L’Associazione Maestri Sci Italiani «alle 19 del 14 febbraio 2021, ricevendo il comunicato stampa del Ministero della Sanità nel quale si evidenzia come, a poche ore dall’apertura prevista degli impianti di risalita precedentemente prevista nelle regioni nella cosiddetta “zona gialla”, è vietata l’attività agli sciatori amatoriali, intende esprimere sconcerto, incredulità e sgomento». Lo si legge in un comunicato dell’associazione, dove maestri e operatori del settore si dicono umiliati ed esterrefatti per tempi e modalità della decisione del ministro Roberto Speranza.
Centinaia di professionisti della neve legati alla Scuola Italiana Sci si sono attrezzati e organizzati con il massimo rigore e pronti ad attenersi scrupolo ai protocolli e vademecum previsti, investendo risorse in una stagione già di per sé drammatica per il comparto, per essere comunque in pista alla riapertura prevista del 15 febbraio. «E, ora, ricevendo questa ennesima battuta d’arresto non ci sono parole per esprimere sgomento, delusione e preoccupazione del mondo dei maestri di sci».
I maestri di sci si sentono presi in giro
Il presidente Amsi Maurizio Bonelli è preciso. «La decisione del ministro delle salute per tempistica e modalità ci lascia esterrefatti. Amsi si unisce al Collegio Maestri di Sci Italiani nel denunciare la completa mancanza di rispetto delle Istituzioni verso la nostra categoria e al mondo della montagna in generale – denuncia – La modalità e la tempistica di questo nuovo e ulteriore stop alla ripartenza dell’attività dei maestri di sci è un evidente segno di scarsissima attenzione verso 15.000 famiglie che vivono di questa attività e che sono ferme dal 10 marzo del 2020. Come non mai, in questo momento ci sentiamo umiliati nella nostra dignità di persone e di lavoratori professionali ai quali viene vietato il diritto al lavoro e, quindi, al sostentamento delle proprie famiglie da continue promesse rimaste tutte regolarmente disattese: ci sentiamo e siamo presi in giro! Ora ci aspettiamo il giusto e doveroso ristoro dallo Stato perché gli oltre 15.000 maestri di sci italiani, dopo tutto questo ‘tira-molla’ delle nostre istituzioni, rimarranno fermi senza lavoro per quasi 21 mesi, da marzo 2020 a dicembre 2021, se si potrà riprendere nel dicembre prossimo».