Il primo atlante moderno

Il 20 maggio 1570 viene stampato ad Anversa quello che è oggi considerato il primo atlante moderno: il Theatrum Orbis Terrarum (Teatro dell’Orbe del Mondo) di Abraham Ortelius.

Ortelius in un ritratto di Peter Paul Rubens del 1633

Prima dell’atlante di Ortelius vi erano stati diversi esempi di opere geografiche volte alla mappatura e illustrazione dettagliata del mondo, almeno di quello conosciuto.

L’antica Geographia di Claudio Tolomeo, astronomo alessandrino del II secolo, era illustrata da una serie di 27 carte geografiche. Quest’opera verrà ristampata più volte nel XVI secolo.

Nel Trecento i cartografi italiani iniziarono a realizzare anche degli atlanti di carte portolaniche, come l’Atlante Mediceo, il Corbizzi, il Pinelli–Walckenaer. Del secolo successivo rimangono l’Atlante Bodleian-Douce, l’Atlante Luxoro e quello Cornaro. Dopo le scoperte geografiche del Rinascimento atlanti portolanici furono disegnati anche a Lisbona (l’Atlante Miller di Pedro Reinel e l’atlante di Fernão Vaz Dourado), a Dieppe (l’Atlante Vallard e quello di Guillaume Le Testu) ed a Costantinopoli (il Kitab-ı Bahriye -it. Libro della marina- di Piri Reìs). A Venezia Battista Agnese fra il 1534 e il 1564 realizzò almeno 71 atlanti manoscritti di cartine nautiche.

Il Pacifico nel Theatrum Orbis Terrarum di Ortelius

Quella degli atlanti indipendenti è tuttavia un’innovazione che si deve ai cartografi fiamminghi, a partire da Abraham Ortelius, il cui atlante, il Theatrum Orbis Terrarum stampato il 20 maggio 1570 dall’editore Gilles Coppens de Diest, è considerato il primo atlante moderno, il primo atlante pubblicato che conteneva mappe sistematicamente disposte di dimensioni uniformi.

Consistente in una raccolta di mappe con testi a supporto, che formavano un libro impreziosito dall’aggiunta di lamine di rame incise specificatamente, il Theatrum Orbis Terrarum non conteneva praticamente alcuna mappa che fosse realizzata dalla mano di Ortelius, ma 53 mappe in compendio realizzate da altri maestri, con la fonte indicata. In precedenza, i raggruppamenti di mappe disparate venivano rilasciati solo come lotti personalizzati, su ordine individuale. Nell’atlante di Ortelius, invece, le mappe erano per la prima volta tutte dello stesso stile e delle stesse dimensioni, stampate da lastre di rame, organizzate logicamente per continente, regione e stato. Oltre alle mappe Ortelius ha inserito nell’opera un commento descrittivo e riferimenti sul retro. Questa è stata la prima volta che l’intera conoscenza del mondo presente in Europa occidentale è stata riunita in un libro e infatti il Theatrum Orbis Terrarum è considerato anche il compendio di tutta la conoscenza geografica raccolta in Europa nel corso del Cinquecento.

Dopo la prima pubblicazione del Theatrum Orbis Terrarum, Ortelius ha regolarmente rivisto e ampliato l’atlante, ristampandolo in vari formati fino alla sua morte nel 1598. Dalle sue settanta mappe originali e ottantasette riferimenti bibliografici nella prima edizione (1570), l’atlante è cresciuto attraverso le sue trentuno edizioni fino a comprendere 183 riferimenti e 167 mappe nel 1612.

La copia del volume del 1573 conservata presso la Biblioteca dello Stato del New South Wales (Nuovo Galles del Sud) contiene 70 fogli a doppia pagina numerati, ribaltati su mozziconi nel paginone centrale, con sei mappe combinate con una stampa tipografica descrittiva sul recto di ogni prima foglia. Le legende della maggior parte delle mappe nominano l’autore di cui Ortelius ha adattato la mappa. Nella prefazione Ortelius attribuisce a Franciscus Hogenberg l’incisione di quasi tutte le mappe.

Prima pagina di una edizione del 1606 con le figure femminili rappresentanti i continenti

A partire dal 1630, la famiglia Blaeu pubblicò il proprio lavoro con un titolo simile, Theatrum orbis terrarum, sive, Atlas Novus (teatro dell’Orbe del mondo, cioè, Atlante Nuovo).

Tutte le edizioni avevano la stessa struttura. Iniziavano con un frontespizio allegorico, in cui i cinque continenti conosciuti erano rappresentati allegoricamente da donne, con l’Europa come la regina. Poi vi erano un riferimento a Filippo II, re di Spagna e dei Paesi Bassi, e una poesia di Adolphus Mekerchus (Adolf of Meetkercke).

L’atlante di Ortelius era molto apprezzato dalla nascente borghesia e presto Ortelius, spinto dal successo, cercò di renderlo il più accessibile possibile, partendo dalla lingua, inizialmente infatti l’opera era solo in latino. Per gli acquirenti che non conoscevano il latino, dalla fine del 1572, oltre alla versione latina originale, furono pubblicate le edizioni olandese, tedesca e francese. Nel 1573, pubblicò altre 17 mappe aggiuntive con il titolo Additamentum Theatri Orbis Terrarum (Espansione del Teatro dell’Orbe del Mondo), portando il totale a 70 mappe. Alla morte di Ortelius nel 1598, c’erano venticinque edizioni apparse in sette lingue diverse.

Immagine d’apertura: mappa del mondo presente nella prima edizione del Theatrum Orbis Terrarium

Bibliografia e fonti varie

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