Si è aperta in Toscana una nuova frontiera nel trattamento del dolore cronico a seguito di intervento chirurgico o farmacologico per il trattamento oncologico. L’équipe guidata dal dottor Giuliano De Carolis, del reparto di Terapia del dolore, diretto dalla dottoressa Adriana Paolicchi presso l’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana, ha impiantato uno stimolatore che, per la prima volta, utilizza un nuovissimo algoritmo di stimolazione multimodale che coordina più segnali in diverse parti del corpo e permette di ottenere una terapia antalgica personalizzata anche nel caso di quadri clinici molto complessi, a una paziente affetta da dolore cronico neuropatico post-chiemioterapia a seguito di un tumore al seno.
Si tratta della neurostimolazione del midollo spinale (Spinal Cord Stimulation – SCS), la terapia di Medtronic, azienda leader in soluzioni e tecnologie mediche, in grado di ridurre la sintomatologia dolorosa e di offrire ai pazienti un deciso miglioramento della qualità di vita. Questo dispositivo, già utilizzato per il controllo del dolore cronico, da oggi apre una nuova frontiera anche per i pazienti affetti da dolore post trattamento oncologico.
L’aumento della popolazione di sopravvissuti al cancro pone, infatti, la comunità scientifica davanti alla sfida del trattamento del dolore cronico come conseguenza delle terapie antitumorali. Alcuni farmaci usati in chemioterapia possono provocare bruciore, intorpidimenti e formicolii alle mani e ai piedi difficilmente trattabili con i farmaci analgesici. La neurostimolazione del midollo spinale è usata da oltre cinquant’anni per il trattamento del dolore cronico di schiena e gambe. L’ innovazione tecnologica, come altresì i nuovi algoritmi di stimolazione hanno permesso di ampliare il campo di applicazione della SCS e ottenere buoni risultati su condizioni dolorose altrimenti difficilmente trattabili come, appunto, il dolore cronico neuropatico post-chemioterapia.
«L’utilizzo di questa innovativa tecnica di neurostimolazione midollare ha dato ottimi risultati in termini di riduzione del dolore e miglioramento della qualità di vita – spiega Giuliano De Carolis – La paziente affetta da dolore cronico neuropatico post-chemioterapia per un tumore al seno non riusciva a camminare e dormire a causa del forte bruciore ai piedi ed era costretta a utilizzare il ghiaccio per controllare la sensazione di bruciore. Dopo l’impianto la paziente ha iniziato a dormire quasi tutta la notte e pian piano sta cominciando a uscire nuovamente da casa. La paziente riferisce un cambiamento radicale nella qualità di vita. Dovremo valutare l’efficacia a lungo termine ma per adesso i risultati sono incoraggianti».
Il dolore cronico è stato riconosciuto come vera e propria patologia a causa delle conseguenze invalidanti che comporta e l’Organizzazione Mondiale della Sanità lo ha identificato come uno dei maggiori problemi mondiali di salute pubblica. Le nuove tecnologie di neurostimolazione rappresentano sempre di più il futuro per il trattamento del dolore cronico, anche non oncologico.