Quando ci si addormenta con la testa sul libro vuol dire che il compito in classe del giorno dopo, molto probabilmente, sarà un disastro. E il prossimo brutto voto sancirà l’addio alla PlayStation.
Ma che posso farci se l’argomento sul buco dell’azoto o dell’ozono o come diavolo si chiama è più noioso delle telenovelas che segue mia madre?
Alzo la testa dalla scrivania che s’è fatta notte. La pagina mi è rimasta appiccicata alla guancia; mi asciugo il rivolo di saliva scappato dalle labbra col dorso della mano e, svogliato e con le ultime energie, riprendo la penna e cerco d’infilarmi nel cervello qualche altra nozione, osservando le immagini sul libro dei raggi ultravioletti che colpiscono la Terra.
Lorena Liberti
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