Il 6 febbraio 1952 muore Giorgio VI, re del Regno Unito dal 1936 e padre della attuale regina Elisabetta II.
Giorgio VI nacque il 14 dicembre 1895 allo York Cottage, presso Sandringham House a Norfolk, durante il regno della regina Vittoria. Suo padre era allora il principe Giorgio, duca di York, poi divenuto re col nome di Giorgio V, il secondo e il maggiore dei figli sopravvissuti del principe Edoardo del Galles, futuro Edoardo VIII. Sua madre era Maria di Teck, duchessa di York, figlia maggiore del duca Francesco di Teck e della principessa Maria Adelaide di Cambridge. Il giorno del suo compleanno coincideva con l’anniversario della morte del suo bisnonno, Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha, principe consorte della regina Vittoria e, proprio in onore dell’augusto defunto, il nuovo principe venne battezzato coi nomi di Alberto Federico Arturo Giorgio alla chiesa di Santa Maddalena presso Sandringham House, tre mesi dopo la nascita. Come pronipote della regina Vittoria, egli ottenne immediatamente il titolo di “sua altezza il principe Alberto di York”, anche se in famiglia venne conosciuto informalmente con il soprannome di “Bertie“. Ad ogni modo, sua nonna materna, la duchessa di Teck non approvava il nome dato al bambino e scrisse profeticamente che si augurava che egli utilizzasse l’ultimo dei suoi nomi, Giorgio appunto
Nella sua infanzia Alberto venne sovente descritto come pauroso e incerto nelle sue azioni. I suoi genitori, il duca e la duchessa di York, erano spesso lontani dai loro figli e non potevano crescerli passo dopo passo, così come si richiedeva per le famiglie aristocratiche dell’epoca. Il principe venne forzato a scrivere con la mano destra, anche se era naturalmente mancino. Egli fu caratterizzato inoltre da cronici problemi di stomaco, un certo grado di balbuzie e una leggera deformazione alle ginocchia che lo costrinse a indossare spesso delle steccature correttive.
Negli anni 10 del 900 Alberto frequentò il Royal Naval College di Osborne e prestò servizio nella marina durante la prima guerra mondiale. Il 3 giugno 1920 venne nominato duca di York, conte di Inverness e barone di Killarney. Nel 1923 sposò per amore e non in seguito a imposizioni da altri, cosa non particolarmente comune all’epoca per un membro di una famiglia reale, Elizabeth Bowes-Lyon, che per la legge inglese era considerata una nobile di basso rango. La cosa fu vista come profondamente innovativa all’epoca. Albert ed Elizabeth ebbero due figlie, Elisabetta (detta “Lilibet”), che succederà a Giorgio VI, e la principessa Margaret, contessa di Snowdon. La neonata famiglia conduceva un’esistenza piuttosto appartata nella relativa residenza londinese, al 145 di Piccadilly. La moglie di Albero divenne la sua vera tutrice, aiutandolo nella composizione dei suoi documenti ufficiali, facendogli conoscere anche Lionel Logue, esperto di logopedia di origine australiana. Il duca praticava sovente esercizi di respirazione per migliorare il suo eloquio e riuscire a controllare la balbuzie che lo contraddistingueva. Come risultato, il duca si mise alla prova nel 1927 con il tradizionale discorso d’apertura del parlamento federale australiano, che fu un successo e permise al principe di parlare con solo una piccola esitazione emotiva
Il 20 gennaio 1936, re Giorgio V morì e il principe Edoardo venne chiamato a succedergli ascendendo al trono col nome di Edoardo VIII. Dal momento che Edoardo non aveva figli, Alberto diventò l’erede al trono designato. Dopo meno di un anno, però, l’11 dicembre 1936, Edoardo VIII abdicò al trono in modo da essere libero di sposare la divorziata americana Wallis Simpson. Edoardo, anche grazie alle consultazioni con il primo ministro Stanley Baldwin, era cosciente che non avrebbe potuto mantenere la carica di re sposando una donna divorziata e per di più oggetto di pettegolezzi. Per questo Edoardo scelse di abdicare in favore del fratello, anche se Alberto si presentava riluttante ad accettare la corona che gli veniva proposta. Il giorno dopo l’abdicazione, egli si recò a Londra per incontrare la madre, la regina Maria.
Evento centrale del regno di Giorgio VI fu la seconda guerra mondiale, combattuta dal Regno Unito, alleato della Francia e poi degli Stati Uniti e dell’Unione Sovietica, contro l’Asse nazi-fascista. Durante tutta la guerra, e in modo particolare durante il difficile periodo dei bombardamenti su Londra, seppe conquistare la stima e l’affetto dei suoi sudditi, rimanendo sempre saldamente al suo posto e rifiutando ogni fuga, contribuendo anzi, con i suoi discorsi radiofonici, a tenere alto il morale del paese durante la resistenza all’attacco subito dalla Germania nazista.
Giorgio VI u l’ultimo Imperatore d’India fino al 15 agosto 1947, pur mantenendo il titolo fino al 22 giugno 1948. Fu anche l’ultimo sovrano britannico a essere re di tutta l’Irlanda; infatti, sebbene l’Irlanda fosse divenuta una repubblica nel 1937, il sovrano mantenne comunque il controllo fino al 1949 e il titolo fino alla morte
La salute già cagionevole di Giorgio VI fu certamente più indebolita dallo stress degli eventi della guerra, unitamente alla sua abitudine di fumatore incallito. Nel settembre del 1951 al re venne diagnosticato un tumore maligno, a causa del quale gli venne asportato un polmone; contestualmente egli sviluppò anche una forma di aterosclerosi. Il 31 gennaio 1952, in contrasto con i consigli dei medici, volle recarsi all’aeroporto per salutare la principessa Elisabetta (ormai chiaramente considerata la sua erede), in partenza per un viaggio in Australia con tappa in Kenya. Pochi giorni dopo, il 6 febbraio, Giorgio VI morì di trombosi coronarica durante il sonno mentre si trovava a Sandringham House, nel Norfolk, all’età di 56 anni. Appresa la notizia, Elisabetta ripartì dal Kenya e fece ritorno in Inghilterra, onde succedergli come sovrana col nome di Elisabetta II
Immagine d’apertura: re Giorgio VI mentre sta per fare il suo discorso alla radio per il V day, il giorno della vittoria sull’Asse, l’8 maggio 1945
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