Aperto il Canale di Suez

Il 17 novembre 1869 viene aperto il canale di Suez, che collega il Mediterraneo al Mar Rosso, permettendo così la navigazione diretta dal Mediterraneo all’Oceano Indiano.

Luigi Negrelli, fautore del progetto definitivo del canale di Suez

Già nel 1504 alcuni mercanti veneziani proposero ai sultani mamelucchi regnanti in Egitto di collegare il Mar Rosso con il Mediterraneo tagliando l’istmo di Suez. E di questa possibilità si parlò, in ambiente ottomano, per tutto il corso del Cinquecento, in particolar modo nel 1568 con il gran visir Mehmed Pascià. Nel 1799, durante la spedizione in Egitto, il generale francese Napoleone Bonaparte contemplò l’idea di costruire un canale, ma un rilievo preliminare concluse erroneamente che il dislivello fra i due mari fosse di 10 metri, il che avrebbe reso necessario un sistema di chiuse. Nel 1833 un primo progetto di canale fu presentato al viceré d’Egitto Mehmet Ali da Prosper Enfantin, imprenditore, scrittore e pubblicista francese, nonché seguace di Saint-Simon. Nonostante il disinteresse egiziano, i saint-simoniani costituirono nel 1846 una “Société d’étude pour le canal de Suez”, che rilevò con grande precisione la topografia della zona del canale, dimostrando che la differenza d’altitudine tra le superfici dei due mari era trascurabile.

Il canale di Suez oggi, ripresa dall’orbita terrestre

Il progetto definitivo fu redatto da Luigi Negrelli, un ingegnere nato a Fiera di Primiero, in Trentino, allora parte dell’Impero d’Austria. Nel 1854 Ferdinand de Lesseps, diplomatico francese in Egitto dal 1830, ottenne una concessione da Sa’id Pascià, Chedivè d’Egitto, al fine di costituire una società che costruisse un canale marittimo aperto a navi di ogni nazione e lo gestisse, affittando la terra per 99 anni. Il canale fu infine costruito tra il 25 aprile 1859 e il 1869 da una compagnia francese (Compagnie universelle du canal maritime de Suez, costituita il 15 dicembre 1858) diretta da Ferdinand de Lesseps, con macchinari appositamente concepiti per l’opera.

Il canale, costato il doppio delle stime originali, era di proprietà del governo egiziano (44%) e della Francia (attraverso più di 20.000 azionisti), mentre altre grandi potenze si mostrarono molto scettiche sulla redditività dell’opera.

La prima nave attraversò il canale il 17 febbraio 1867, ma il canale venne inaugurato il 17 novembre 1869 alla presenza dell’imperatrice Eugenia con una cerimonia sfarzosa, per la quale Johann Strauss II compose la Egyptischer-Marsch (Marcia egizia). Lo stesso giorno il panfilo imperiale francese Aigle, con a bordo Ferdinand de Lesseps e l’imperatrice Eugenia, aprì il corteo di navi che sfilava attraverso il canale appena costruito per inaugurarlo. Seguiva la SMS Greif con a bordo l’Imperatore Francesco Giuseppe, che era la più grande delle navi che componevano l’imponente corteo. Terzo veniva il panfilo El Mahrousa del chedivè Ismāʿīl. Il corteo continuava con decine di imbarcazioni, fra cui i panfili dei principi reali di Prussia, dei Paesi Bassi e di Russia, e poi quelli di nobili e ambasciatori. Il corteo raggiunse il Mar Rosso il 20 novembre 1869.

Per l’inaugurazione, il kedivè d’Egitto aveva chiesto a Giuseppe Verdi di comporre un inno, ma Verdi, restio a comporre musica d’occasione, aveva rifiutato; i contatti con Verdi comunque continuarono, e culminarono nella composizione dell’Aida, andata in scena al Teatro chediviale dell’Opera del Cairo il 24 dicembre del 1871.

Il canale ebbe un effetto immediato e fondamentale sui commerci mondiali e giocò un ruolo importante nello sviluppare la navigazione a vapore e nell’aumentare la penetrazione europea in Africa, specie orientale, che venne ben presto spartita tra le potenze europee. Il successo del canale incoraggiò i francesi a imbarcarsi nella costruzione del canale di Panama, impresa che però non riuscirono a completare.

Immagine d’apertura: il canale di Suez appena completato, nel 1869

Bibliografia e fonti varie

  • Britannica (2007) “Suez Canal”, in: The new Encyclopædia Britannica, 15th ed., 28, Chicago, Ill. ; London : Encyclopædia Britannica, ISBN 1-59339-292-3
  • Farnie, D.A. East and West of Suez: Suez Canal in History, 1854–1956, a stanmdard scholarly history; 870 pp
  • Galil, B.S. and Zenetos, A. (2002). “A sea change: exotics in the eastern Mediterranean Sea”, in: Leppäkoski, E., Gollasch, S. and Olenin, S. (eds), Invasive aquatic species of Europe : distribution, impacts, and management, Dordrecht ; Boston : Kluwer Academic, ISBN 1-4020-0837-6, pp. 325–336
  • Garrison, Ervan G. (1999) A history of engineering and technology : artful methods, 2nd ed., Boca Raton, Fla. ; London : CRC Press, ISBN 0-8493-9810-X
  • Hallberg, Charles W. The Suez Canal: Its History and Diplomatic Importance (1931), a standard scholarly history; 440 pp; online Archived 20 July 2018 at the Wayback Machine
  • Karabell, Zachary (2003) Parting the Desert: The Creation of the Suez Canal, Knopf, ISBN 978-0-375-40883-0
  • Oster, Uwe (2006) Le fabuleux destin des inventions : le canal de Suez, TV documentary produced by ZDF and directed by Axel Engstfeld (Germany)
  • Rathbone, William (1882). Great Britain and the Suez Canal . London: Chapman and Hall, Limited.
  • Sanford, Eva Matthews (1938) The Mediterranean world in ancient times, Ronald series in history, New York : The Ronald Press Company, 618 p.
  • Pudney, John. Suez; De Lesseps’ Canal. New York: Praeger, 1969.[ISBN missing]
  • Wilson, Arnold T. (1939). The Suez Canal. Its Past, Present, and Future (2nd ed.). London, New York, Toronto: Oxford University Press.
Please follow and like us: