Roma Termini, lavoratori occupano locali contro licenziamento di massa

Da due giorni ristorante e bar della stazione Roma Termini sono occupate. Sfrattati per far posto a uno dei negozi che stanno trasformando le stazioni italiane in centri commerciali, i lavoratori hanno anche perso il posto di lavoro. Largo all’ocupazione, allora, sotto le insegne di Confintesa e lo slogan “licenziati da un capo d’abbigliamento”.

«I lavoratori dipendenti di Chef Express, Mister Panino, MC Donald e Rosso Pomodoro non ci stanno ad accettare il ricatto di chi si sente forte e vuole chiudere il bar centrale della Stazione Termini gettando in mezzo alla strada i suoi dipendenti», ha spiegato Alfredo Magnifico, segretario generale di Confintesa Smart in merito alla decisione della società Grandi Stazioni, la Società del gruppo Ferrovie dello Stato, che non intende rinnovare il contratto di affitto dei locali affidati al gruppo Cremonini, con marchio Chef Express, McDonald’s, Mister Panino e Rosso. I posti in bilico, o anche più in là della linea sottile fra lavoro e disoccupazione, sono oltre 200 posti. Per il 30 novembre Grandi Stazioni vorrà indietro i locali.

«La chiusura dello storico buffet della Stazione Termini metterebbe a rischio anche la sicurezza degli utenti mettendo in mano il territorio della Stazione Termini alla malavita organizzata. Lanciamo un appello alle forze Politiche e alle Istituzioni affinché si adoperino per evitare che Roma Termini e via Marsala si trovino in una situazione da terzo mondo; con la nostra lotta vogliamo evitare che malavita, spacciatori, borseggiatori, mercanti del sesso prendano possesso del territorio – prosegue Alfredo Magnifico – Per questi motivi da oggi al 30 novembre, data che Grandi Stazioni ha dichiarato di voler riprendere i locali, Confintesa Smart e i lavoratori effettueranno l’assemblea permanente nei locali del bar centrale, con occupazione ad oltranza dei locali sino a quando la Politica, le Autorità, Grandi Stazioni, sino ad oggi insensibili alle richieste di tutte le organizzazioni sindacali, non si siederanno ad un tavolo di concertazione per concordare o il rinvio della restituzione dei locali o la garanzia che nessuno dei lavoratori rimarrà senza lavoro».

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