Cinque agenti di polizia penitenziaria risponderanno del reato di tortura, per violenze che sarebbero avvenute due anni fa nel carcere di San Gimignano. Lo ha deciso il gup di Siena Roberta Malvasi, fissando il processo per il 18 maggio. I cinque agenti sono accusati di tortura, lesioni aggravate, falso ideologico, minacce aggravate e abuso di potere nei confronti di un detenuto tunisino in isolamento per reati legati allo spaccio di droga.
Il lavoro dei pm e la decisione del giudice è stata accolta con «soddisfazione» dal garante regionale dei detenuti Giuseppe Fanfani, che ha sottolineato che si tratta «del primo caso di tortura di Stato in Italia dall’introduzione del reato nel 2017». «Si andrà a dibattimento e saranno accertate le eventuali responsabilità con un giudizio pieno, con le garanzie del giusto processo e del diritto alla difesa – ha continuato Fanfani – Da oggi, però, le detenute e i detenuti italiane possono avere la certezza che lo Stato è dalla loro parte, che è possibile denunciare le violenze subite all’interno delle patrie galere, potendo ragionevolmente auspicare che la loro voce sarà ascoltata nelle aule dei tribunali italiani», conclude.