Formato l’Ordine dei domenicani

Il 22 dicembre 1216 con la bolla Religiosam Vitam papa Onorio I approva la nascita dell’Ordine dei frati predicatori, detti comunemente domenicani dal nome del fondatore, lo spagnolo Domenico di Guzmàn.

La storia dell’Ordine dei frati predicatori inizia con il fondatore, Domenico di Guzmàn, nato nel 1170 in una famiglia della piccola nobiltà, il quale dopo aver studiato teologia a Palencia, entrò nel capitolo regolare che serviva nella cattedrale di Osma, di cui divenne sottopriore. Nel 1203 accompagnò il vescovo Diego d’Acebo in una missione diplomatica per conto di Alfonso VIII di Castiglia presso Valdemaro II di Danimarca. Durante il viaggio di andata, attraversando la Linguadoca, Domenico ebbe modo di rendersi conto della notevole diffusione dell’eresia catara in quella regione: a ottobre, presso Tolosa, riuscì a convertire il proprietario della taverna dove avevano trovato alloggio e, secondo Jean-Baptiste Henri Lacordaire, fu proprio in quell’occasione che Domenico iniziò a concepire l’ordine che avrebbe fondato.

L’emblema dell’Ordine: la croce gigliata bianca e nera con il motto “laudare, benedicere, praedicare” (lodare, benedire, predicare).

Conclusa la missione in Danimarca, insieme al suo vescovo, ottenne da papa Innocenzo III il permesso di unirsi ai legati papali (i cistercensi Arnaldo di Cîteaux e Pietro di Castelnau) che predicavano tra i catari in Linguadoca.

Poiché i “perfetticatari conducevano una vita povera, austera e casta, avevano una profonda conoscenza delle Sacre Scritture e predicavano con semplicità, viaggiando a piedi due a due percorrendo i villaggi, le loro dottrine, inizialmente diffuse soprattutto tra i nobili e la borghesia, stavano penetrando anche nelle classi popolari: contro la diffusione del catarismo l’azione missionaria dei vescovi (maggiormente attenti all’amministrazione dei beni terreni), del clero secolare (culturalmente impreparato) e dei monaci cistercensi (tradizionalmente dediti più alla vita contemplativa che alla predicazione) non aveva ottenuto successi. Domenico capì che una delle maggiori ragioni del successo del catarismo tra i ceti umili, naturalmente mal disposti verso il lusso e la ricchezza del clero, era la propaganda pauperistica: il futuro fondatore dell’Ordine decise, quindi, di organizzare comunità di predicatori viventi in povertà e li mandò a predicare due a due tra i catari.

Nel 1205 il vescovo di Tolosa, Folco, donò a Domenico il Monastero di Prouilhe, presso Fanjeaux, che lo destinò ad ospitare una comunità di donne convertite dal catarismo desiderose di abbracciare la vita religiosa: il monastero di Prouille fu il centro dell’apostolato di Domenico per il successivo decennio. Tra il 1213 e il 1214, a Fanjeaux, prese forma l’idea di dare inizio a un nuovo ordine e nella primavera del 1215 il vescovo Folco diede il primo riconoscimento ecclesiastico alla comunità di Domenico, approvata come fraternità di predicatori per la diocesi di Tolosa.

Nel 1215 Domenico accompagnò il vescovo Folco a Roma, dove doveva celebrarsi un concilio, e chiese a papa Innocenzo III l’approvazione della sua fraternità e la conferma dei beni che gli erano stati donati. Poiché, dopo il IV concilio Lateranense, vigeva il divieto di fondare nuovi ordini religiosi, il pontefice impose a Domenico di adottare una regola già esistente: nel 1216 Domenico scelse la regola di sant’Agostino, alla quale aggiunse degli statuti ispirati a quelli dei canonici di Prémontré.

Il 22 dicembre 1216 papa Onorio III, da poco succeduto a Innocenzo III, emanò la bolla Religiosam vitam, mediante la quale approvò la comunità di Domenico come compagnia di canonici regolari posta sotto la protezione della Sede Apostolica; con una seconda bolla del 21 gennaio 1217 il pontefice approvò infine la sua fraternità come ordine religioso, detto dei frati predicatori.

Come richiesto dal Concilio Lateranense IV i frati dovettero adottare una regola preesistente; optarono quindi per quella agostiniana, tradizionalmente attribuita a sant’Agostino. Ad essa, regola fondamentalmente generica, accorparono una serie di leggi chiamate costituzioni, le quali regolarono e diedero forma organica all’intero ordine. Particolarmente famose ed oggetto di studio giuridico per la forma di elevata democrazia, sono state spesso utilizzate come modello per altre costituzioni, soprattutto quelle dei futuri comuni.

Durante il Medioevo molti domenicani si dedicarono all’adattamento delle dottrine aristoteliche alla teologia cristiana. I più eminenti furono in particolare Sant’Alberto Magno e San Tommaso d’Aquino. Molti domenicani ricoprirono compiti di rilievo e spesso erano membri di quest’ordine a formare i tribunali dell’Inquisizione. Per il loro zelo vennero soprannominati anche Domini canes («cani del Signore»). Essi furono tra i principali ordini che operarono un notevole rinnovamento religioso, filosofico e culturale nel panorama europeo del XII secolo, insieme ai francescani, seppure talvolta in competizione con quest’ultimi. Tra i loro interessi vi fu anche l’alchimia, in quanto appartenente al campo della filosofia naturale, con atteggiamenti diversificati nei suoi confronti.

Immagine d’apertura: San Domenico di Guzmàn, raffigurazione del 1437

Bibliografia e fonti varie

  • Annuario pontificio per l’anno 2010, Libreria editrice vaticana, Città del Vaticano 2010. ISBN 88-209-8355-9.
  • Filippo Caraffa e Giuseppe Morelli (curr.), Bibliotheca Sanctorum (BSS), 12 voll., Istituto Giovanni XXIII nella Pontificia Università Lateranense, Roma 1961-1969.
  • William Hinnebusch, I Domenicani: breve storia dell’Ordine, Edizioni paoline, Milano 1992. ISBN 88-215-2483-3.
  • Pietro Lippini, La vita quotidiana di un convento medievale, ESD, Bologna 2003. ISBN 88-7094-495-6.
  • Guerrino Pelliccia e Giancarlo Rocca (curr.), Dizionario degli istituti di perfezione (DIP), 10 voll., Edizioni paoline, Milano 1974-2003.
  • Daniele Penone, I domenicani nei secoli: panorama storico dell’Ordine dei frati predicatori, ESD, Bologna 1998. ISBN 88-7094-331-3.
  • Giancarlo Rocca (cur.), La sostanza dell’effimero. Gli abiti degli ordini religiosi in Occidente, Edizioni paoline, Roma 2000.
  • Georg Schwaiger, La vita religiosa dalle origini ai nostri giorni, San Paolo, Milano 1997. ISBN 978-88-215-3345-7.
  • a cura di Laura Fenelli L’ordine dei Frati predicatori Reti Medievali.
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