Il 27 settembre 1540 con la bolla Regimini militantis ecclesiae di papa Paolo III nasce ufficialmente l’ordine dei gesuiti, con il nome di Compagnia di Gesù.
La compagnia di Gesù è stata fondata da Iñigo López de Loyola, il quale cambiò nome in Ignacio de Loyola, un nobile basco che dopo aver combattuto nelle guerre tra Carlo V e Francesco I ed essere rimasto zoppo, ebbe una crisi spiritale che lo condusse al sacerdozio e alla predicazione.
Ignacio, iscritto nel 1533 al religioso Collège Saint-Barbe, ebbe come compagni di stanza Pietro Favre, figlio di un umile pastore della Savoia, e Francesco Saverio, di nobile famiglia della Navarra; nel 1533 incontrò Diego Laínez e Alfonso Salmerón, anch’essi spagnoli e provenienti dall’università di Alcalá che, essendo appena giunti in Francia e non conoscendo bene la lingua del posto, si legarono molto a lui. Nel 1534 si unirono al gruppo di compagni di Ignazio il portoghese Simão Rodrigues e lo spagnolo Nicolás Bobadilla, che aveva studiato teologia e filosofia ad Alcalá e Valladolid. Favre fu ordinato sacerdote agli inizi del 1534. Il 15 agosto 1534 (festa dell’Assunzione di Maria), nella cripta sorta sul luogo tradizionale del martirio di san Dionigi e dei suoi compagni a Montmartre, Favre celebrò l’eucaristia e, prima della comunione, accolse i voti di Ignazio, Saverio, Laínez, Salmerón, Rodrigues e Bobadilla; poi pronunciò i suoi voti e si comunicò. Non si conosce il testo della formula del voto emesso dai compagni, ma doveva trattarsi di quelli di povertà, di recarsi a Gerusalemme e mettersi a disposizione del papa (la promessa di castità era implicita, essendo tutti aspiranti al sacerdozio).
Avvicinandosi l’inverno, il gruppo si riunì a Vicenza e, preso atto che il desiderato viaggio a Gerusalemme non era fattibile, decisero di stabilirsi in nuove città (soprattutto universitarie, dove avrebbero potuto trovare nuovi giovani aspiranti a unirsi alla comunità). Prima di lasciarsi, decisero di chiamarsi Compagnia di Gesù, perché Cristo era il loro unico modello, colui a cui essi dedicavano tutta la vita. Il termine compagnia era molto utilizzato nel nome delle confraternite e di altre società ecclesiastiche: diversamente da quanto tradizionalmente si ritiene.
Ignacio e i compagni cominciarono a essere richiesti dagli alti prelati della Curia che diedero loro incarichi importanti (il cardinale Carafa affidò loro la riforma di alcuni monasteri). Crescendo la loro importanza, nei primi mesi del 1539 i membri della Compagnia si riunirono spesso per discutere del futuro della comunità e il 15 aprile, durante una messa presieduta da Favre, furono interrogati sulla loro disponibilità ad andare a costituire un ordine e a farne parte. Le loro discussioni si protrassero fino al 24 giugno e portarono alla stesura dei “Cinque capitoli“, il testo base della Formula instituti.
La Formula, approvata da Paolo III il 3 settembre 1539, conteneva i principali fondamenti della Compagnia: il carattere apostolico, il fine di far progredire gli uomini nella fede e nella cultura religiosa, la povertà, l’obbedienza alla Santa Sede e al preposito, l’abolizione degli uffici corali, la promessa di recarsi ovunque il papa avesse indicato. Papa Paolo III concesse l’approvazione pontificia con la bolla Regimini militantis Ecclesiae del 27 settembre 1540, l’ordine nacque così ufficialmente.
La Compagnia di Gesù divenne così un ordine riconosciuto dalla legge canonica: Ignacio fu eletto all’unanimità preposito generale e il 22 aprile 1541, nella basilica di San Paolo fuori le mura, il fondatore e i suoi compagni pronunciarono i loro voti solenni.
Immagine d’apertura: l’emblema dell’ordine: un disco raggiante e fiammeggiante caricato dalle lettere IHS, il monogramma di Gesù. La lettera H è sormontata da una croce; in punta, i tre chiodi della Passione.
Bibliografia e fonti varie
- Annuario pontificio per l’anno 2013, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2013. ISBN 978-88-209-9070-1.
- William V. Bangert, Storia della Compagnia di Gesù, Marietti, Genova 1990. ISBN 88-211-6806-9.
- Paolo Bianchini (cur.), Morte e resurrezione di un ordine religioso, Vita e pensiero, Milano 2006. ISBN 88-343-1287-2.
- Carlo Capra, Età moderna, Le Monnier, Firenze 1996. ISBN 88-00-45103-9.
- Filippo Caraffa e Giuseppe Morelli (curr.), Bibliotheca Sanctorum (BSS), 12 voll., Istituto Giovanni XXIII nella Pontificia Università Lateranense, Roma 1961-1969.
- Abate Carré, The Travels of the Abbé Carré in India and the Near East From 1672 to 1674, Asian Educational Services, Londra 1992. ISBN 978-81-206-0596-1
- Cándido de Dalmases, Il padre maestro Ignazio, Jaca Book, Milano 1994. ISBN 88-16-30265-8.
- Mario Escobar (cur.), Ordini e congregazioni religiose, 2 voll., SEI, Torino 1951-1953.
- Marek Inglot, La Compagnia di Gesù nell’Impero Russo (1772-1820), EPUG, Roma 1997. ISBN 88-7652-722-2.
- Erwin Iserloh, Josef Glazik, Hubert Jedin, Riforma e Controriforma (vol. VI della serie Storia della Chiesa, diretta da H. Jedin), Jaca Book, Milano 2001. ISBN 88-16-30246-1.
- Ottavia Niccoli, La vita religiosa nell’Italia moderna, Carocci editore, Roma 2002. ISBN 88-430-2412-4.
- John W. O’Malley, I primi gesuiti, Vita e pensiero, Milano 1999. ISBN 88-343-2511-7.
- Guerrino Pelliccia e Giancarlo Rocca (curr.), Dizionario degli Istituti di Perfezione (DIP), 10 voll., Edizioni paoline, Milano 1974-2003.
- Adriano Prosperi, Tribunali della coscienza, Giulio Einaudi editore, Torino 1996. ISBN 88-06-12670-9.
- Geoffrey V. Scammel, Genesi dell’Euroimperialismo, ECIG, Genova 2000. ISBN 88-7545-871-5.
- Georg Schwaiger, La vita religiosa dalle origini ai nostri giorni, San Paolo, Milano 1997. ISBN 978-88-215-3345-7.