintomi, ha il suo picco nei primi giorni, per poi calare rapidamente e sostanzialmente annullarsi entro 10 giorni. Al contrario, la positività del tampone può restare tale per molte settimane. Adottare, sulla scia di quasi tutti gli altri Paesi, il criterio Oms avrebbe rilevanti e immediati vantaggi non solo per le persone coinvolte, ma anche per la sanità pubblica”, sostengono gli scienziati del Pts. “Infatti, il timore di venire isolati senza un termine temporalmente definito costituisce un pericoloso incentivo al nascondimento dei propri sintomi per chi si ammala, oltre che all’utilizzo dell’App di tracciamento”.
Il presidente del Pts Guido Poli, a nome dell’associazione, ha sottoscritto dunque una lettera ad hoc indirizzata al presidente del Consiglio dei ministri, al ministro della Salute, al coordinatore del Comitato tecnico-scientifico, al presidente del Senato della Repubblica e al presidente della Camera dei deputati per “sostituire il criterio del doppio tampone negativo”.
“Vi chiediamo – si legge nella missiva – di sostituire il criterio del doppio tampone negativo con quello indicato nelle nuove direttive Oms, riducendo a 10 giorni il periodo di malattia per Covid-19 (più 3 giorni senza sintomi, nel caso ve ne fossero) e abbandonando l’uso del tampone di controllo. Ve lo chiediamo per tre ragioni, ciascuna delle quali ci sembra da sola sufficiente a giustificare la nostra richiesta. La prima ragione – scrivono gli esperti del Cts – riguarda la vita delle persone coinvolte: mantenere in isolamento forzato un paziente che con ogni probabilità non è più contagioso non è di alcuna significativa utilità, né per il paziente né per la collettività”.
La seconda ragione “riguarda l’economia e la ripresa del nostro Paese: la nostra collettività ha bisogno del contributo di queste persone, ora lasciate per lungo tempo in uno stato di ingiustificata immobilità. La terza ragione riguarda la salute pubblica: il timore di venire isolati senza un termine temporalmente definito costituisce un pericoloso disincentivo alla segnalazione dei propri sintomi per chi si ammala e all’utilizzo dell’App di tracciamento, che invece necessita urgentemente di molte nuove adesioni”.
“Concludiamo con un’osservazione – continua la lettera, pubblicata su Facebook – In senso contrario alla nostra richiesta, si sostiene frequentemente che le nuove direttive Oms sarebbero pensate per i Paesi con risorse limitate e che dunque non possono garantire un secondo tampone in tutti i casi in cui ciò è necessario, a causa dell’insufficienza di strumenti e personale medico. La descritta obiezione a nostro avviso non regge”.
“In primo luogo, gran parte dei Paesi europei hanno da tempo adottato le nuove linee guida Oms. In secondo luogo, le motivazioni di salute pubblica sopra indicate giustificherebbero persino l’assunzione di un modestissimo rischio, se esso fosse veramente associato alle nuove linee guida. Infine, grande è la richiesta, da parte delle Regioni, di maggiori risorse per aumentare i tamponi: la scelta che vi chiediamo potrebbe offrire un aiuto importante in questa direzione”, concludono gli scienziati del Patto per la scienza. (AdnKronos)